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In Italia
Al Palazzo Ducale di Genova, dal 9 settembre 2021 al 20 febbraio 2022 grande mostra di Maurits Cornelis Escher. |
All'estero
Parigi, all’Espace Lafayette-Drouot "The World of Bansky”, su 1200 mq. esposte un centinaio di opere del più famoso street artist del mondo. Fino al 31 dicembre 2021.
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Milano, R I - F L E S S I O
N I
2 ottobre - 2 novembre 2008 |
Creatività ecclettica,
poetica, sensibile nell’incontro fra Lorella Salvagni
(Mantova) e Candida Ferrari (Parma). |
CANDIDA FERRARI
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Sembra impossibile che il lavoro di Candida
Ferrari sia nato da esordi geometrici e analitici,
eppure, considerando le cose secondo una prospettiva che va
al di là di certe miopie linguistiche, la coerenza
del suo percorso nasce da un amore per il colore e per la
luce che negli esempi iniziali della sua ricerca era già
fortemente evidente e che l’ha portata alla trasparenza
e alla relazione con una stesura pittorica intrinsecamente
legata alle dinamiche dello spazio e dell’ambiente in
rapporto con la storia e lo scorrere del tempo.
Furono due situazioni espositive ad essere importanti per
l’accoglimento della luce come dimensione naturale,
una mostra del 1991 con grandi acetati sovrapposti e stratificati,
a cura di Luciano Caramel alla Galleria Mazzocchi di Parma,
e “Accordi di luce” a cura di Vittoria Biasi,
in cui Ferrari proiettava immagini in dissolvenza sui monumenti
dello Stadio di Domiziano “vestendone” i resti
con l’impalpabile corporeità dei suoi lavori.
Da allora ad oggi il filtro cronologico ha assunto una consistenza
sempre più rilevante arrivando ad abbracciare il colore
come colatura oggettuale in relazione con il divenire lento
e progressivo di una traccia impressa gradualmente, e che
coperta dalle stratificazioni del tempo, diventa una sorta
di libro le cui pagine vanno sfogliate per leggere il racconto
delle immagini necessarie della storia.
Oggi, dopo che il corpo di questa ricerca ha trovato anche
una dimensione oggettuale e installativa, e dopo che il rapporto
con la luce è divenuto compiutamente trasversale, Candida
Ferrari è pronta a misurarsi con gli opposti concettuali
più assoluti, quelli della rifrazione dell’argento
e della densa consistenza del bitume colato su una superficie
specchiante, che la porta a toccare i territori di una raffinata
trascendenza.
Candida Ferrari vive e lavora a Milano. La sua galleria di
riferimento è lo Studio Maria Cilena Arte Contemporanea.
Oltre agli eventi citati nel testo e nell’impossibilità
di segnalare in maniera completa il curriculum dell’artista,
si segnalano
il Concorso Immaginaria del 1992 (Secondo premio; giuria composta
da A. Bonito Oliva, D. Palazzoli, B. Munari, G. Politi, T.
Pericoli) e la recente personale del 2005 a cura di G. Bonomi
alla Galleria San Ludovico di Parma dal titolo Sfogliando
pagine di luce e ombra.
Elena Forin |
LORELLA SALVAGNI
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Forme e luce
Breve nota su alcuni lavori di Lorella Salvagni
Parlare della
luce in poche righe sarebbe, quanto meno, una banalizzazione.
La luce è simbolo, spiritualità, fa parte della
storia collettiva e personale di ognuno di noi.
In un momento artistico come quello che stiamo vivendo dove
molti nipoti innaturali di Marcel Duchamp, realizzano opere
al fine di provocare, di scandalizzare, mi paiono di una certa
purezza i recenti lavori di Lorella Salvagni qui in mostra.
Ha dato la luce a degli oggetti particolari, che in qualche
modo le appartengono, per riuscire a stimolare nello spettatore
quel senso di stupore, di meraviglia, che si prova da bambini
di fronte alla scoperta delle cose, anche le più normali.
In mostra sono tre oggetti ai quali Salvagni ha dato la luce.
Una scala lunga tre metri. Per raggiungere cosa?
Chissà? Il tutto o forse il nulla.
È la tensione al superamento dei limiti. Si tratta
di una scala di ferro battuto grezzo, ma a guardarla di profilo
ci propone tutta la sua morbidezza, come un corpo flessuoso
in una sorta di
ambiguità materiale.
I pioli sono usurati: molti sono i tentativi di ascesa nella
vita di ciascuno.
Quindi un gruppo di forme che si ripetono. Sono schiene di
violini, realizzate in plexiglass. Ma una delle forme è
una autentica schiena di violino. Arriva dal Giappone ed è
stato realizzata con un unico pezzo di legno. Anche qui l’attrazione
di Salvagni è nei confronti della forma.
Il violino è uno strumento, in tutti i sensi armonioso,
la sua voce è la più vicina a quella umana.
Il suo suono, completo e complesso, è un canto drammatico
e dolce al tempo stesso. Lorella vorrebbe saperlo suonare,
ma non ha avuto l’occasione di studiarlo. Così
l’opera rappresenta una sorta di sogno irraggiungibile,
illuminato dalla forza impalpabile della luce.
Questi che potrebbero apparire a uno sguardo frettoloso degli
oggetti di design, delle lampade dalla forma particolare,
sono in realtà opere che rimandano all’esistenza,
non tanto da un punto di vista dei fatti, della narrazione,
della memoria, quanto da un punto di vista emozionale, spirituale.
Così le anfore di creta, colorate di rosso, nelle quali
la luce illumina la concavità buia, quasi a sembrare
un fuoco. Il rimando è al ventre materno, all’esperienza
della vita. Qui la luce è come un fuoco che abbraccia
lo spettatore e lo coinvolge nella poesia naturale dell’evento.
Angela Madesani |
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Milano
Via C. Farini 6
R I - F L E S S I O N I
2 ottobre - 2 novembre 2008
martedi/venerdi dalle 15,30 alle 19,00 e/o su appuntamento
M A R I A C I L E N A
STUDIO PER L’ARTE CONTEMPORANEA
tel. +39 02 29013026
www.mariacilena.it
info@mariacilena.it
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