Sono passati 15 anni dall'ultima mostra dedicata in Italia a Ernst Ludwig Kirchner e quest'anno, in occasione dei cento anni dal trasferimento dell'artista nella svizzera Davos nel 1917, una data che nella vita di Kirchner ha avuto fondamentale importanza, Cecina gli rende omaggio esponendo un’ampia selezione delle opere prodotte proprio a Davos nel periodo che va dal 1917 al 1938, anno della morte.
La mostra è curata da Annick Haldemann e Thorsten Sadowsky e organizzata dalla Fondazione Culturale Hermann Geiger in cooperazione con il Kirchner Museum Davos, dal quale proviene la maggior parte delle opere esposte, e l’Archivio dell’opera completa di Ernst Ludwig Kirchner di Wichtrach/Berna.
Sono presenti 63 lavori, quadri a olio, incisioni (fu eccellente xilografo), litografie, acquerelli, schizzi e fotografie, tema prediletto i paesaggi montani e l'ambiente alpino delle montagne dei Grigioni, ma anche nudi, ritratti, scene di danze contadine, di attività sportive, in scenari naturalistici popolati dai personaggi semplici di una realtà serena, pacifica e accogliente.
Ritirandosi a Davos Kirchner cerca disperatamente di recuperare la salute minata dalla dipendenza da farmaci, l'ispirazione dopo un anno di inattività artistica, la voglia di vivere continuamente frustrata dalla depressione, attraverso il contatto profondo e ancestrale con una madre-terra sorgente di vita, di amore, di pace.
Dopo anni di sofferenza, il rifugio di Davos è l'idealizzazione di una vita vissuta a contatto con la natura e con persone amiche nella pace di un piccolo paese così distante da Berlino e dalla vita metropolitana tante volte ritratta, lontano dagli orrori della guerra, lontano dalla crudeltà degli uomini, ma pur nell'abbraccio di un contesto idillico ed amico Kirchner non sfuggirà alla depressione psichica che lo porterà al suicidio a soli 58 anni, in coincidenza con l'affermarsi del nazifascismo hitleriano che lo relega tra gli artisti 'degenerati' decretando anche la distruzione di moltissime sue opere.
Muore lasciandoci la produzione artistica forse più significativa di tutto l'Espressionismo tedesco e segnando con il suo inconfondibile linguaggio drammatico e disperato il tormentato passaggio dalla poetica ottocentesca a quella del moderno '900.
Sempre per celebrare il secolo trascorso dall'arrivo di Kirchner a Davos, anche il Kirchner Museum ha organizzato una mostra, aperta fino al 29 ottobre, che ricostruisce per la prima volta quel periodo della vita dell'artista, rivelatosi anche valido pittore teatrale contribuendo come scenografo alla realizzazione di alcune produzioni locali.
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