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Parigi, all’Espace Lafayette-Drouot "The World of Bansky”, su 1200 mq. esposte un centinaio di opere del più famoso street artist del mondo. Fino al 31 dicembre 2021.
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Vivere l’arte di
Ignazio Fresu
pubblicato il 27/04/2008 |
Il rapporto tra cittadinanza,
Enti Locali ed arte nell’epoca della globalizzazione.
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Nel periodo che ci ha preceduto, l’arte
ha spesso avuto una funzione storico-sociale: è stata
la concretizzazione dei valori, delle visioni del mondo, degli
ideali in cui una determinata società si è riconosciuta.
Si pensi quale valore estetico, religioso, politico hanno significato
per l’antica civiltà greca, il tempio, la scultura
o la tragedia; così come, per fare un altro esempio,
il nostro Rinascimento che nel rinnovamento culturale e scientifico,
attraverso la riscoperta dell’uomo e dell’Umanesimo,
instaurò un nuovo ideale di vita dove pittura, poesia,
letteratura, musica, hanno stabilito un rapporto di reciprocità
tra uomo, società, ideali e politica.
Le stesse prerogative le ritroviamo in tutti i movimenti artistici
sino alle avanguardie del novecento e in tutte le scuole, gli
stili, le tendenze e correnti artistiche che hanno permeato
la nostra cultura divenendo inequivocabilmente rappresentative
del luogo e del periodo che le ha prodotte.
Oggi la nostra esperienza estetica è differente, l’arte
ha abbandonato questa sua particolare peculiarità. La
nostra società è sempre più caratterizzata
da una frammentazione dei valori estetici, una sorta di esteticità
diffusa. Circolano molti più prodotti artistici, molti
più valori estetici, ma, in modo inversamente proporzionale
la loro incisività si è sensibilmente ridotta.
Più che di “capolavori” nel loro significato
unilaterale ed implicito, si produce un movimento esteticamente
significativo, una sorta di disseminazione estetica che a volte,
purtroppo, è ridotta solamente a spettacolo.
Questa è indubbiamente la caratteristica principale della
nostra epoca mass-mediologica e pur constatando un diffondersi
continuo di strutture e occasioni atte ad accogliere e far conoscere
l’arte contemporanea, questa è presentata in funzione
di un’ottica museale pubblicitaria.
Dell’arte contemporanea è proposto l’aspetto
più superficiale dell’esperienza artistica. In
queste strutture, che in Italia vanno sempre più moltiplicandosi,
è cancellata la sperimentazione ed ignorata la presenza
di una cultura locale a favore di una di tipo internazionale
e globalistica.
Questo atteggiamento mostra uno stato d’inferiorità
che si esplicita nella realizzazione di musei e di collezioni
comunali e regionali, dove le esperienze territoriali sono misconosciute,
preferendo a queste, collezioni internazionali composte perlopiù
di scarti, anche per la cronica carenza di disponibilità
finanziarie, e opere marginali di artisti dai nomi più
blasonati a scapito di collezioni territoriali ben più
abbordabili che ci permetterebbero di conoscere e preservare
la cultura e la vitalità di un paese, di un territorio
o una regione.
Qualunque regione potrebbe tranquillamente permettersi di acquisire
con poca spesa, esemplari collezioni di artisti che operano
sul proprio territorio, ma per il timore di provincialismo viene
dispersa questa cultura.
I Comuni si sentono sminuiti se si prospetta loro un museo territoriale,
mentre in realtà, proprio a causa del persistere in questo
comportamento, l’Italia è stata privata di una
memoria storica e culturale fondamentale.
Se uno studioso, un artista o uno storico volesse conoscere
l'arte contemporanea italiana locale dal dopoguerra a oggi,
non ha alcun elemento per farlo. Se invece ogni regione o Comune
italiano raccogliesse le opere dei propri artisti, preserverebbe
un patrimonio storico-culturale incalcolabile, preservando la
propria identità.
I paesi con una tradizione culturale contemporanea oltre a sostenere
la sperimentazione, cosa che in Italia non accade, tutelano
la cultura del loro territorio attraverso raccolte pubbliche.
Questo avviene negli USA come in Giappone, Germania, Inghilterra,
Francia o in tutti i paesi nordici europei dove i musei locali
sono una realtà capillare e motivo di orgoglio senza
alcuna competizione nei confronti del MoMA, del Tate Modern,
del Centro Pompidou e dei grandi musei internazionali.
E’ fondamentale in ogni territorio e in ogni comunità,
la realizzazione di spazi dove i cittadini possano convergere,
confrontarsi, conoscere e dunque vivere l’arte nel suo
divenire. L’esperienza dell’arte contemporanea è
un’esperienza inquietante, che apre un mondo alternativo
a quello presente, scuote le nostre abitudini, le nostre certezze,
risveglia la nostra capacità critica.
L’arte contemporanea è qualcosa di più di
un semplice godimento, ci solleva da questa esistenza, non genericamente
per consolarci facendoci sopportare in qualche modo i mali della
vita, ma per rendere l’esistenza che conduciamo più
vera, più viva |
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Ignazio Fresu,
installazione "Pietre" nel Cortile del Podestà
del Palazzo Comunale di Siena |
www.ignaziofresu.it |
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