Una mostra itinerante che già ha toccato Roma, Bologna e Treviso con grande successo di pubblico, giunge ora a Milano: a cura di Marco Bussagli e Federico Giudiceandrea, la mostra dedicata a Maurits Cornelis Escher (1898-1972) ripercorre l'iter creativo dell'artista attraverso più di 200 opere selezionate fra le più importanti quali Tetti di Siena (1922), Notturno romano, Il Colosseo (1934) Scarabei (1935) Cavalletta (1935), Metamorfosi (1939), Mano con sfera riflettente (1935), Soffione (1943), Relatività (1953) ed il celeberrimo Belvedere (1958).
L'ordine cronologico permette di procedere dalle radici figurative di impronta liberty agli sviluppi seguenti influenzati dal contatto con la cultura italiana e spagnola, due esperienze che molto hanno segnato il linguaggio artistico di Escher che visse in Italia per 12 anni tra la Toscana, l'Abruzzo e la Calabria, affascinato dalla bellezza dei panorami della nostra terra così diversa dalla sua patria, l'Olanda, fatta di monotone pianure.
Nel 1936 Escher abbandona l'Italia per trasferirsi in Spagna, dove, folgorato dal sottile decorativismo di matrice moresca dell'Alhambra, matura l'impronta grafica che diverrà la cifra fondamentale dei suoi studi sulle simmetrie spaziali, sulle figure impossibili, gli inganni visivi, le tassellature, la divisione del piano. Tutto ciò mantenendosi in contatto con la cultura avanguardista europea ed intessendo rapporti col Futurismo ed il Surrealismo.
Quella che, a prima vista, per lo stupore che induce nell'osservatore, può sembrare una fantasia immaginativa fuori del comune unita ad una eccezionale capacità grafica, è in realtà, per Escher, una lettura del mondo fenomenologico secondo le regole intrinseche della matematica, la geometria, la cristallografia che lo spingono a ricercare mezzi espressivi adatti a sottomettere la forma spaziale alle leggi limitative dell'immagine piana.
Il risultato, abbandonati i precostituiti schemi mentali frutto della logica corrente, sono figure che non potrebbero mai avere un'esistenza spaziale concreta e reale e che, ancora oggi, perpetuano un enigma che pare destinato a restare insoluto.
La mostra si articola in sei sezioni: l’Italia e l’ispirazione Art Noveau; dall’Alhambra alla tassellatura; superfici riflettenti e struttura dello spazio; metamorfosi; paradossi geometrici; dal foglio allo spazio; economia escheriana ed eschermania.
I titoli identificano puntualmente i momenti topici del percorso artistico di Escher, personalità tra le più raffinate, intellettuali, colte del '900, eppure 'popolare' in modo trasversale presso un numeroso ed eterogeneo pubblico che sempre affolla le sue mostre con curiosità ed interesse, soggiogato dalla sottile ambiguità delle enigmatiche visioni nelle quali ci catapultano i suoi disegni impossibili.
In contemporanea alla mostra, in una stanza adiacente, una installazione, "Scale sognanti", realizza un'esperienza interattiva di sensazioni irreali, un vortice di immagini, visioni, parole, in un destabilizzante gioco di scale ispirato all'opera Relatività. |