Voglio essere sincero. E' da tempo che ho in mente di organizzare
un'esposizione con que-sto titolo e legittimamente molti dei
lettori si chiederanno il perchè di questo mio desiderio.
Tutto nasce sicuramente da una concreta, e oserei aggiungere,
triste realtà dell'arte contem-poranea italiana. Un
situazione a dir poco comica, in cui artisti che possiedono
un imponen-te talento vengono, per lo più delle volte,
tralasciati e dimenticati chissà per quale motiva-zione
(in realtà ce ne sarebbero molte) nell'oblio più
profondo.
Ovviamente da parte di questi e delle poche istituzioni private
che si occupano di loro, si genera una sorta di risposta automatica
(quasi una sfida) nei confronti di queste perverse circostanze.
Proprio uno di questi generosi organismi è la Galleria
d'Arte Contemporanea Selezione Arte di Verona, il quale ha
come obiettivo primario la diffusione e commercializ-zazione
di talenti "non riconosciuti" dal grande pubblico
e l'organizzazione di importanti eventi in spazi pubblici
in tutta la città scaligera e provincia. Non è
certamente il mio intento pubblicizzare gli obiettivi della
galleria ne tantomeno creare una diatriba su come si sia ri-dotta
l'arte contemporanea nel nostro paese, rischierei solamente
di creare noiose polemiche e di allontanarmi dalla mostra
in questione alla quale invece voglio dedicare le mie prossime
parole. V.M. 18 è un'esposizione senza dubbio dal titolo
immediato, fastidioso, aggiungerei con azzardo "provocatorio"
almeno per un pubblico non ancora educato pienamente, alla
lettura dell'arte di come si è sviluppata ai giorni
nostri. La sigla vietato ai minori di diciotto anni dispone
immediatamente uno stato di allerta, un'entrata nella zona
"rossa". Con tale acronimo sono state censurate
moltissime realtà, a partire dai film, che per esempio
presen-tato scene di sesso esplicito o di abbondante violenza,
copertine dei dvd o cd musicali che mostrano immagini o linguaggi
il quale possano offendere la morale della società.
Dispone di un qualcosa di proibito, qualcosa che deve essere
visto solo da persone adulte. So già che molti penseranno
che una mostra con un simile titolo avrà dei contenuti
forti, disturbanti, magari inseriti volutamente per importunare
gli osservatori. Fortunatamente posso subito tranquillizzarvi,
e dirvi che la mia scelta degli artisti è stata fatta
con molta previdenza senza correre il rischio di cadere nella
"scontata" provocazione che molto spesso adocchiamo
ai giorni nostri. Soprattutto perchè oramai la provocazione
vera è propria, secondo un mio pa-rere personale è
"scaduta" e d'altro canto risulterebbe inutile,
per non dire nauseante, ripe-terla per l'ennesima volta. Abbiamo
visto tutti gli esperimenti del secolo scorso, in cui la maggior
parte dell'arte è approdata alla provocazione in tutte
le salse possibili. Basta pensa-re a i primi esperimenti di
Body Art negli anni Settanta, come Herman Nitsch e le sue
per-formace, oppure al famoso e fin troppo discusso crocifisso
immerso nell'urina, sperma e sangue di Andres Serrano (Pisschrist,
1988), ai Nudes di Thomas Ruff fino ad arrivare alle attuali
e ben discutibili "bravate" di ConiglioViola. Tutte
azioni in cui il pubblico rimane - ancora oggi - letteralmente
sconvolto.
V.M. 18 non vuole essere provocazione "gratuita"
ne vuole sconfinare in connubi tra eroti-smo e religione,
morte, pornografia, etc. Personalmente la definirei una mostra
dal contenu-to fortemente erotico ma vellutato, senza ingredienti
che si inoltrano in una sfrenata esage-razione. La circoscriverei
piuttosto, come un elegante elogio al corpo e alle sue espressioni
carnali ed emozionali. Allora miei cari lettori, vi domando;
come non possiamo commuo-verci davanti a Three Whishes della
giovane artista siciliana Maria Novella Petruso? Un trit-tico
fotografico dal dolce sapore erotico, una genuina icona della
bellezza femminile. Un'opera in cui godiamo letteralmente
del massimo splendore dell'erotismo femminile. Questo sentimento
non si spegne fortunatamente, ma lo ritroviamo nelle opere
della verone-se Silvia Tosi che tramite dei piccoli interventi
digitali sulle immagini, fa assumere alle sue fotografie una
simbologia personale, una sorta di intimo diario scritto con
l'ausilio dello strumento fotografico. Anche in Catia Ceccarelli
alias Koshka scorgiamo uno studio pro-fondo sul corpo, con
luci dallo stampo seicentesco che si contrappongono in una
composi-zione lineare, vergine, senza interposizioni. Possiamo
capire quindi che la visione femminile mostra senz'altro un
esercizio più cedevole, uno sguardo morbido, quindi
una caratteristica portante del sesso femminile. Solo l'americana
Susan Dutton si avvicina con i suoi acque-relli ad un lettura
più dura, più irruente ma sempre affrontata
con una sensibilità e ironia prettamente femminile.
Per esempio in "Ho i piedi freddi" c'è un
richiamo alle opere degli altri artisti che prendono parte
alla mostra come Raffaele Mortelliti, Giuseppe Petrilli e
Ro-berto Formigoni in cui il corpo della donna diventa specchio
di un erotismo puro, ritratti che vanno osservati in tutta
la loro aggressività e la loro magnificenza estetica.
Se vogliamo li possiamo definire sarcasticamente una visione
"da maschio" in cui questi personaggi cerca-no di
farci comprendere quanto c'è di altamente seducente
nella carne femminile.
In Mortelliti e nel suo ciclo Diavolerie utilizza semplicemente
una bicromia di rosso e nero nel quale cogliamo un aspetto
demoniaco, una tentazione alla quale non possiamo assoluta-mente
sottrarci. Mentre con le opere di Petrilli realizzate in una
salsa neo-pop scorgiamo un evidente studio più vicino
alla nostra contemporaneità, strutturata per lo più
su una sfera ti-picamente pubblicitaria. Ma soprattutto la
curiosità delle sue opere deriva dalla intrigante metodologia
di realizzazione. Parte dal disegno, successivamente ad un'attenta
elaborazione al computer e infine alla stampa digitale su
forex. Quindi la contaminazione di strumenti è essenziale
nella sue arte, ma soprattutto diventa inevitabile il loro
utilizzo nella nostra con-temporaneità. Come artista
di punta, abbiamo il bresciano Roberto Formigoni che si spinge
oltre l'erotismo più classico, le sue opere sono le
più "dure" di tutta l'esposizione. Tratte
dal ciclo EROSione di segni, i nostri occhi incrociano immagini
di scene hard riprodotte su car-ta. Con questi spettacolari
disegni Formigoni fa un omaggio ad uno dei più grandi
artisti del XX Secolo e suo maggiore ispiratore; Egon Schiele.
Segni incisivi di una mano matura e consapevole del proprio
talento, Formigoni cerca di ripercorrere le strade e le viscerali
emo-zioni del pittore austriaco. Nuove immagini, fiammanti
realtà vengono generate con cura, di cui la carne è
protagonista assoluta. Il corpo, questa volta, non è
aggraziato, non è più sino-nimo di dolcezza,
ma bensì ci appare nella sua più totale inclemenza.
Un visione di un am-plesso sessuale svela la parte più
ancestrale della natura umana, i corpi si fondono, la carne
si tocca. Formigoni non ha timore di apparire "provocante"
ad occhi indiscreti, non gli inte-ressa di come la gente "la
prenderà". Con le sue opere ci svela realmente
una delle più rag-guardevoli pulsioni della razza umana.
Dopo tutte questi artisti che lavorano con la bidi-mensionalità,
mi sono chiesto come potesse mancare all'interno dell'esposizione
un evento teatrale? Era inevitabile, credo. Ed è per
questo che nella serata inaugurale ci sarà una per-formance
della giovane artista bergamasca Angellore.
Si esibirà in una serie di mini-spettacoli inoltrandosi
in un o spettacolo burlesco che avrà come protagonista
il mondo erotico e tutti gli aspetti negativi e positivi che
lo contornano. Concludendo posso dire che sicuramente a molti
occhi potrà sembrare una mostra "banale"
e come non posso darvi ragione? Ci sono ogni anno migliaia
di vernissage su questa temati-ca. Ma allora vi chiedo perchè
mostre simili continuano? Credo a piena forza che tutto ciò
fa parte della nostra della nostra indole più intima,
di conseguenza non si può restare in si-lenzio di fronte
a questo argomento, maggiormente per chi opera in arte. L'erotismo
è parte fondante della nostra natura, è pulsione,
e in quanto tale senza di esso saremmo esseri senza vita,
essere senza anima, diverremmo prigionieri della nostra stessa
indifferenza.
Dario Lanzetta
Artisti partecipanti
Angellore
Giuseppe Petrilli
Koshka
Maria Novella Petruso
Raffaele Mortelliti
Roberto Formigoni
Silvia Tosi
Susan Dutton
Verona
Mantra, Via Cantarane, 2
dal 18 ottobre 2007 al 17 gennaio 2008
inaugurazione: Giovedì 18 Ottobre 2007, ore 19.00
(durante la serata performance di Angellore)
visitabile tutti i giorni dalle 08.00 alle 02.00 e sabato
e domenica dalle 18.00 alle 02.00
Per informazioni
Selezionearte-Galleria d'arte contemporanea
Tel. +39 3487560462 selezionearte@libero.it
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