A cura di David Anfam, Contemporary Curator alla Royal Academy of Arts, massima autorità sull'Espressionismo astratto, e Edith Devaney, in collaborazione con il Guggheneim Museum di Bilbao, è in corso a Londra una mostra sull'Espressionismo astratto dopo l'ultima ospitata nella capitale inglese nel lontano 1959.
Provenienti da collezioni private e pubbliche di tutto il mondo, sono 150 le opere esposte, dipinti, sculture, fotografie, scelte per evidenziare la varietà degli apporti e dei linguaggi che confluirono in questo movimento: come dichiara David Anfam, “L’obiettivo della mostra è fornire una nuova chiave di lettura nell’interpretazione di questo fenomeno artistico. Abbiamo voluto enfatizzare il suo contesto storico e geografico, la sua intrinseca complessità e le sue svariate sfaccettature in contrasto con l’apparente uniformità di questo movimento”.
L'arte americana assume grande importanza nel periodo della seconda guerra mondiale, quando New York emerge come nuovo centro dell'universo artistico grazie all'apporto di molti artisti europei in fuga dall'Europa a causa della guerra e delle leggi razziali. Molte le personalità del movimento surrealista, che nonostante notevoli difficoltà d'inserimento nell'ambiente culturale d'oltre oceano, pur tuttavia, attraverso la mediazione di vari linguaggi artistici, dal Cubismo all'Automatismo oltre che il Surrealismo, diventano in breve determinanti per la nascita di quello che sarà l'Espressionismo astratto americano.
Il termine "Espressionismo astratto" viene in origine coniato da Alfred H. Barr jr. nel 1929, in occasione del commento ad un quadro di Vassilij Kandinskij, padre dell'astrattismo lirico, e viene in seguito adottato dal critico Robert Coates nel 1946 per definire questa corrente che verrà poi rivendicata come il primo autentico e più importante movimento artistico della giovane America, finalmente svincolata dalla sudditanza intellettuale verso il vecchio continente (anche se evidentemente non è così).
L'Espressionismo nasce al momento giusto nel momento giusto ed è un'esplosione di vastissima portata e di grande impatto nella cultura americana, socialmente utile in quanto paragonabile ad una sorta di religione sostitutiva in un momento di grande crisi spirituale e morale per tutta la società di quel periodo, l'America degli anni '40, percorsa da nuove istanze intellettuali e culturali, alla ricerca delle motivazioni nascoste dell'inconscio legate alle contemporanee posizioni filosofiche di matrice esistenzialista.
Si tratta di una corrente culturale che raduna in realtà personalità artistiche anche molto diverse tra loro, accomunate da un diffuso senso di angoscia e disagio per gli orrori della guerra, deluse dalla degenerazione del mito della modernità razionale, unite in un generale atteggiamento di reazione che le porta a ripiegarsi nell'inconscio alla ricerca di se stessi, delle proprie angosce e delle profondità insondate della psiche, con il risultato di rinnovare l'arte visiva americana in modo radicale in tutti i suoi aspetti, sia contenutistici che formali.
A margine, va rilevato che prima di allora le dimensioni del supporto non superavano un limite dimensionale imposto da esigenze di arredo o trasporto, si deve agli espressionisti l'adozione di grandi tele fuori standard in grado di accogliere tecniche innovative come l'action painting e il dripping, che coinvolgono la gestualità di tutto il corpo.
Per la vastità del materiale prodotto, l'eterogeneità dei contributi, l'efficacia delle politiche economiche e di mercato messe in atto dal potente sistema dell'arte americano (con finanziamenti anche dalla CIA per motivi propagandistici), l'Espressionismo astratto è indubbiamente il movimento più importante ed organizzato della seconda metà del '900, quello che ancora oggi attrae migliaia di visitatori anche in Europa, dove le mostre sul tema sono relativamente poche e dove allestimenti come quello londinese rappresentano occasioni da non perdere.
Sono presenti opere di tutte le personalità più significative: viene esposto un raro autoritratto di Mark Rothko, a cui è dedicata un’intera sala, prestato dal figlio Christopher ed alcune opere (1936/1944) che denunciano le sue contaminazioni con il Surrealismo europeo mutuato dall'insegnamento di Hans Hofman nella scuola d'arte delle Black Mountains, è in mostra una vera chicca di Jackson Pollock, una piccola tela datata 1942, "Male and Female", dove si intravvede la nascita di un linguaggio ancora acerbo ma già ricco di promesse, Franz Kline è presente con grandi tele monocrome, Willem De Kooning con le sue violente esplosioni cromatiche, Barnett Newman si distingue per l'essenziale minimalismo, Adolph Gottlieb per il raffinato calligrafismo, mentre di Clifford Still vengono proposte molte opere inedite per l'Europa.
Meno presente la scultura, con le opere di David Smith, localizzate in più sale, che denunciano contaminazioni con Giacometti instauratesi a seguito di un soggiorno in Europa, a conferma del legame, seppure negato, di questo movimento con la cultura del vecchio continente.
Solo due le presenze femminili rappresentate in questo movimento sostanzialmente maschilista, Lee Krasner, moglie di Jackson Pollock e Helen Frankentaler, che prende le distanze dagli eccessi emozionali dell'Espressionismo per ricercare le sue radici intellettuali in una pittura basica, fatta di gesti semplici ed essenziali, minimalista ma non povera.
Unica
donna in un gruppo maschile di artisti affermati preferiti dai critici e dai grandi galleristi, moglie di Robert Motherwell, in seguito verrà riconosciuta la sua influenza carismatica sul gruppo degli amici e colleghi con i quali ha lavorato gomito a gomito.
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