È del 1981 la performance Automanifestazione e autoidentificazione
corporea con l'uso della Polaroid. Sempre nel 1981, la mostra
di elaborazioni monocromatiche Carene; nel 1982, la mostra
di elaborazioni e libro in fotocopie Garibaldi vis à
vis sé guardante precario doppio; nel 1983, al Teatro
Comunale dell'Opera di Genova, la mostra in 9 foto-grafie
San Giorgio e il drago, ironia di una assenza.
Negli stessi anni inizia le sue ricerche sul movimento e
come logica conseguenza entra in contatto con lo sport. Inizia
una sperimentazione su due versanti: verosimiglianza e de-formazione.
La prima lo porta, con l'uso esasperato sia dei grandangoli
che dei teleobiettivi, a esaltare l'azione, il gesto degli
atleti; la seconda a reinterpretare creativamente le forme
e i colori del movimento, del dinamismo, sia in fase di ripresa
che in fase di elaborazione (prima chimica poi digitale).
Tra le sue mostre più significative:
They Are Coming - Milano, 1985
Lo sport nella stampa internazionale - SICOF Spazio Cultura,
Milano, 1987
Omaggio a Marian Skubin - Museo della Scienza e della Tecnica,
Milano, 1988
Cromodinamiche - 61° Gran Premio d'Italia, Autodromo
di Monza, 1990
Colori e Magie - Roma, Firenze, Milano, Bologna, 1994/1995
Percezioni cromoliquide - Imperia, Roma, 1997
Foto Grafie - Siviglia, Milano, Genova, 1997
Lanterna e dintorni - Salone Internazionale, Genova, 1997
Alchimia - Perth, Losanna, Biella, Imperia, 1998
Toward an exhibition - Coppa Davis (Italia-India), Genova,
1998
Flusso di colore - Area Regione Liguria, Salone Nautico,
Genova, 1998
Il senso della sfida - Asti, 1999
Decolor-azione - Museo dello Sport, Genova, 2001
Tracce - Centro Culturale Il Tempietto, Genova, 2001
Immagini per 9 posters - Prato, 2002
Open Space Black & White - Atrio Liceo G.D. Cassini,
Genova, 2003
Foto Grafie di Sport - Grand Hotel Diramare, S. Margherita
Ligure, 2004
Attraversando lo sport - Pontremoli, 2004
Celebri Azioni Astronomiche - Atrio Liceo G.D. Cassini, Genova,
2003
Orvieto Fotografia - Palazzo dei Sette, Orvieto, 2005
Oltre lo Sport - Galleria Lebowski, Genova, 2005
Assonanze - Galleria Studio Fontana, Albisola Marina, 2005
Modificazioni percettive - Salone del Minor Consiglio, Palazzo
Ducale, Genova, 2005
Solid Water - MondoMare Festival, Sanremo, Savona, Lavagna,
Lerici, 2007
Hanno pubblicato sue fotografie, in Italia e all'estero,
le testate: Airone, American Football Magazin (Germania),
Aqua, Autosport (U.K.), Car (U.K.), Class, Crol (Spagna),
Elle, Epoca, Espansione, Excelsior, Gente Motori, Gente Viaggi,
Il Corriere Mercantile, Il Mondo del Nuoto, Il Mondo del Rugby,
Il Secolo XIX, Il Venerdì di Repubblica, King, La Gazzetta
dello Sport, La Gazzetta dello Sport Magazine, La Repubblica,
L'Espresso, L'Espresso Sport, Lo Sport Italiano, Max, Mondo
Barca, Mondo Sommerso, No Limits World, Offshore Tribune,
Oggi, Panorama, Soprattutto, Spazio Sport, Sport Magazin (Austria),
Sport USA, Sport Week, Superbowl, Superfootball, Swimming
World (U.S.A.), The World of Swimming, Tutto Musica e Spettacolo,
Uomo Mare, Viaggiare, Waterpolo (Grecia), ecc.
Negli anni, le più prestigiose riviste di fotografia
(Progresso Fotografico, Reflex, Il Fotografo, Zoom, Photographies
Magazine, ecc.) hanno dedicato ripetutamente ampio spazio
alle sue immagini e ricerche.
Nel 2004 ha ricevuto il Premio Speciale "Lo sport nelle
immagini" nell'ambito del Bancarella Sport e il Premio
"Giornalista Sportivo dell'Anno" designato dal Gruppo
Ligure Giornalisti Sportivi.
Hanno utilizzato sue immagini aziende come Arena, Canon,
Diadora, Diana, Enciclopedia Treccani, Enichem, Enimont, Fiat,
Fiera Internazionale di Genova, IP, OMP, Paul Picot, Speedo,
Stiassi, ecc.; e diverse Federazioni Sportive italiane ed
estere si sono avvalse della sua collaborazione creativa.
Sue immagini sono state scelte da Arti Grafiche Bicidi per
gli esclusivi calendari Modificazioni percettive (2007) e
Solid Water Liquid Bodies (2008) in tiratura limitata e numerata.
Da diversi anni tiene corsi teorico-pratici di fotografia,
seminari e workshop per Istituti Superiori, Licei, Enti. Nel
biennio 2004/2005 ha collaborato con il Corso di Laurea in
Scienze Motorie, Facoltà di Medicina e Chirurgia di
Genova.
Nel volume "Il Mondo della Comunicazione" del libro
di testo per il biennio delle scuole superiori "Interpretare
il Mondo" (a cura di Leila Corsi, G.B. Palumbo Editore,
2001), nella sezione dedicata alla fotografia gli sono state
dedicate 3 pagine su 30.
Sue opere sono conservate in musei italiani e esteri.
La Forma e la De-Forma
Quello di Massimo Lovati è davvero un caso a sé.
Come uomo, come fotografo, come artista. Separatamente, e
nel complesso. In realtà queste sue tre facce si intrecciano,
inestricabilmente, rendendo il risultato ancora più
sorprendente delle singole parti.
Partiamo dall'artista, per passare attraverso il fotografo
e l'uomo, per tornare infine all'artista.
Lovati infatti nasce al mondo come artista visivo, pittore
e sperimentatore di forme e colori. Non è estranea
a tali attività l'influenza di Rocco Borella e Attilio
Carreri, artisti e insegnanti al Liceo Artistico e all'Accademia
Ligustica di Belle Arti, che attorno a sé, negli ambienti
genovesi degli anni '60-'70 specialmente dediti alle ricerche
ottico-percettive, avevano saputo stringere e crescere un
buon numero di giovani creativi spesso loro allievi. La particolare
sintesi tra le geometrie dell'arte concreta e le altrettanto
rigorose licenze dell'informale, appresa dai maestri amici,
lascerà un segno profondo anche nell'irrequieto Lovati,
indirizzatosi decisamente verso l'attenta sperimentazione
cromatica e formale.
L'adozione del linguaggio fotografico, avvenuta a cavallo
tra gli anni '70 e gli '80, gli suggerisce nuovi orizzonti
espressivi. La scomposizione e ri-composizione del movimento
nello spazio, peculiare del fotoscatto, e di conseguenza la
frammentazione anche concettuale delle forme sensibili, che
il fotogramma isola e anatomizza e de-costruisce allo stesso
tempo, gli paiono congeniali nel sospingerlo verso i suoi
interessi di ricerca. Perciò il neo-fotografo, per
natura dotato di un fisico possente e di uno spirito dinamico,
in modo quasi inevitabile approda sui lidi della fotografia
di sport.
È in questo settore che in brevissimo tempo Lovati
si conquista una fama speciale, vasta e del tutto meritata.
Il suo modo di operare procede su due binari paralleli: quello
più "realistico", peraltro più adatto
a trovare posto sul mercato dell'immagine documentaria e giornalistica,
e quello più "interpretativo", con foto-grafie
(come egli stesso ama definirle, volendo sottolinearne la
pregnanza semantica di "scrittura luminosa") destinate
al mercato dell'arte, fonte di una anche maggiore soddisfazione
personale.
Da un lato, dunque, i suoi obiettivi seguono e congelano
gli atleti nei momenti epici e spettacolari classici
dell'evento sportivo: il movimento e lo sforzo fisico,
le forme corporee come volumi scultorei, l'emozione della
gara tra sconfitte e vittorie, e le mille concitazioni insite
nella competizione. Sull'altro versante, ecco invece il cosciente
e voluttuoso abbandono della forma riconoscibile per abbracciare
la sorpresa sempre nuova della de-formazione: allungando ad
esempio i tempi di otturazione dello scatto, muovendo la fotocamera
lungo piani non paralleli al moto della corsa ripresa, i corpi
si sfaldano, i colori esplodono come fuochi d'artificio, gli
ambienti s'indefiniscono, le sagome metamorfosano, la realtà
muta pelle e si trasforma in pura immaginazione onirica, pittorica.
Il trovarsi sempre in prima fila ai vari Campionati Italiani,
Europei, Mondiali, Olimpiadi, via via per le varie discipline
del nuoto, l'automobilismo, lo sci, il basket, l'equitazione,
il rugby, il canottaggio, l'atletica leggera, il calcio, il
motociclismo, la vela, e tutto il resto che si può
immaginare, ha fornito a questo artista foto-grafico l'occasione
di sperimentare in varie direzioni e con numerosi risultati
complementari. Molto in anticipo sui tempi, nondimeno, ben
prima dell'avvento delle tecnologie digitali tanto in ripresa
quanto in postproduzione, già Lovati produceva immagini
mai viste prima, di grande audacia visiva e di innovativa
pregnanza estetica.
Forse le più note tra le sue opere sono quelle dedicate
al nuoto, foto scattate a bordo vasca su tempi brevissimi
e con felicissimi esiti spettacolari (la serie raccolta nella
fortunata mostra itinerante Solid Water, dove l'altissima
velocità dei corpi dei nuotatori si tira dietro le
molecole d'acqua in incredibili veli, bolle, proboscidi, barbe,
tute, cuscini, mille forme inedite che l'occhio umano da solo
non aveva mai potuto registrare prima). Ma ogni forma di sport
lo ha visto cimentarsi nel produrre la sua corrispondente
de-forma: quasi come se la foga dell'agone che si svolge sul
campo sia causa, a propria volta, di un'analoga concitazione
nell'artista che la vuole fissare e interpretare a suo modo;
come se lo sforzo del foto-grafo gareggi con quello dell'atleta;
come se il senso della sfida dei propri limiti sia nell'atmosfera,
si espanda dall'uno all'altro, si beva nell'aria condivisa
e pervada tutto e inebri tutti. Anche noi, alla fine, che
per ultimi partecipiamo, da lontano ormai, all'evento.
Massimo Lovati è un irruente, un individuo dalla personalità
fisica e travolgente, un vortice a volte fin stordente di
vitalità. Le sue opere, così anticonvenzionali,
in parte lo rappresentano e in parte no. Ora capisci come
nascano dall'esercizio quotidiano della sua imprevedibilità,
dalla scelta coraggiosa del cimento a tutti i costi, dal suo
senso ludico perfino; ora non capisci come gli riesca infine
di governarle nella loro programmatica centrifuga anarchia,
di riordinarle in tanta composta armonia, di trasfigurarle
ed elevarle in una dimensione poetica. La realtà è
lontana, piegata, superata, vinta.
Ciò che le grafie luminose di Lovati ci regalano è
un'appendice inattesa a quanto già conosciamo, un improvviso
extra di realtà un occhio in più, veggente,
tra i nostri due (solo) vedenti. È grazie alla sua
tecnica di fotografo, alla sua impetuosità d'uomo,
alla sua sottigliezza d'artista che vediamo l'invisibile,
viviamo l'invivibile. Le sue gare le sa vincere anche lui,
a modo suo.
Ferruccio Giromini
il colore veloce / foto-grafie di massimo lovati
mostra a cura dell'Associazione Culturale OCCHIO!
testo critico di Ferruccio Giromini
Genova, Musei di Strada Nuova
Palazzo Rosso, Auditorium Musei di Strada Nuova
27 settembre - 21 ottobre 2007
Orario: Mar-Ven 9.00-19.00 - Sab e Dom 10.00-19.00 - Lun chiuso
Inaugurazione: giovedì 27 settembre, ore 18.30
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