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Inestinguibile, inesauribile
di Alessandro Tempi
pubblicato il 23/10/2007 |
Il campo pittorico come luogo
di convergenza e di pluralità, di richiami e di rinvii,
di immediatezza e di riflessione, officina inesauribile dell'interiorità.
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Spesso l'arte si manifesta come una sorta di convocazione
di tutto ciò che non si può estinguere e di
questo "inestinguibile" essa si pone come la traccia
inequivoca o come lo spazio entro cui, nella libertà
che le è propria, tutto può essere contenuto:
scrittura e figura, colore e geometrie, materie e trasparenze,
memorie ed evocazioni. Il campo pittorico può diventare
luogo di convergenza e di pluralità, di richiami e
di rinvii, di immediatezza e di riflessione, officina inesauribile
dell'interiorità.
Per Alejandro Fernàndez Centeno, pittore peruviano
da pochi anni stabilitosi in Italia, la pittura è il
racconto di un viaggio interiore, lo dipanarsi di un intreccio
di suggestioni della memoria e dell'esperienza, in parte legato
al suo paese d'origine, ma per altra cospicua parte determinato
dalla trama stessa del vivere.
Dice di sé: "Fino a undici anni ho vissuto
sulle Ande." - è nato infatti ad Ayacucho
nel 1969 - "Da bambino vivevo qual silenzio che è
solo della montagna, spezzato dall'eco del vento corre fra
l'erba e giocavo fra le rovine dei templi
L'antica pietra
e le sue forme non erano un mistero, ma una dimensione quotidiana
che è riaffiorata, con naturale prepotenza, quando
mi sono trasferito a Lima" (dove ha studiato arti
plastiche presso la Scuola Superiore di Belle Arti, per poi
trasferirsi in Italia). E quel silenzio è rimasto una
costante della sua cultura e della sua esperienza artistica.
Silenzio per lui significa pausa, significa memoria e attesa,
significa interiorità, significa ascolto. Di questa
personale prassi del silenzio Fernàndez Centeno ha
fatto uno degli elementi portanti del suo fare pittorico.
Il linguaggio della sua pittura, infatti, appare fortemente
gestuale, ma al tempo stesso profondamente meditativo e aperto
all'ascolto - "L'attesa chiarisce la meta",
ama dire del suo personale modo di procedere sulla tela -.
Sospinto talora verso esiti elegantemente informali, questi
linguaggio pittorico sembra scaturire dalla consapevolezza
di quanto sia labile e ambiguo il confine tra arte e vita
e di come i contenuti narrativi ed intimi delle opere possano
costituire suggestioni evocative di valore universale. L'andamento
diaristico-memorialistico che caratterizza potentemente questa
pittura e che è espresso da un impianto compositivo
ampio ed articolato, da una progettualità aperta e
disponibile alle più diverse suggestioni, riconferma
ancora una volta l'inesauribilità e perfino l'imprescindibilità
del linguaggio pittorico, che si fa portatore ed interprete
del vissuto, del percorso interiore attraverso il quale il
filo dell'esistenza individuale si rimette alla forza dell'immagine. |
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