Il mecenatismo non è il semplice collezionismo.
Può condividere con il secondo una speciale passione
per larte o un rapporto personale con gli artisti, ma
se ne differenzia per un aspetto fondamentale: il mecenatismo
fa nascere le opere darte, laddove il collezionismo se
ne appropria (o se le aggiudica). In questo senso, la nostra
è sì un epoca di numerosi e avveduti collezionisti,
ma di rari mecenati, perché per esserlo bisogna pensare
allarte non come ad un oggetto di desiderio o di scambio,
come qualcosa che scaturisce dal niente per il semplice fatto
che si vuole che essa entri nel mondo e lo renda, se non migliore,
almeno più ricco.
E ovvio che il mecenatismo non è solo una ingenua
idealità. Persino i più antichi o illustri mecenati
del passato usavano la promozione ed il sostegno alle arti
per fini che poco avevano a che fare con esse, ma è
un fatto che senza tale opera di promozione e di sostegno
quello che chiamiamo committenza, insomma non
avremmo avuto il Rinascimento.
In epoca moderna, però, il mecenatismo è stato
gradualmente sostituito dal collezionismo e ciò è
avvenuto non solo perché i pubblici poteri, in specie
in Europa, si sono indirizzati verso la costituzione di musei,
ma anche perché, per converso, linteresse per
larte ha assunto in molti casi una forma ed una dimensione
private.
Il mecenatismo moderno ha comunque avuto anchesso i
suoi esiti museali. Senza citare i fin troppo eclatanti casi
statunitensi dei Mellon, dei Kress, dei Guggenheim, in terra
europea abbiamo avuto, più di recente, personaggi di
notevolissimo spessore come i fratelli Saatchi in Gran Bretagna
o gli italiani Giuseppe Panza di Biumo e Giuliano Gori, o
come il tedesco Peter Ludwig .
Da circa un anno lazienda tedesca Wurth ha aperto alle
porte di Roma un proprio spazio espositivo, che affianca gli
altri già in attività in Germania ed in alcuni
paesi europei. Si tratta dellArt Forum Wurth di Capena,
dove attualmente è in corso una grande mostra del pittore
Thomas Lange interamente dedicata alla famiglia Wurth.
Lange, classe, 1957, è un pittore formatosi nel clima
neoespressionistico della Heftige Malerei degli anni Ottanta.
Alla fine degli anni Ottanta la sua prima opera entra nella
Collezione Wurth. Con Genesi Wurth, limprenditore Reinhold
Wurth e la sua famiglia diventano, proprio come i mecenati
del passato, i protagonisti di un ciclo pittorico in cui si
esprime lattenzione del pittore per la tematica del
tempo, del confronto fra passato e presente e del destino
ultimo delluomo.
Nel ciclo Melodia Apocalittica, il punto di partenza sono
le note xilografie di Albrecht Durer dedicate ad illustrare
lApocalisse di San Giovanni, con le quali Lange entra
in una sorta di dialogo che si muove fra citazionismo e confronto
iconografico, dal quale si emancipa un discorso personalissimo
e profondo sullaccadimento apocalittico come nuovo inizio,
come possibilità di rinascita per luomo.
Da questa mostra giungono anche motivi per riflettere sullo
stato del rapporto fra artista e committente, questione che
pareva scomparsa dalla scena artistica del contemporaneo,
ma che invece ritorna prepotentemente alla ribalta e non solo
in questa occasione. Essa riguarda, in ultima analisi, la
libertà creativa dellartista, come pure lautonomia
del suo linguaggio pittorico, temi di significativa valenza
critico-teorica ai quali tuttavia Lange, da artista, corrisponde
nellunico modo in cui può farlo: con la concretezza
della sua opera, in cui è dato di vedere il compiersi
di una trasformazione e di un trascendimento: quello dalla
mera occasionalità o dalla congiuntura alla dimensione
paradigmatica di un tempo e di un mondo che appartiene a tutti.
In questo, forse, risiede il dono più grande che Lange
può fare al suo committente: quello di renderlo universale.
Thomas Lange
Genesi Wurth Melodia Apocalittica
Capena (Roma)
Art Forum Wurth,
7 luglio-28 ottobre 2007
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