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Ravenna, "Chuck Close. Mosaics"
di Vilma Torselli
pubbicato il 11/10/2019
Una mostra per scoprire un inedito Chuck Close, recentemente interessatosi alla tecnica musiva.

Chuck Close, Subway Portraits (Metropolitana di New York)

Per la VI edizione 2019 della Biennale di Mosaico Contemporaneo il MAR – Museo d’Arte della Città di Ravenna allestisce una mostra, "Chuck Close. Mosaics", dedicata alle opere di Chuck Close, a cura di Daniele Torcellini.

Come è noto, l’artista utilizza la tecnica fotografica ed è inquadrabile nel photographic realism o superrealism, Iperrealismo, idealmente collegabile alla Pop Art per una certa freddezza della rappresentazione della realtà, né potrebbe essere altrimenti visto che Close parte dalla riproduzione fotografica asetticamente recepita, comprese le deformazioni indotte dall'obiettivo che non ha il sistema di adattamento dell’occhio umano, con la più completa osservanza delle peculiarità 'fotografiche' dell'immagine, sacrificando così ogni coinvolgimento emotivo in un’immagine mediata talvolta un po’ anonima.

Appassionato della grande ritrattistica del passato, quella di Rembrandt, Caravaggio, Giotto, Vermeer, Goya e di tutta la più classica tradizione culturale europea, vero esperto di tecniche incisorie, litografia, acquatinta, mezzatinta, serigrafia Chuck Close ha scelto un tema al quale è rimasto assolutamente fedele nel tempo e dipinge solo ritratti, di amici, di familiari, di conoscenti, ed anche autoritratti sempre di grandi dimensioni, con un'impostazione rigidamente frontale per una visione quasi monoculare.
Complice, forse, la sua prosopagnosia (disturbo neurologico che non permette di riconoscere le persone per mezzo dei soli caratteri fisionomici) Close si distingue per la fedeltà quasi ossessiva al tema e per un’attenzione quasi maniacale ai dettagli che lo portano talvolta ad una certa ripetitività.

Quando nel 1985 la Metropolitana di New York vara un programma di public-art coordinato dal dipartimento Arts & Design dell’Autorità di Trasporto Metropolitano, Close realizza su commissione (siamo nel 2017) la serie Subway Portraits, dodici opere in mosaico ceramico posizionate permanentemente nella stazione Second Avenue-86th Street di New York City, sperimentando con successo la nuova tecnica esecutiva nei ritratti di personaggi famosi dell’arte, della musica, della cultura.

Visti i precedenti, non è quindi inaspettato in questa mostra il suo approccio alla tecnica musiva, dove i riquadri colorati delle tessere si adattano alla perfezione al macroscopico effetto pixel di tutte le sue opere precedenti, che se da vicino appaiono di difficile lettura per un sorprendente esito astratto, all'aumentarre della distanza restituiscono l'immagine di un ritratto molto realistico, ricomponendo un volto umano con effetto quasi tridimensionale.
Giocando sulle caratteristiche dei materiali, vetri, ceramiche, smalti policromi, Close realizza le sette opere esposte in mosaici di grandi dimensioni (presenti due autoritratti e i ritratti di Lou Reed, Lucas Samaras e Lorna Simpson), integrate da oggetti e documenti che testimoniano lo sperimentalismo e la creatività dell’artista, le famose fotografie polaroid, e anche arazzi, tappeti, stampe.

Presente anche una sezione che documenta le fasi realizzative dei mosaici della stazione newyorkese nei laboratori Mosaika Art and Design e Magnolia Editions, entrambi coinvolti nella ricerca e nell’invenzione di soluzioni tecniche inedite e innovative in grado di assecondare al meglio le esigenze espressive dell’artista.
Ravenna, MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna
“Chuck Close. Mosaics”
dal 5 ottobre 2019 al 12 gennaio 2020
link:
La mostra

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