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Lecco, Robert Doisneau, Pescatore d’immagini
di Vilma Torselli
pubblicato il 01/08/2018
A Lecco in mostra 70 foto in bianco e nero di Robert Doisneau, tra le quali la celebre "Le Baiser de l'Hôtel de Ville".
Lecco ospita una mostra di Robert Doisneau dal titolo "Pescatore d’immagini", a cura dell’Atelier Robert Doisneau e delle due figlie dell’artista, Francine Deroudille ed Annette Doisneau in collaborazione con Piero Pozzi.
Esposte 70 immagini in bianco e nero in un percorso espositivo che ci trasporta nella città più magica del mondo vista con gli occhi di un poeta: "Le Baiser de l'Hôtel de Ville", "Prévert au guéridon", "Les pains de Picasso" e molte altre le foto presenti, e poi i luoghi storici di Parigi, Les Halles, i caffè di Saint Germain des Prés, i bistrot sulla Senna, artisti ed amici come Prévert o Picasso seduti al tavolino di un bar, bambini intenti ai loro giochi di strada, una varia umanità colta nell’ordinarietà del quotidiano.

Vale la pena di ricordare la più celebre delle foto esposte, "Le baiser de l'Hôtel de Ville" , una foto perfetta, sia sul piano tecnico sia su quello artistico, una foto che ebbe risonanza mondiale per essere il simbolo dell'amore romantico, presentata come un'istantanea colta al volo, un attimo fuggente pieno di magia catturato casualmente dall'abilità del fotografo, lo stesso che, decenni dopo, svela un curioso retroscena: lo scatto è stato completamente costruito al tavolino del caffè Villars e concordato con la giovane coppia di protagonisti nell'ambito di un servizio fotografico commissionato da 'Life' all'agenzia per la quale allora Doisneau lavorava, la 'Rapho' , tema un reportage sugli innamorati di Parigi.
L’immagine fu a lungo debitrice della sua fama al solo fatto di essere 'rubata', fermando ciò che Cartier-Bresson chiamava "l'instant décisif”, perché solo l’essere casualmente nel posto giusto nel momento giusto, eliminare la posa, il tempo in cui il soggetto si rende conto e si atteggia, coglierlo impreparato e spontaneo salvaguarderebbe la 'verità' dell'immagine, almeno secondo una lettura che la fotografia moderna ha ampiamente rivisto.
Perché in realtà sia la foto frutto di una lunga posa che l'istantanea sono il fermo immagine di un brandello di vita, lungo o breve, un intervallo statico di tempo, uno dei tanti che costruiscono l'illusorio scorrere del tempo, dove ogni singolo attimo, astratto dal suo contesto, sospeso e congelato in immagine, diventa sempre ed inevitabilmente una posa.

Al di là di tutto ciò, sul piano meramente pratico (e commerciale) la cronaca ci dice che dall'originale di questa fotografia sono state tratte due milioni e mezzo di cartoline (la prima tiratura del 1950 fu di una sola decina di esemplari) e 500.000 poster, mentre una delle rare stampe originali (18x24,6 cm), autenticata sul retro da Robert Doisneau che l'aveva donata alla protagonista dello scatto Françoise Bornet, è stata battuta all'asta nel 2005 su una base di partenza di 15.000/20.000 euro: nel giro di soli tre minuti, la foto è stata aggiudicata ad un facoltoso compratore svizzero rimasto anonimo che ha sborsato la cifra record di 184.960 euro.

Curiosamente va notato che la foto di Doisneau viene battuta all’asta quando già il mistero della falsa istantanea è stato svelato, sia dall'autore che dalla Bornet, a riprova del fatto che la perenne ambiguità della fotografia non scalfisce minimamente la voglia di sognare di ciascuno di noi, neanche davanti all'inganno svelato di una foto clamorosamente bugiarda, raccontandoci un amore romantico, affascinante, idillico.
E falso.
Lecco, Palazzo delle Paure (piazza XX Settembre)
ROBERT DOISNEAU. Pescatore d’immagini
fino al 30 settembre 2018
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