Personaggio eclettico, sin dai
suoi esordi Andy Warhol è stato considerato un emblema
della cultura americana degli anni Sessanta e Settanta. Pittore,
fotografo, cineasta, scrittore (filosofo e sociologo), promoter
di gruppi musicali e teatrali, editore, animatore della vita
mondana newyorkese, ma soprattutto grande comunicatore, Warhol
creando la Factory inventò la corporation
dell'artista, il sistema di lavoro della collaboration.
La Factory di Warhol era un luogo a destinazione collettiva
in cui giovani artisti newyorkesi potevano trovare uno spazio
accogliente e collaborativo per esprimere la propria creatività,
per di più sotto l'egida di quello che era già
un mito nella realtà artistica dell'epoca. Nella Factory
soggiornarono molti personaggi che poi sarebbero divenuti
famosi, come Jean-Michel Basquiat e Keith Haring, alcuni venuti
anche da molto lontano per compiere quella esperienza, come
Francesco Clemente.
Luogo splendente della luce dell'arte, ma offuscato anche
da molte ombre, la Factory ha una storia che non manca di
episodi inquietanti ed ambigui.
Fu lì che il 3 giugno 1968 Valerie Solanas, artista
della Factory, sparò ad Andy Warhol e al suo compagno
di allora Mario Amaya, senza tuttavia ucciderli. In particolare
Andy Warhol riportò gravi ferite, salvandosi per puro
caso dal tentativo di omicidio. La Solanas motivò il
suo folle gesto affermando che si sentiva soggiogata e troppo
controllata dalla personalità di Warhol, che quasi
la privava della sua volontà, portando così
alla luce il fatto che, all'interno della comunità,
non tutto era limpido e trasparente.
Tant'è che, dopo quell'episodio, Warhol diminuì
drasticamente le sue apparizioni pubbliche, forse per invalidità
fisiche, forse per non attrarre eccessiva attenzione sulla
sua gestione della Factory.
Su questa straordinaria esperienza di vita comune si articola
la mostra, che intende ricreare l'atmosfera della Factory
così come veniva vissuta in quegli anni magici ed eccessivi.
Le opere esposte vanno dagli anni '50 agli anni '80, tra le
più note figurano la serie 'In the Bottom of My
Garden' (1955), 'A Gold Book' (1957), 'Wild
Raspberries' (1959), una serie di celebri serigrafie
raffiguranti Marilyn Monroe (1967), Paloma Picasso (1975),
i barattoli di Campbell’s Soup (1969), Flowers
(1970), Electric Chair (1971), Mao (1972),
Mick Jagger (1975), la famosa serie dedicata ai travestiti
di colore 'Ladies and Gentlemen' (1975), agli ebrei
più famosi del XX secolo 'Ten Portraits of Jews
of the Twentieth Century' (1980), all’epopea del
West 'Cowboys and Indians' (1986), fino a 'The
Last Supper' (1987), elaborazione dell'Ultima cena di
Leonardo, realizzata da Warhol poco prima della morte, un
omaggio all'arte italiana, che egli apprezzava molto.
Una sezione della mostra presenta le copertine realizzate
Warhol per il mercato discografico, alcune delle copertine
più famose della storia del rock, due per gli album
dei i Rolling Stones, una per i Velvet Underground e altre
per Aretha Franklyn, Paul Anka, Miguel Bosè, oltre
ad alcune copie della rivista Interview da lui fondata,
con le cover dedicate a divi del cinema (Marisa Berenson,
Tom Cruise, John Travolta), ed infine film e libri sia suoi
che a lui dedicati.
Parma - Mamiano di Traversetolo
Fondazione Magnani Rocca
via Fondazione Magnani Rocca 4
Dal 16 marzo al 6 luglio 2008,
dal martedì alla domenica orario continuato 10-18 (la
biglietteria chiude alle 17)
Lunedì chiuso.
Tel. 0521 848327 / 848148 Fax 0521 848337 info@magnanirocca.it
www.magnanirocca.it
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