Il rosso che provoca eccitazione
e spinge verso l'attività, denota un senso di forza
e di sicurezza.......
Il giallo, caldo, irradiante, luminoso suggerisce espansione
e movimento......
Le grandi tele di Mark Rothko degli anni 40/50 appartengono
al periodo della piena maturità artistica, in cui egli
definisce il suo stile pittorico fatto di cromatismi leggeri
e di quell'astrattismo sublime e metafisico col quale esprimere
un'aspirazione comunicativa non specifica, basata su una simbiosi
cosmica gioiosamente intellettualistica: sono tele vivacemente
cromatiche, un trionfo di rossi, gialli, arancione, colori
di calda esuberanza, dilaganti in onde cromatiche vivaci ed
inarrestabili dalla tela nello spazio circostante, proprio
l'affermazione di un desiderio espansivo oltre ogni limite
fisico, spinto da una energia vitale di grande suggestione
emotiva.
Il grigio è il colore neutro di
chi prende le distanze dai sentimenti e dalla vita, optando
per il non coinvolgimento
Nulla di più idoneo a commentare le opere di Rothko
degli ultimi anni '60, una serie di Untitled (Black on Grey)
in cui la pennellata si raggela in tratti compassati ed opachi,
alternativamente neri e grigi con poche variazioni intermedie,
in una disposizione significativamente alterata rispetto alle
opere precedenti, a fasce orizzontali che contrappongono i
blocchi di colore in un ristretto campo di iterazione, conferendo
all'insieme una inusuale rigidità, talvolta accentuata
dalla presenza di una bordatura circostante l'immagine.
E' una presa di distanza dal cromatismo gioioso degli anni
'50, è una presa di distanza soprattutto dal mondo
e dalla vita, che con coerenza estrema Rothko applicherà
fino in fondo, rinunciando al mondo e rifiutando la vita,
suicidandosi, nel 1970.
Il blu è la calma, la soddisfazione,
la pace interiore, la quiete, l'armonia.
E' noto come Yves Klein abbia fatto del colore blu, da lui
brevettato in una delle sue sfumature del cosiddetto "oltremare"
come International Klein Blue, il filo conduttore delle sue
opere monocrome, rigorosamente blu, nelle quali egli vuole
rappresentare il vuoto, inteso non come assenza, ma come essenza
della purezza, con valore sacrale e catartico, il vuoto dello
spazio zen, che ha in sé il suo significato primo ed
ultimo, che di nulla ha bisogno per connotarsi se non del
blu, il colore dell' "infinità energetica del
cielo".
Colore dell'armonia interiore, il blu rappresenta per Klein
la tensione creativa che alimentò la sua ricerca di
universalità, nell'arte, nella vita, nella natura,
nel profondo blu del cielo, del mare e dei suoi celebri monocromi.
Il viola, ottenuto mescolando rosso e blu,
è il colore della trasformazione, della metamorfosi.....
Marc Chagall costruisce la sua pittura figurativa intrisa
di complessi riferimenti simbolici e culturali, di significati
metaforici e di oniriche allegorie impiegando una tavolozza
cromatica molto varia, in cui il colore viola occupa un posto
di riguardo. Colore magico, mistico, spirituale, di grande
potere evocativo, il viola è il colore della Pasqua
cristiana, il colore dalla passione che la simbologia religiosa
associa alla penitenza ed al mistero della morte: Chagall
lo utilizza in mille sfumature e gradazioni, talvolta monocromaticamente,
spargendolo come un'onda morbida su tutte le cose, animate
ed inanimate, caricando i suoi dipinti di una sacralità
profonda e pensosa, funzionale al tema.
Non mancano, come si vede, conferme o quantomeno rassicurazioni
circa l'attendibilità delle teorie di Luscher, ma esistono
anche clamorose smentite.
Van Gogh è il pittore del giallo,
dei girasoli, dei campi arati, del sole e delle messi di
Provenza, eppure è lontano anni luce dalla tipizzazione
che Luscher traccia per un individuo con tale preferenza.
Se il giallo è caldo, irradiante, luminoso suggerisce
espansione e movimento, libertà e autonomia, è
colore del cambiamento e della ricerca del nuovo bisogna ammettere
che Van Gogh è caratterialmente agli antipodi rispetto
a quello che il test potrebbe far supporre. Non va sottovalutato
il ruolo non tanto psicologico quanto puramente fisiologico
che può aver avuto nell'orientamento della scelta cromatica
il fatto che egli soffrisse di xantopsia iatrogena, un disturbo
della visione dovuto ad intossicazione cronica da digitale,
farmaco che gli veniva somministrato per contrastare le frequenti
crisi epilettiche, disturbo per il quale la colorazione degli
oggetti appare di tonalità gialla: un mondo giallo
che resta comunque un mondo ostile, quindi, in cui Van Gogh
vede riflessi i propri conflitti interiori e la propria disperazione
esistenziale.
Il verde esprime stabilità, forza,
tenacia, costanza, perseveranza, equilibrio psicologico...
Ernst Ludwig Kirchner ama i verdi nelle tonalità più
varie, in chiave antinaturalistica, accostati ai colori complementari
rosso e blu oppure esaltati da tocchi di giallo che li rendono
acidi e freddi, dipinge case verdi, strade verdi, persone
verdi, affidando all'insolito effetto cromatico l'espressione
di una sua personale visione della vita distorta ed angosciata,
di un suo interiore disagio psicologico che lo distruggerà
portandolo al suicidio.
E' quasi paradossale il divario tra quanto suggerito dal test
di Luscher sulla scelta di questo colore e la personalità
tormentata di un artista che tutto fu tranne che forte, perseverante
ed equilibrato, un artista perennemente in bilico tra lucidità
e follia che proprio con il colore verde ci racconta di debolezze,
discontinuità, sofferenza e incertezze psicologiche.
Ognuno tragga le sue conclusioni, personalmente penso che
l'arte, una meravigliosa menzogna, sia tanto imprevedibile
da sfuggire a qualunque tentativo di classificazione.
Per fortuna!
* articolo aggiornato il 16/07/2014
link:
Test di Luscher e psicologia del
colore
I colori di Vincent
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