Natura e ruolo del
museo oggi
Nell’abito della museologia contemporanea si registra
uno spostamento dell’interesse dalle funzioni tradizionali
del museo verso una considerazione teorica della museologia,
intesa come scienza umanistica e sociale, appartenente al
settore degli studi culturali e della teoria critica.
L’idea tradizionale del museo privilegia l’aspetto
funzionale, ossia dell’ente amministrativo e gestionale
di oggetti, attraverso una serie di funzioni legate alla
loro collezione e al rispettivo studio, restauro e catalogazione.
Si tratta di un’idea piuttosto convenzionale e di
comodo (1) che esprime una posizione di
oggettività ideologica. Senza mettere in discussione
oppure sottovalutare la necessità delle funzioni
primarie del museo, che rispondono ad una metodologia scientifica
e quindi, dal punto di vista ideologico, ritenuta relativamente
oggettiva, la questione che riguarda la finalità
sociale dei musei coinvolge ulteriori tematiche culturali
etiche e politiche, che difficilmente vengono condivise
da tutti.
Attraverso una lettura più ampia, possiamo definire
il museo un ente permanente e organizzato, gestito da personale
qualificato con scopi etici e didattici, la cui importanza
viene oggi spostata dagli oggetti e dalla modalità
di gestione al fruitore. La nuova identità antropocentrica
attribuita allo spazio museale è frutto principalmente
di cambiamenti politici, sociali e ideologici avvenuti negli
ultimi trent’anni, che hanno attribuito ai musei un
ruolo dove la dimensione sociale ed educativa è diventata
via preminente, andando inoltre ad inserirsi in un sistema
antagonistico con altri settori culturali. Tale concetto
risale in verità al XVIII secolo, quando il museo
cominciò a venir considerato, oltre che fonte di
sapere di istruzione, anche luogo di ispirazione e di divertimento.
Oramai c’è la consapevolezza che la tesi che
il museo sia uno spazio neutro dove vengono proposte delle
verità incontestate è del tutto superata,
mentre l’attenzione si è spostata sulla relazione
reciproca tra contesto culturale e museo per cui, se è
vero che il primo influisce sulle scelte e decisioni del
secondo, è vero anche che quast’ultimo, con
un’azione di feedback, trasmette messaggi altrettanto
culturali.
Il fruitore, da parte sua, è andato sviluppando una
serie di esigenze che si sono tradotte in molteplici modalità
conoscitive e interpretative: le sue nuove richieste hanno
messo in discussione il significato del museo e le sue finalità,
privilegiando le idee trasmesse piuttosto che gli oggetti
custoditi. La sfida professionale dei gestori museali consiste
pertanto nel rinnovare l’impostazione museologica
sia dal punto di vista teorico che pratico - per corrispondere
alle continuamente rinnovate aspettative dei fruitori -
attraverso la progettazione di una studiata politica gestionale
e comunicativa rivolta sia all’interno del museo sia
alla sua immagine espressa all’esterno. Il metodo
di cambiamento coinvolge non soltanto il rapporto con gli
oggetti, ma anche la funzionalità gestionale e comunicativa
del museo nel suo complesso. In un simile contesto il ruolo
del direttore e/o curatore del museo diventa fondamentale.
La definizione del museo in base alle funzioni alle quali
viene chiamato a rispondere contribuisce a stabilire anche
i canoni di professionalità per i suoi operatori.
La molteplicità degli organismi che possono essere
definiti musei e la necessità di stabilire norme
a livello della funzionalità museale hanno portato
a stabilire dei modelli, partendo dalle procedure di riconoscimento
di un museo e proseguendo con gli standard di corretta funzionalità;
mentre a livello programmatico viene analizzato e spesso
riconsiderato il ruolo delle esposizioni e le loro capacità
comunicative con i fruitori, mediata attraverso le figure
professionali che nel museo operano.
(1) Stefhie Well, The proper busines
of the museum, Rething the Museum and Other Meditation,
Washington 1990, 43-44.
Questioni di funzionalità museale
Istituire un museo, fissare gli
standard
Con il termine “istituire” si
intende la pratica di registrazione (accreditation) di un
museo a livello nazionale. Un organismo museale per essere
accreditato come tale deve rispondere a determinati criteri
di gestione, basati su norme legislative, sotto la sovrintendenza
da enti e organi competenti.
Negli Stati Uniti d’America la procedura per istituire
un museo si registra a partire gli anni Settanta da parte
dell’Unione Statunitense dei Musei (Museum Assessment
Programs), mentre a livello europeo è stata la Gran
Bretagna, nel 1988, tra i primi paesi ad introdurre attraverso
la Commissione per i Musei e le Gallerie (Museums and Galleries
Commission) le norme necessarie alle quali deve rispondere
un organismo per essere riconosciuto come museale (MGC 1994a
e 1994b).
Rispondere alle norme e ai codici deontologici stabiliti
a livello nazionale e internazionale da organismi accreditati
, rispecchiano la volontà di offrire un sistema funzionale
e di collaborazione informativa tra realtà museali.
La considerazione che i musei sono entità organiche
al servizio dell’uomo, finalizzati ad una missione
sociale, culturale ed educativa, piuttosto che spazi di
conservazione catalogazione e ricerca scientifica, determina
la necessità, per i musei stessi, di comuni programmi
di ricerca e di collaborazione. La rivalutazione del visitatore
come soggetto attivo modifica anche le modalità dell’approccio,
concedendo la possibilità di visita oltre lo spazio
espositivo, secondo determinate e studiate procedure.
Questioni programmatiche del museo
La figura del relatore
Attraverso un’analisi comparativa tra le offerte
museali e le esigenze dei fruitori si possono stabilire
le prerogative che determinano i necessari sviluppi e cambiamenti
della museologia.
Oggi le prevalenti tendenze nella teoria e nella pratica
museologica riguardano sia il piano funzionale del museo
sia quello concettuale, attraverso una riconsiderazione
critica del ruolo del museo oggi all’interno della
società, e quello dei professionisti che in esso
vi operano.
È in atto dunque una riconsiderazione critica sia
del ruolo del museo come istituzione all’interno della
società, sia della figura del direttore/curatore,
alla quale viene attribuito un valore di mediatore di cultura
e di istruzione.
La complessità che comporta il rapporto tra l’ambiente
espositivo e il suo pubblico impone una serie di prerogative
riscontrate a più livelli, tra cui la fine del dominio
assoluto della figura del curatore come unica figura determinante
del successo espositivo. L’attuale complessità
museale, invece, pur considerando la figura del curatore
fondamentale, porta alla consapevolezza che si tratta di
un lavoro collettivo, suddiviso tra diversi professionisti.
Il curatore è il principale referente del museo ai
quali viene concessa una maggior libertà di sperimentazione
espositiva, ossia di porre interrogativi, di mettere in
discussioni posizioni e letture conformiste di diffondere
interpretazioni anche contrastanti aperte all’interazione
del fruitore, consapevole che sia la principale figura considerata
dalla museologia contemporanea.
Il pubblico-fruitore del museo
Come pubblico museale vengono considerati sia i visitatori
effettivi del museo sia quelli potenziali e infine quelli
virtuali. Inoltre il gruppo generalizzato sotto il nome
di pubblico tenda ad essere sostituito dai gruppi-obbiettivo,
ossia gruppi omogenei di fruitori ai quali l’organismo
museo intende rivolgersi. I gruppi vengono determinati in
base a vari criteri tra cui l’età, il contesto
sociale secondo il quale effettuano la visita (famiglie,
gruppi turistici, scolastici), il livello formativo relativo
all’argomento (principianti, specialisti), le particolari
caratteristiche fisiche (come il caso di determinati handicap),
che determinano i rapporto cognitivo, comportamentale e
relazionale. La struttura museale, per migliorare i rapporti
fruitivi con i visitatori, deve conoscere la loro identità
e le loro esigenze, e deve inoltre indagare le cause che
spingono determinate tipologie di pubblico potenziale a
rimane lontano dal museo. Oggi interessa l’esperienza
della visita nella sua complessità e soprattutto
nella sua qualità all’interno del contesto
sociale e culturale. L’interesse rivolto al pubblico
museale si realizza attraverso una serie di programmi di
comunicazione, attraverso approcci alternativi, considerando
le particolarità a livello psicologico, economico,
sociale ambientale, fisico.
Comunicazione e formazione all’interno
del museo
Nel corso dei secoli il museo si è stato trasformato
da luogo meramente deputato alla conservazione degli oggetti
a struttura in cui il materiale espositivo viene utilizzato
per interventi culturali. Si acquisisce consapevolezza delle
potenzialità didattico-educative dell’arte
o di ogni altro bene culturale esposto in un museo. La locuzione
didattica museale va ricondotta a quell’insieme di
azioni volte a ricostruire il contesto socio-culturale in
cui l’oggetto è stato prodotto e finalizzate
a diffondere tale orizzonte culturale a un pubblico sempre
più numeroso ed eterogeneo. Cambiano i criteri museologici
adottati e gli strumenti impiegati affinché l’istituzione
museale possa svolgere le proprie principali funzioni, ossia
la funzione di recupero del bene culturale, di conservazione,
di tutela, di ricerca scientifica e di divulgazione culturale.
Per approfondire il concetto di didattica museale è
opportuno ripercorrere l’asse fondamentale di sviluppo
dell’istituzione museale, in maniera da individuare
le principali funzioni svolte dal museo, in epoche e circostanze
diverse, ricordando le tre generazioni museali che si sono
susseguite: quella in cui prevale il concetto di museo-tempio,
con la sua aura sacrale, la seconda generazione che privilegia
l’idea del museo-laboratorio in cui i visitatori sono
indotti a compiere delle esperienze che contribuiscono ad
arricchire il loro bagaglio conoscitivo, e infine la terza
generazione, quella dei musei virtuali, ovvero dei siti
telematici che riproducono un museo in uno spazio virtuale
(cyberspazio). Le due ultime tipologie consentono un approccio
interattivo, della flessibilità dei percorsi, dell’ubiquità
del visitatore e dei musei stessi.
Negli ultimi anni è andata approfondendosi la politica
dell’istruzione all’interno dello spazio museale,
considerando i diversi tipi metodologici del settore. Si
tratta di un metodo istruttivo indubbiamente alternativo,
per il quale viene fornita al visitatore la possibilità
di apprendere e di comunicare secondo un procedimento che
valuta le sue diversità individuali oltre che le
condizioni logistiche. Vengono considerate le capacità
dalla singola persona di cogliere il senso, in base al proprio
bagaglio formativo e culturale e gli viene offerta la possibilità
di generare le proprie interpretazioni.
Tra gli strumenti didattici e comunicativi che contribuiscono
maggiormente ad un complesso sistema educativo, vi è
indubbiamente la possibilità di interagire attraverso
una serie di opere e/o azioni interattive. Con il concetto
di interattività si intende una serie di esperienze
che attivano il fruitore a livello fisico, mentale, emotivo
e sociale. Al visitatore viene fornita la possibilità
di analizzare nuove idee e concetti, di sperimentare molteplici
possibilità secondo i propri interessi, facilitando
inoltre il rapporto dialettico con le opere e con gli altri
fruitori, in base alle proprie e particolari strategie interpretative
e possibilità formative. L’interpretazione
viene considerata come una procedura collettiva, in cui
si attiva un rapporto interattivo tra le opere e i fruitori,
elaborato all’interno di un ambiente culturale comunicativo,
in cui la realtà è il risultato del dialogo.
Il concetto di un’espressività diffusa e socializzata
nel contesto di un rapporto di reciproca interazione tra
soggetto e oggetto viene facilitato soprattutto dall’arte
elettronica, in cui si attiva un meccanismo tra diverse
forme d’arte, tra uomo, macchina e pensiero, sulle
relazioni tra artista e opera e tra opera e spettatore,
ma anche sulle metodologie di analisi e di interpretazione..
Infine il museo virtuale, affinché non sia un clone
del museo reale, deve presentare un’ulteriore grado
di interazione utente-macchina.
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