La mostra, a cura di Elio Grazioli e Walter Guadagnini con l’allestimento grafico di Massimo Curzi e Leonardo Sonnoli, espone più di un centinaio di opere fotografiche eseguite da 57 fotografi italiani tra i più noti tra i quali Barbieri, Basilico, Battaglia, Benassi, Berengo Gardin, De Pietri, Dondero, Jodice, Paci, Scianna, Toscani, Robert Capa, Henri Cartier Bresson.
Il titolo della mostra, "The Families of Man”, (“La famiglia dell'uomo”), prende spunto da una mostra ideata nel 1955 dal fotografo lussemburghese Edward Steichen, ai tempi direttore del MOMA di New York, ed è stata visitata nelle varie edizioni da 10 milioni di persone tra l’entusiasmo della critica anche per il messaggio pacificatore lanciato allora in piena guerra fredda.
Oggi come allora le reazioni dei visitatori testimoniano l’attualità della formula, facendo della mostra una icona senza tempo nella storia della fotografia.
Steichen, prima fotografo di guerra poi di moda, diventa famoso quando scatta una fotografia a Greta Garbo nel 1928 e l’immagine viene in seguito scelta nel 1955 per la copertina della rivista Life.
Steichen progetta la prima esposizione nel 1955 documentandosi sugli archivi di “Life Magazine” e di varie agenzie fotografiche come “Magnum”, trasformandola poi in esposizione itinerante e realizzando per l’occasione la più grande raccolta fotografica esistente al mondo comprendente quasi 2 milioni di foto scattate in 68 paesi da 273 fotografi diversi di cui seleziona 503 scatti.
Nel 1964 Steichen chiede ed ottiene dal Governo americano di donare al Lussemburgo, sua terra d’origine, l’ultima versione della rassegna e nel 1994 la mostra trova la sua sistemazione permanente negli spazi del Château di Clervaux.
I problemi di trasporto, le inevitabili usure, gli spostamenti da una parte all’altra del mondo rendono necessario un primo restauro della collezione nel 1990 e un secondo negli anni 2010/2013, quest’ultimo più efficace grazie alle nuove tecnologie di restaurazione, pulitura, consolidazione e ritocco, anche grazie alla collaborazione con lo studio italiano Berselli di Milano.
La mostra si muove sul confronto di due filoni distinti ma contemporanei, uno più strettamente tematico ed uno più spiccatamente cronologico, articolati in un grande racconto epico straordinariamente ricco e documentato, proponendoci lo spaccato di un mondo che ha subito in quegli anni i più significativi cambiamenti della storia dell’umanità. |