Sono passati 25 anni dalla morte di Keit Haring, avvenuta nel 1990 per aids all'età di soli 31 anni.
Artista visionario fuori da ogni classificabilità, Haring concentra la sua produzione più significativa in un solo decennio, imprimendo il suo inconfondibile segno nella storia del graffitismo metropolitano di area pop nel quale emerge anche grazie alla protezione di Andy Warhol, amico, maestro e mentore.
La componente utopistica della sua personalità lo indirizza verso la lotta per la difesa della libertà e della dignità di emarginati, omosessuali, neri, utilizzando le arti pacifiche di cui la natura lo ha dotato: un forte idealismo per la causa degli ultimi, una grande passione comunicativa, una ineguagliabile capacità esecutiva espressa nel tipico segno nero del contorno spesso ed incisivo, seghettato, spigoloso, a definire con fermezza e perentorietà forme semplici e campiture piatte, riempite con colori primari.
In un linguaggio poeticamente ingenuo, affollato di simboli fiabeschi e di ricordi infantili, si coniugano l'immediatezza dell'arte di strada, la vivacità espressiva del muralismo, la semplicità narrativa di un grande cantastorie popolare.
Haring è affascinato dai non-luoghi, la sua missione è conferire loro una identità riempiendone il vuoto contenutistico, inventandosi per quei paesaggi dell'anonimato una funzione educativa e sociale, come spiegherà con queste parole: "Un giorno, viaggiando in metropolitana, ho visto un pannello nero vuoto dove doveva andare un messaggio pubblicitario. Ho capito subito che quello era lo spazio più appropriato per disegnare. Sono risalito in strada fino ad una cartoleria ed ho comprato una confezione di gessetti bianchi, sono tornato in metropolitana ed ho fatto un disegno su quel pannello....."
Noto soprattutto per graffiti e wall drawing di ampio respiro narrativo, Haring è intervenuto in situazioni e su supporti i più disparati (muri, tela, una grande varietà di oggettistica, dalle t-shirt ai complementi di arredo) sull'onda di una incontenibile, febbrile creatività che solo la morte riuscirà a fermare.
Andandosene, ci ha lasciato in eredità il suo universo di eterno bambino popolato di cani, uomini-forbice, serpenti, delfini, bambini "raggianti", il Radiant Child che compare nelle sue composizioni come una sorta di marchio di fabbrica ed è il simbolo di un mondo in cui convivono ingenuità ed angoscia, vita semplice e catastrofi apocalittiche, uomini e mostri in una grande metafora dell'eterna lotta tra bene e male.
L'anno precedente la sua morte, Haring ha voluto realizzare in Italia, a Pisa, un grande murale di 200 mq, "Tuttomondo", una delle poche sue opere eseguite per essere permanenti, consegnando all'Italia, un posto che lui amava, il suo testamento spirituale...... continua
L'Italia, da parte sua, gli ha spesso contraccambiato l'omaggio allestendo mostre delle sue opere, delle quali la più recente, del 2012, e senz'altro la più suggestiva perché allestita nella reggia di Caserta, ha portato nel nostro paese il Murale di Milwaukee, opera monumentale lunga 30 metri ed alta 2,5 composta da 24 pannelli lignei dipinti sulle due facce..... continua
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