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Testi di Vilma Torselli su "Antithesi", giornale online di critica d'architettura.
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American Art 1961-2001 la storia dell'arte moderna negli Stati Uniti tra due momenti decisivi della storia americana, la guerra del Vietnam e l'attacco alle Torri Gemelle. |
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Milano, apre il Museo delle Illusioni, con incredibili installazioni, illusioni visive, giochi e rompicapi. |
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Concorso artistico Lucca Biennale Cartasia 2022, tema conduttore di questa edizione “The white page” (pagina bianca), le infinite possibilità per gli artisti di raccontarsi tramite le opere in carta.
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Premi
I vincitori del Premio Pritzker per l'architettura 2021 sono Anne Lacaton e Jean-Philippe Vassal: talento, visione e impegno per migliorare la vita delle persone. |
In Italia
Al Palazzo Ducale di Genova, dal 9 settembre 2021 al 20 febbraio 2022 grande mostra di Maurits Cornelis Escher. |
All'estero
Parigi, all’Espace Lafayette-Drouot "The World of Bansky”, su 1200 mq. esposte un centinaio di opere del più famoso street artist del mondo. Fino al 31 dicembre 2021.
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| Roberto
Matarazzo Intervista pubblicato il 03/08/2006 | Roberto
Matarazzo non ama raccontare di sé, preferisce parlare con i suoi fogli
colorati, frutto dell'elaborazione ad impronta intellettuale di una cultura eterogenea
e non solo visiva, proveniente da disparati territori culturali, nella quale gioca
un ruolo fondamentale la sua origine formativa di architetto e ricercatore. |
Algebrico
Alba
del giorno prima della notte di Finnegans Wake
Serata
al chiar di Luna contro il chiar di Luna
L'amica
di Patrasso
Formazione
di universi nell'oceano
Le
amiche di Trieste
Le
amiche di Dublino
L'Artista
estravaganate con cappello amletico
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Egli stesso racconta di come "le
strutture disciplinari e del pensiero si materializzano in poetiche
e progressive proposte di fogli colorati stesi nei tempi creativi",
ben individuando la caratteristica principale del suo operare
artistico in una sintesi spontanea e felice tra arte e scienza,
tra libera creatività ed intelletto, tra cuore e cervello.
Artonweb: Nello scorrere le titolazioni
dei tuoi "fogli colorati" viene, direi quasi spontaneo, chiederti quali
siano i tuoi riferimenti di formazione?
Roberto Matarazzo: Da buon
autodidatta, sebbene abbia frequentato piuttosto seriamente la facoltà
di Architettura in Napoli, direi che mi affascina moltissimo il mondo legato alle
curiosità verso l'insieme delle attività umane senza pregiudizi
di sorta.
Artonweb: Un esempio?
Roberto Matarazzo: Da
artista da giovane, parafrasando il Dedalus di James Joyce, rimasi intrigato dalla
leggenda che aleggiava presso l'Università Partenopea intorno alla figura
del Prof. Renato Caccioppoli, ricercatore di nuovi spazî algebrico-scientifici,
ma che non sapeva bene se divenire un matematico, un musicista, un intellettuale
organico comunista o quant'altro! In realtà era tutto questo e molto di
più pagando, con l'alcoolismo e conseguente suicidio, scelte di vita difficili,
complesse. In omaggio alla Sua figura ho delineato "Algebrico" , con
compartecipazione emotiva.
Artonweb: Prima accennavi al tuo essere
autodidatta, ma legato al mondo universitario: puoi precisare?
Roberto
Matarazzo: Certo: lessi prima il Dedalus poi l'Ulisse di Joyce ricevendone suggestioni
fatte di sensi e stimoli al capire l'articolazione profonda del Sapere; in altri
termini tutte le opere paradigmatiche dell'ingegno umano si prestano a chiavi
di lettura diverse ma una di tali chiavi, per l'opera Joyciana, resta l'apertura
verso le Discipline le più disparate, le Culture le più diverse,
le Religioni e la messa in discussione dei presupposti medesimi della Religione,
il senso Vichiano della Storia. Tutto questo lo introiettai facendolo mio e, forse
per gratitudine, decisi di trasporre l'opera del Nostro in fogli colorati. E c'è
sempre una "Alba del giorno prima della notte di Finnegans Wake" in
me presente prima di elaborare un qualsiasi dipinto. Poi studiai i testi teorici
riconducibili all'ala Goethiana della Bauhaus, Paul Klee, Johannes Itten, Wassilli
Kandiskj, e, se vuoi, estendendoli alla rivoluzione tonale prodotta in seno alla
ricerca musicale della Scuola Viennese: non faccio e non sono un critico d'arte
e/o un musicologo ma, come vedi, è in questi riferimenti fuori Scuola che
ho cercato possibile Scuola di rimando! Mi chiedo in quale Ateneo si possa studiare
Joyce, Vico, Goethe e poi i tre fondanti dell'Arte Moderna, ascoltando pezzi atonali
in buona compagnia di estravaganti ricercatori scientifici se non in un proprio
bizzarro percorso formativo. Ti pongo (mi pongo) una domanda: la "Torre del
Fuoco" di J. Itten non appare mai nei testi storiografici canonici eppure
resta tra le massime meraviglie del secolo breve, ci sarà un pure un perché
enigmatico, ti (mi) sembra? Artonweb: Si avverte, osservando il tuo lavoro,
che ti senti legato alle Avanguardie Storiche: in che modo? Roberto
Matarazzo: Ti racconto un piccolo aneddoto: a cavallo della Laurea, per un impiccio
burocratico, dovetti ricorrere alla Presidenza di Facoltà tenuta dal Prof.
Carlo Cocchia, grande vecchio dagli occhi scintillanti, pregni di intelligenza,
dal sorriso leale e corretto; mi risolse il problema (stupido) senza battere ciglio
ma iniziammo a parlare e nel parlare mi narrò dei suoi trascorsi giovanili
negli ambienti del Futurismo Marinettiano, contiguo al Fascismo ma non confuso
con esso, anzi aperto alle tematiche Rivoluzionarie Sovietiche seppure con ambiguità
di fondo peraltro oggetto di studi storiografici. | Ne ho ricavato una impressione
profonda che mi ha e mi aiuta al saper percepire gli epifenomeni della Storia
delle idee con apertura critica scevra da pregiudizi: in fondo, a dispetto della
grettezza culturale del fascismo, F. T. Marinetti fu tra i pochi intellettuali
italiani (se ne rese conto A. Gramsci) dotato di cultura cosmopolita e sensibilità
creativa tale da essere tutt'oggi grosso punto di riferimento per chi si occupa
del fare artistico. Quel colloquio mi è rimasto sedimentato nella coscienza,
ne ho fatto il "Serata al chiar di Luna contro il chiar di Luna. C. Cocchia",
ironico omaggio a quelle serate Lunari napoletane tenute da Cangiullo e la cerchia
dell'Avanguardia neo Futurista tese a rigettare le "canzonette napoletane"
e la cultura tradizionale ma, come raccontava sorridendo C. Cocchia, al chiar
di Luna. Come noti i miei legami con le Avanguardie Futuriste italo-sovietiche
e con la Bauhaus restano maledettamente complesse con in più la circostanza
che adoro il mondo posto (avanzo l'idea che in realtà l'uno sfuma nell'altro
da sempre) fuori dalle Avanguardie quale il Classico ed il Neoclassico. Rimasi
stupefatto dalla "Venere degli stracci" fatta da M. Pistoletto, artista
dell'arte povera, all'interno di Villa Pignatelli, ovvero puro Neoclassicismo
da manuale reinterpretato e rivissuto da Artista colto e sensibile secondo modalità
di rispetto assoluto degli spazî tettonici ma con linguaggio raffinato e
dirompente. A.: Parli di "sfumature convergenti" tra linguaggi
ad identificarsi quali, per esemplificare, dalle Avanguardie alle Tradizioni Classiche
e/o Neoclassiche, dalla cultura Umanistica al Sapere Scientifico, puoi essere
più esplicito?
R.M.: Sto lavorando da tempo su un tema, meglio
su di un atteggiamento, affascinante che ho identificato nel Cosmopolitismo
delle idee, teso a superare, di fatto, i ghetti riscontrabili tra le tradizioni
legate al Nuovo rispetto al Vecchio, ammesso che sia possibile stabilire
quale sia la linea di confine che divide la visione d'avanguardia rispetto
al classico, e tra la scissione, non so se solo italiana e/o europea, dovuta
ad una lezione idealistico/crociana, tra materie umanistiche e discipline scientifiche,
il tutto trovandolo assurdamente inconcludente! Mi è piaciuto moltissimo
un passo di un libro scritto da un bravissimo ricercatore americano, Lee Smoolin,
che sostiene: "
Quando penso al centro di ricerca di cui ho il privilegio
di far parte, e vedo che venticinque persone, provenienti da diciotto paesi diversi,
lavorano insieme a uno scopo comune, spero proprio che quello che vedo sia una
visione della futura società umana. E dunque
l'idea di concepire
l'universo come un qualcosa di analogo ad una comunità è una di
quelle idee che devono prima o poi emergere e devono almeno essere messe alla
prova nello sviluppo parallelo dei progetti della scienza e della democrazia
".
Non ho parole a fronte di tanta intelligenza costruttiva fatta di superamento
di lingue, razze, religioni, colori del pigmento, il tutto per amore verso la
scienza o amore verso l'amore? Nel leggere questo testo della Einaudi, ho colto
un lato ironico dello Scienziato di profonda empatia verso le cose di cui parla,
con capacità estrema di dubitare, di proporre tesi e contro_tesi, insomma
di essere Uomo altamente creativo permeato di umanità. Ho elaborato questo
mio "L'Amica di Patrasso" , nudo femminile dai tratti classico/espressionistici,
proprio per sottolineare la contiguità esistente tra il mondo greco_antico
e la contemporaneità dell'avanguardia figurativa. In "Formazione
di Universi nell'oceano di Higgs" ho delineato possibili uteri cosmici, sorta
di buchi neri delle origini, in cui nascono, sotto l'effetto fecondante di fasci
luminescenti i rosso_giallo_blu, le esplosioni del Tempo generante tutto
ciò che il nostro e Universi altri contiene, contengono, nella immensità
degli spazî oceanici teorizzati da Higgs. Lo desunsi leggendo il testo di
Lee Smoolin ed altri sull'argomento cosmologico. Ovviamente letto da profano ma
con la fantasia del curioso. A.: Nel tuo (sottilmente ironico)
parlare di "utero cosmico" mi sembra percepire un amore profondo verso
il femminino e ciò che sottende o sbaglio?
R.M.: No, non sbagli
affatto, hai colto benissimo un ulteriore lato del "cosmopolitismo delle
idee"!! All'inizio di questa intervista ti ho accennato a Dedalo, l'artista
da giovane, scritto da J. Joyce; lui, Dedalo, in età in cui è importante
compiere scelte di vita, lascia il cattolicesimo bigotto e controriformista e
sceglie la ragazza, la Donna, in pagine di rarissima prosa poetica che tradiscono
non tanto la sensualità attrattiva e/o meramente fisiologica del ragazzo
verso Lei ma la fascinazione e la seduzione del mondo creativo al femminile, dalla
grazia, dall'eleganza proprie della femminilità. Ho moltissima considerazione
nei riguardi della Donna creativa, densa di perspicacia e di quel tocco in più
nell'operare ingegnoso attorno all'oggetto a farsi, che mi ha condotto ad omaggiarla
nel mio "Le Amiche di Trieste" e nel "Le Amiche di Dublino"
, ambedue concepiti quale segno di ammirazione profonda verso la "testa pensante"
della Donna colta, sempre pronta a lusingare, ad avvincere con tutta la carica
intellettiva di cui è estremamente capace. A.: Ultima domanda:
cosa è per te la creatività e il successivo plasmare opere?
R.M.: Ritengo che la personalità creativa, non solo in ambito artistico,
rappresenti un atteggiamento intimo oltre le capacità tecniche in senso
stretto, più un sistema di pensiero atto al percepire classi di epifenomeni
esterni al proprio io profondo e da restituire sotto forma di creature artistiche
che non meri prodotti oggettuali tanto perfetti quanto noiosi: basta visitare
una qualsiasi Chiesa italiana per rendersi conto di quante opere di maniera, accademicamente
perfette, ci siano nel nostro patrimonio culturale ma poi ritrovi un Luca Giordano,
magari con un (voluto) errore prospettico e cambia tutto! Un po' come Ingres o
El Greco che, in barba alle regole canoniche, falsarono la rappresentazione del
corpo umano per reinterpretarlo con raffinatissima capacità espressiva.
J. Itten sostiene che esistano Leggi compositive estremamente rigorose, i colori
e le forme vadano saggiamente e razionalmente adoperate dall'artista per tutte
le proprie creazioni però, poi, fa una lettura iconologica/iconografica
della "Parabola dei ciechi" di Brueghel, ora presso la Pinacoteca di
Capodimonte a Napoli (un viaggio a Napoli e solo per vedere quest'opera lo consiglierei
a tutti!!), per rilevare che, alla fine, tutto il castello di razionalità
costruttiva dell'opera casca a fronte del cuore: si crea con esso, con il cuore.
Ovviamente ho semplificato molto ciò che è inafferrabile nel fare
artistico ma davvero basta soffermarsi sullo sguardo immaginifico dei ciechi di
Brueghel per capirne la complessità operativa. In ultima analisi l'artista,
per me, appare quale "L'Artista estravagante con cappello amletico",
capace del saper percepire sinesteticamente le cose altre e nel saperle
trasporre in Fogli Colorati nei tempi propri della creatività. |
Visioni: Roberto Matarazzo |
©
Copyright Roberto Matarazzo |
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