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Parigi, all’Espace Lafayette-Drouot "The World of Bansky”, su 1200 mq. esposte un centinaio di opere del più famoso street artist del mondo. Fino al 31 dicembre 2021.

Intervista a David Monrós
pubblicato il 6/07/2019

Artonweb: Cominciamo da una precisazione: artista si nasce o si diventa?

David Monrós: Credo che non sia una questione di bianco o nero, in molti casi sarà una questione genetica, però credo anche nello sforzo e nella consapevolezza, per quanto saranno le circostanze che finiranno poi per consolidare lo spirito artistico.

Artonweb: Come hai scoperto la tua vocazione per l’arte, c’è stata un’illuminazione su una tua personale via di Damasco?

David Monrós: Non ci ho mai pensato, però adesso che me lo chiedi credo che sia stato quando mi sono trasferito a Minorca, fatto che determina un prima e un dopo, definendo un percorso creativo più concreto.

Artonweb: Chi butteresti giù dalla torre, Picasso, Kandinskij, Dalì, Mirò?

David Monrós: Ohhh… non potrei mai farlo, giustamente quelli che menzioni sono, tra gli altri, quelli che, considerando che ho visto le loro opere dal vivo, consciamente o inconsciamente hanno influito sul mio lavoro, che sia a livello teorico o pratico.

Artonweb: Mare o montagna? Musica classica o jazz? Un cane o un gatto (se ce l’hai)? Un buon libro da leggere o un bel film da vedere?

David Monrós: Mare e montagna fa lo stesso, e che non siano lontani l’uno dall’altro.
Jazz, benché a volte abbia difficoltà a penetrare nel suo fitto spettro.
Un cane, però a casa abbiamo cani e gatti e li amiamo allo stesso modo.
Un buon libro, per la capacità della parola di creare mondi attraverso l’immaginazione come pratica abituale, per quanto un buon film visto in condizioni piacevoli non sia male una volta ogni tanto.

Artonweb: Metti in ordine di importanza crescente queste parole: bellezza, intelligenza, fortuna, salute......

David Monrós: Salute, intelligenza, bellezza, fortuna….. credo che a quanto pare senza salute il resto sia più fragile, e la bellezza non sarà piena e duratura se non viene supportata da qualcosa d’altro, e per finire la fortuna potrai andare a cercartela tu stesso solo se ti senti forte fisicamente e mentalmente.

Artonweb: Non c’è niente di meglio di …. e niente di peggio di …….

David Monrós: Non c’è niente di meglio del contatto con la natura, che sia nel mare o nel bosco…. E niente di peggio ….. di un mal di denti!

Artonweb: L'artista è un insaziabile curioso, un folle alla ricerca dell'invisibile  o un fortunato che ha trovato la sua via per la felicità?

David Monrós: Possiamo includere le tre circostanze che hai descritto dentro ad altre, con più o meno ordine o più o meno caos.

Artonweb: L'arte è una fuga, un traguardo o un treno in transito sul quale si può scegliere se salire o no?

David Monrós: Nel mio caso chiaramente è la mia valvola di sfogo, la mia terapia e credo che possa svolgere la stessa funzione per il resto del mondo, potendo far affiorare e canalizzare ogni tipo di sentimento, più critico o più amichevole.

Artonweb: Descrivi in tre parole il tuo carattere.

David Monrós: Estroverso, caotico, sognatore.

Artonweb: Descrivi in tre parole la tua opera.

David Monrós: Impulsiva, multidisciplinare, essenziale.

Artonweb: Qual’è il tuo rapporto con la natura.

David Monrós: Stretto, maturo, cosciente e preoccupato, miglioro la mia relazione con la natura giorno dopo giorno sia grazie al fatto di informarmi, così come grazie a errori personali del mio passato.

Artonweb: C'è un artista (o più d’uno) che ha influenzato più di altri il tuo lavoro?

David Monrós: Sicuramente, molti e con modi espressivi diversi, dai disegnatori di cartoons come Robert Crumb, alla street art della generazione di Bansky, passando per Picasso, Andy Warhol, Claude Monet, o astrattisti come Pollock, Schnabel o Richter, tra gli altri.

Artonweb: Se fossi un animale saresti......

David Monrós: Un pesce, in particolare una cernia

Artonweb: Se fossi una città saresti......

David Monrós
: Berlino

Artonweb: Se fossi un albero saresti......

David Monrós
: Un ulivo

Artonweb: Tre cose che porteresti con te su un'isola deserta.

David Monrós: Una maschera da snorkeling, un boccaglio e un paio di pinne.

Artonweb: Un'opera del passato che vorresti aver fatto tu.

David Monrós: Costruire anfore di creta di misure e forme diverse.

Artonweb: Cosa vorresti fare che non hai ancora fatto?

David Monrós: Prendermi la patente nautica.

Artonweb: Cosa hai fatto che vorresti non aver mai fatto?

David Monrós: Praticare pesca con l’arpione.

Artonweb: Qualcuno, forse Pablo Neruda, ha detto che nella vita non bisogna mai perdere la capacità di imparare e di insegnare ciò che si ha imparato: qual'è l'ultima cosa che hai imparato, e l'ultima che hai insegnato?

David Monrós: Non ricordo, però sicuramente qualcuno più giovane di me mi avrà insegnato qualcosa che ha che fare con le nuove tecnologie e io stesso per conto mio ho imparato qualcosa su di esse, non senza prima commettere alcuni errori.

Artonweb: Hai ancora nel cassetto qualche sogno non realizzato? Se sì quale?

David Monrós: Sapere suonare uno strumento musicale.

Artonweb: “Tempo di Mare”: è impossibile non leggerlo come un omaggio alla Monna Lisa baffuta di Marcel Duchamp o alla dissacrante Mona Lisa di Jean Michel Basquiat. Era questa l’intenzione?

David Monrós: No in particolare, ma sì in senso generale, gli artisti menzionati sono presenti dietro ai miei lavori. Anche se in modo irriverente come sottolinei tu, nutro una ammirazione per Leonardo Da Vinci e la sua icona, nel momento in cui mi avvicino al mare in una forma ludica e tridimensionale, utilizzando legno di recupero portato dal mare.

Artonweb: Il teschio è un elemento ricorrente tipico della cultura underground presente in molti tuoi lavori: confessa che invidi molto Damien Hirst, il suo “For the Love of God” è stato venduto per 50 milioni di sterline!

David Monrós: No, non lo invidio, assolutamente, però ammetto che ammiro il suo lavoro. Mercato, marketing, mass media, status, ecc…. Sono concetti con cui convivi una volta che entri nell’establishment.
Per quanto mi riguarda, effettivamente, ultimamente ricorre questa immagine del teschio (skull), a volte come ritorno alle origini ribelli e trasgressive o semplicemente frutto della sicurezza che deriva dal conoscermi meglio e fare quello che mi dà soddisfazione in ogni momento.

Artonweb: Ed infine, poiché io non ti avrò senz’altro chiesto qualcosa che tu volevi senz’altro dire, fatti una domanda e datti una risposta.

David Monrós: Credi che il tuo lavoro ti sopravviverà? Non mi preoccupa questa ipotesi, piuttosto mi interessa, ancora in vita, godere del mio lavoro e migliorare come persona.

Grazie a David Monrós, artista dall’anima pop e dall'imprescindibile matrice mediterranea, per averci aperto le porte del suo magico mondo ed averci accolto con sincerità, semplicità, ironia percorsa a volte da una lieve vena malinconica, forse in memoria del tempo in cui, lontana dai cerebralismi del concettualismo, dell’astrattismo e dalla confusione linguistica di questa nostra epoca inquieta, la pittura era, come la sua, colore, segno, invenzione, gioco e gioia dei sensi.

 
>>>>> l'intervista in inglese
Il sito personale di David Monrós

DE ARCHITECTURA
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