In epoca di ICI, IMU, aggiornamenti catastali ed altre varie amenità che promettono di rendere più problematico il rapporto degli italiani con le proprie abitazioni, viene da chiedersi se e come tutto ciò non solo potrà influire sulle finanze dei cittadini e quelle del loro governo, ma anche se potrà avere riflessi in campi apparentemente assai lontani.
Specie se ci confrontiamo con un’altra nazione europea, l’Olanda.
Dove una delle caratteristiche più curiose del centro storico di Amsterdam è quella di avere le facciate su strada delle case di abitazione di proporzioni molto esigue, con uno sviluppo volumetrico dell'edificio esteso in profondità anziché in larghezza, come sarebbe invece logico per ottenere un'illuminazione ed una ventilazione dei locali ottimali.
Il motivo non va ricercato in speciali tecniche costruttive o stravaganti indirizzi progettuali della regione, ma molto semplicemente in un particolare sistema di tassazione che, in passato, a partire dal XVI e XVII secolo, a seguito della costruzione dell'Herengracht (il canale dei Signori) tassava le costruzioni proporzionalmente allo sviluppo in larghezza del loro fronte affacciato su strada o su uno dei tanti canali che percorrono la città.
Il risparmio economico era quindi tanto maggiore quanto minore era l’estensione della facciata principale, in genere in grado di contenere non più di tre finestre affiancate.
A titolo aneddotico segnalo che
in passato in alcuni periodi è esistita in Olanda anche la tassa sui fuochi, più o meno costosa a seconda del numero dei camini, fornelli da cucina e fuochi per lavorare presenti negli edifici, nonché una "Tassa dei signori" in caso si avessero alle dipendenze donne di servizio.
L'esempio più estremo di questo risparmio dimensionale che si traduceva in risparmio fiscale è rappresentato dalla famosa casa d'abitazione larga poco più di un metro posta al civico n. 7 del Singel, uno dei principali canali della città: la piccola superficie della residenza è tutta sviluppata verso il retro della proprietà, lasciando in facciata lo spazio strettamente necessario all’apertura del portone di ingresso.
Questa limitazione dimensionale, resa possibile anche dalla tradizionale prevalenza locale di un'edilizia residenziale preferibilmente unifamiliare e quindi orientata verso tipologie abitative di piccole dimensioni, ha determinato come conseguenza una serie di soluzioni planimetriche obbligate, con caratteristiche architettoniche che sono diventate veri e propri elementi distintivi dell'aspetto ambientale di questa città, con peculiari caratteri stilistici conservatisi anche nei tempi a seguire.
Ed è proprio la ristretta dimensione del locale di ingresso il motivo per cui le facciate delle case di Amsterdam sono storte, con visibile inclinazione verso la sede stradale in modo che si possano trasportare mobili e masserizie ai piani superiori senza passare per le strette scale interne: utilizzando infatti paranchi con carrucole posizionati sul tetto tutto viene sollevato in verticale senza strisciare lungo la facciata inclinata e senza provocare danni.
La città, che affonda letteralmente nel fango del sottosuolo paludoso, ha per questo motivo importanti problemi strutturali perchè sorge in gran parte su palificazioni lignee, con conseguente costante degrado delle stesse, ora sostituite dove possibile da strutture in calcestruzzo.
Una agenzia governativa speciale chiamata Waterschap è incaricata di controllare il livello delle acque e l’opportunità o meno di abbassarne la quota, operazione assai delicata perché espone le palificazioni all’azione atmosferica e ad un più rapido deterioramento, perciò i regolamenti attuali consigliano di arrivare fino alla profondità di 18 metri per una maggiore stabilità delle costruzioni dell’intera città.
Nel 2010 il Comitato per il Patrimonio dell’umanità ha deciso di includere l’area dei canali di Amsterdam del XVII secolo, denominata la Grachtengordel (cintura dei canali), nella lista del Patrimonio mondiale dell’umanità dell’UNESCO.
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