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Venezia, Nulla perdura se non
il mutamento
di Ignazio Fresu
dal 30 giugno al 31 luglio 2007 |
Appesa al soffitto della sala espositiva
con dei sottilissimi fili di nailon, una installazione di tubi
pericolanti intrecciati in un equilibrio impossibile con lintento
di procurare nello spettatore un effetto di straniamento e di
precarietà immanente. |
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La mia installazione
dal titolo: Nulla perdura se non il mutamento tratto
dai Frammenti di Eraclito, si presenta come una
struttura instabile appesa al soffitto della sala espositiva
con dei sottilissimi fili di nailon, in palese contrasto con
lapparente pesante massa ferrosa arrugginita dei tubi
e dei giunti di cui si compone. Tubi pericolanti intrecciati
in un equilibrio impossibile con lintento di procurare
nello spettatore un effetto di straniamento e di precarietà
immanente, la percezione della caducità delluomo
e del suo tempo.
In tutte le mie installazioni ricerco l'intersezione di dimensioni
differenti e, di queste, colgo la trasformazione, la mutabilità.
Ritengo sia questa la condizione per recepire il senso di una
bellezza non convenzionale differente
e contrastante alla bellezza così come è
comunemente intesa. Quello, infatti, che cerco di realizzare
è una bellezza interiore che è per sua natura
precaria, traballante, effimera, fuggevole e prima di ogni altra
cosa insostenibile! Insostenibile poiché non è
specchio del discorso in cui si celebra la descrizione del mondo
raccontato, simulacro e rappresentazione dellimmagine
di se stesso e dellapparenza, narrazione del consenso.
Attraverso i mezzi di comunicazione di massa dalla tv a internet,
la realtà del mondo non è più discernibile
dal racconto del mondo, il consenso non avviene più sulle
cose, ma sulla descrizione delle cose, che ha preso il posto
della loro realtà. |
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Con i miei lavori intendo porre lattenzione sulla
realtà tangibile, utilizzando materiali impermanenti
e dando particolare risalto alla loro mutevolezza. Nellinstallazione
in questione ho utilizzato degli imballi di polistirolo, per
i giunti e tubi di cartone scartati dallindustria tessile,
ricoperti di materiali ferrosi di recupero e poi ossidati.
Attraverso la loro natura deperibile voglio rivolgermi alla
sfera interiore. Pur servendomi della mimesi - condizione
prioritaria nellarte - non intendo limitarmi a formulare
immagini illusorie ma proporre lopera nella sua reale
condizione dimpermanenza. L'impermanenza è veramente
la realtà di fronte ai nostri occhi: nulla persiste,
tutto cambia, e quasi mai cambia secondo il nostro desiderio.
Pur appartenendo a questo mondo di simulacri e nelle inevitabili
contraddizioni che i miei lavori implicano, guardo all'arte
non come ad un feticcio, come a qualcos'altro da sé,
bensì in sé. Non come ad un'essenza della cosa,
ma come la cosa in sé, capace di profondere bellezza
così com'è.
www.ignaziofresu.it
Venezia
SPAZIOEVENTI MONDADORI, San Marco 1345
Lesposizione dellinstallazione è prorogata
per la durata della Biennale di Venezia 2007.
English version
The showing of Ignazio Fresu's installation has been extended,
and will now be on show for the entire duration of the Venice
Biennale 2007.
English version
My installation entitled Nothing lasts except change,
taken from Heraclitus Fragments appears
as an unstable structure hanging from the ceiling of the exhibition
room, held by fine nylon thread, in clear contrast with what
appears to be a heavy, rusty iron mass of disintegrating pipes
and joints. These precariously balanced intertwined pipes
are meant to create within the observer a feeling of alienation
and imminent precariousness, the perception of the infirmity
of man and of his times. In all of my installations I seek
the intersection or overlapping of different dimensions and
from these I capture the transformation or mutability. I believe
this to be the condition required to capture the sense of
an unconventional beauty which is different from
or in contrast to beauty as it is normally understood.
What I try to render, in fact, is inner beauty which is by
nature, unstable, ephemeral, precarious, fleeting and above
all else, unsustainable! This inner beauty is unsustainable
because it is not the mirror image of a discourse in which
the narrated description of the world is celebrated. It is
neither a simulacrum nor a substitute, neither a representation
of its own image nor of what it appears to be. Nor does it
does relate a consensus.
Through means of mass communication ranging from TV to internet,
the reality of the world can no longer be distinguished from
the story of the world. Consensus is no longer on actual things
but on the description of things which has taken the place
of the reality of those things themselves. Through my works
I wish to draw attention to tangible reality by using impermanent
materials and by giving particular emphasis to their changeability.
In the installation in question I have used polystyrene packaging,
for the joints and pipes, cardboard rolls thrown away by the
textile industry, which I have covered in recuperated iron
materials which have subsequently been oxidised.
Through their perishable nature I wish to reach their inner
sphere. In spite of my use of mimesis or imitation, a primary
condition in art, I do not intend to limit myself to formulating
illusory images but wish to offer the work in its real, impermanent
state. Impermanency is actually reality before our eyes: nothing
lasts, everything changes and it hardly ever changes as we
would like it to. Notwithstanding the fact that I belong to
this world of simulacrums or substitute images and in spite
of the inevitable contradictions which my works imply, I look
upon art not as a fetish, as something apart from itself but
as within itself. I see it not as an essence of a thing but
as the thing itself, able to bestow beauty just as it is.
www.ignaziofresu.com
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