In corso a Torino una grande mostra a cura di Pilar Baos Rodríguez dedicata a Joan Miró, 130 le opere esposte, soprattutto pitture ad olio di grande formato, tra le quali alcuni dei dipinti tra i più noti dell'artista quali Femme au clair de lune (1966), Oiseaux (1973), Femme dans la rue (1973).
L'evento si è reso possibile grazie al prestito della Fundació Pilar i Joan Miró di Maiorca, presso la quale sono conservate le donazioni fatte dalla vedova Pilar, 5000 pezzi oltre ai materiali rimasti nella casa-studio, disegnata dall'architetto Josep Lluis Sert sulle colline di Cala Major, cavalletti, sedie, pennelli, colori, tavolozze di Miró che dipinse fino alla soglia dei 90 anni.
La mostra raduna la produzione degli ultimi trent'anni della vita dell'artista e si articola in cinque sezioni che focalizzano vari momenti del suo iter umano e lavorativo: si va dalla scelta dell'isola di Maiorca come ambiente ideale in cui vivere e dipingere nel silenzio e nella bellezza della natura, al rapporto con la poesia e con le suggestioni della cultura orientale, alla decisione di stabilirsi definitivamente, nel 1956, nell'isola di cui la moglie Pilar era originaria, in una grande casa di campagna maiorchina del Settecento dove produrrà una serie di opere monumentali di grande essenzialità formale, al periodo delle ceramiche, le incisioni e le litografie dove rivisita le sue origini espressioniste e surrealiste, alla fase finale della sua attività artistica tendente alla ulteriore semplificazione cromatica e formale di una pittura materica realizzata manualmente con impasti di varia origine.
Un viaggio lungo e articolato che parte dalle radici culturali e regionali catalane di Miró e che si arricchisce lungo il percorso di echi arcaici e universali, fantastici ed evocativi, per muoversi verso una crescente astrazione dal reale ed approdare, nella maturità della sua carriera, all'essenzialità della materia, assecondando una sensibilità plastica da sempre presente nel legame istintuale con la sua terra e con i modelli della primitiva tradizione artistica spagnola.
Non a caso Mirò si dedicò con egual passione alla ceramica, alla scultura, all'arazzo, seguendo una sua ricerca verso l'aspetto tattile dell'opera probabilmente risalente alla sua primitiva formazione didattica e all'influenza del maestro Francesco Galí nella Scuola d'Arte di Barcellona.
Muore a Maiorca, l'isola tanto amata, che ne custodisce il ricordo con la Fondazione-Museo di Palma di Maiorca, inaugurata nel 1992, oggi spazio multifunzionale per laboratori, convegni e mostre, centro culturale luogo di incontro per artisti di tutto il mondo. |