Sono
evidenti le corrispondenze fra arte visiva e scrittura: la lingua è un
oggetto contenuto in un quadro descrittivo, una rinuncia alla conoscenza nella
misura in cui (su imprescindibile legazione di Wittgenstein) la nominazione è
unicamente un surrogato dell'oggetto nominato, non vi è messaggio se non
quello che indica la realtà senza la sua ri-rappresentazione da un punto
di vista onnisciente. L'arte stessa, dunque, è l'oggetto - come indica
a sua volta la pop-art. Nelle short stories di Barthelme la
forma determina il contenuto: la "narrazione" è la tela di un
quadro pop, gli elementi che ne costituiscono la morfologia surreale sono improntati
ad un ludicismo che - desemantizzando la parola, rinviata ad una polisemia cui
fa da contrappunto l'elemento grafico, e dando così luogo a uno straniamento
a duplice livello dove l'immagine può essere tanto didascalica quanto una
contraddizione del racconto con intento parodistico, ridicolizzante - richiede
la partecipazione del lettore nello stesso modo in cui esso sarebbe coinvolto
in un gioco o in una pratica sportiva. Il lettore deve essere intrattenuto
da una narrazione che decostruisce e riassembla un linguaggio fatto di oggetti,
non di eventi, di antistereotipi e distorsioni che costringono a riconsiderare
le relazioni che siamo abituati a cogliere fra questi elementi e il loro ambiente. Sono
gli anni warholiani dell'immagine di Marilyn Monroe consegnata ad una parossistica
pala iconografica, dell'oggetto d'uso comune che diventa opera d'arte e come tale
percepito e fruito dal pubblico che usa quotidianamente la paglietta "Brillo"
o lo scatolame della "Campbell": una sottolineatura, in fondo,
del noto teorema benjaminiano sull'impossibilità di una creazione artistica
originale con l'avvento di tecnologie che offrono la possibilità di una
riproduzione ad infinitum dell'oggetto di "godimento estetico" (nelle
sue innumerevoli implicazioni), in tal modo sottratto al senso della propria unicità.
Nell'ironico
titolo di una raccolta di racconti di Barthelme, "Unnatural Acts, Unspeakable
Practices", nulla ci impedisce di leggere anche una summa della temperie culturale
che caratterizza l'estetica della pop-art a fronte del ribaltamento in chiave
paradossale della lettura delle arti visive in particolare data da Walter Benjamin.
Ecco dunque l'"atto innaturale" di Barthelme, il travaso
in un oggetto (il libro) degli infiniti oggetti che costituiscono il linguaggio,
o meglio, l'assunzione di un oggetto a motivo narrativo, il che implica una serie
di domande che Barthelme pone a se stesso confrontandosi con le aspettative del
lettore: come vogliamo giocare con questi oggetti nell'ambiente in cui viviamo?
Qual è l'esperienza estetica che questo tipo di approccio suscita in noi?
Che cosa pensiamo di una società che fa di una minestra in scatola un'opera
d'arte? Uno sforzo automaieutico, per così dire, prima che un vano interrogativo
rivolto al pubblico. Tale attitudine - inutile dirlo - rifugge da qualsiasi giudizio
di valore "moralistico" (in termini artistici, ossia l'attesa da parte
dell'autore di un riscontro del fruitore rispetto all'apologo richiesto dal suo
atto di comunicazione). Guardando indietro nel tempo (o altrove nel mondo) troviamo
Barthelme compagno di Sterne, di Kafka, di Borges, per esempio: nella rappresentazione
(questa sì) di incertezze anziché di ipotesi, impegnato nell'assemblaggio
di finzioni anziché nella tessitura di intrecci o la presentazione di resoconti,
nella distruzione sotto specie parodistica di convenzioni narrative, nell'abolizione
di linguaggi abusati.
I racconti di Donald Barthelme in genere non superano
le dieci pagine, quasi sempre di tono giocoso (anche laddove l'autore svolge in
modo più o meno mimetico riflessioni di carattere estetico-filosofico),
si sviluppano spesso intorno a un oggetto o un fatto all'apparenza banali e comunque
assolutamente straniati (una montagna di vetro che sorge improvvisamente a Manhattan,
The Glass Mountain, una mongolfiera che fluttua nel cielo di New York,
The Balloon, una cane che precipita da una finestra addosso al suo proprietario,
The Falling Dog).
Altre volte Barthelme "reinventa", rilegge
in un non-plot parodistico personaggi e/o eventi storici (Cortés and
Montezuma, Robert Kennedy Saved from Drowning, Kierkegaard Unfair to Schlegel)
o legati al mondo dell'arte (Conversations with Goethe, Paul Klee) "topoi"
della tradizione letteraria (Eugenie Grandet, The Death of Edward Lear, Bluebeard),
attitudini, luoghi comuni, figure della società americana.
I risultati
sono sempre godibili ed esilaranti, l'ironia acquista sulla pagina (spesso concepita
come una partitura cui partecipano parola, disegno che suggerisce e fuorvia, veri
e propri segni di pausa, interruzioni, dissolvenze, black-outs temporanei, elenchi
numerati) una sorta di fisicità, una sfida all'immaginazione del lettore
a diventare spettatore di uno spettacolo comico, in un'incalzante giustapposizione
di slapstick, cartoon, auto-interviste, a parte, impietosi (in quanto dubbi) ammiccamenti,
richiami e citazioni che non transigono sul bagaglio di conoscenze del pubblico.
Quando il sipario cala, non è detto che non debba improvvisamente essere
rialzato. Ma alla fine Barthelme non ritornerà sul proscenio per concedere
il bis, anche se egli ha fatto di tutto affinché noi lo richiedessimo a
gran voce.
Su Donald Barthelme in rete:
Il sito più
esauriente (in inglese) "Donald
Barthelme's barthelmismo" racconti on line, bibliografia completa, note biografiche,
foto, caricature, opere grafiche di D.B., saggi critici, links.
In italiano:
(brevissimi
estratti) da racconti e romanzi.
Le pubblicazioni in italiano sono nel
complesso alquanto lacunose (anche a causa delle "fluttuazioni" dei
titoli nei cataloghi delle diverse case editrici).
Segnaliamo "Il padre morto",
(prima edizione) Torino, 1979; "Atti innaturali, pratiche innominabili", (prima
edizione), Milano 1969; "Biancaneve", (prima edizione), Milano 1972.
Il racconto
"Il re del jazz (The King of Jazz)" è pubblicato in 'Narratori di poche parole',
antologia di racconti lampo americani, Parma 1990 (prima edizione).
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