"La transavanguardia ha risposto in
termini contestuali alla catastrofe generalizzata della storia
e della cultura, aprendosi verso una posizione di superamento
del puro materialismo di tecniche e nuovi materiali e approdando
al recupero dell'inattualità della pittura, intesa come
capacità di restituire al processo creativo il carattere
di un intenso erotismo, lo spessore di un'immagine che non si
priva del piacere della rappresentazione e della narrazione"
(Achille Bonito Oliva)
Con il termine Transavanguardia si identifica un movimento
artistico italiano inquadrabile più in generale nel
Neo-espressionismo, una corrente
che, verso la fine degli anni '60, coinvolge sia l'Europa
che l'America e che si pone come alternativa ad un generalizzato
concettualismo ormai incapace di uscire da sé stesso
e svuotato di ogni connotazione autenticamente vitale.
Il gruppo degli italiani è costituito da Sandro Chia,
Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Nicola De Maria e Mimmo Paladino,
un insieme di personalità diverse, che in seguito differenzieranno
significativamente i loro linguaggi, che accedono alla notorietà
alla fine degli anni '70 sia per l'allestimento di varie mostre
nella zona di Modena e del Veneto, sia per la partecipazione
alla Biennale di Venezia dell' '80 e alla rassegna internazionale
"Transavanguardia Italia/America" nell' '82: nel
1979 viene coniato dal critico Achille Bonito Oliva, mentore,
organizzatore, ispiratore del gruppo, il termine Transavanguardia
(oltre l'Avanguardia) per identificare questo movimento che
rappresenta per l'Italia l'occasione di inserirsi a livello
internazionale nel circuito commerciale dell'arte moderna,
monopolizzato dai mercanti americani i quali, a suon di dollari,
hanno fatto la fortuna di artisti indubbiamente validi come
David Salle o Jean-Michel Basquiat.
Proprio il battage pubblicitario e commerciale, che può
talvolta far pensare ad operazioni preparate a tavolino, è
una caratteristica del movimento transavanguardista, fermo
restando che va riconosciuto ai giovani artisti che lo compongono
il merito di aver saputo dar vita ad una produzione se non
omogenea, sicuramente percorsa da un discorso comune coerente
nel costante riferimento ad una cultura europea ed italiana.
Come tutto il movimento neo-espressionista nel resto del mondo,
la Transavanguardia riprende la figurazione e, per la sua
particolare eredità storico-culturale, lo fa nei termini
di una rivisitazione attuale della tradizione figurativa passata
e recente, con quel soggettivismo che è una costante
dell'arte visiva dall'Espressionismo tedesco in poi.
I suoi componenti si esprimono con toni ironici o passionali,
visionari o ambiguamente rappresentativi, nostalgici o aggressivamente
polemici, ciascuno secondo la propria personale visione del mondo,
denunciando una cosciente elaborazione della cultura precedente
ed una attenta meditazione sulle esperienze delle avanguardie
storiche europee del '900.
Tanto che la Transavanguardia, pur nella totale disarticolazione
della forma, manipolata fino a divenire espressione instabile
dell'interiorità e della condizione esistenziale di
un uomo, ma anche dell'umanità tutta, ricerca il recupero
critico del senso dell'universalità della storia attraverso
la narrazione, attraverso la riproposizione di modalità
e materiali tradizionali naturali di intensa fisicità
(legno, ferro, terra), a significare l'eternità e l'immutabilità
delle forze che animano l'uomo e la sua vicenda.
Al di là di ogni tipo di provocatorio sperimentalismo,
ma anche di ogni nostalgico ritorno al passato, con l'uso
di un linguaggio forte ed intenso, innovativo, dal segno graffiante,
dal colore vivido, dall'impronta vagamente surrealista, la
Transavanguardia cerca saldi legami con la tradizione storica,
con la pittura, la scultura, la figurazione, con una rappresentazione
che ha come aspirazione finale una simbiosi emotiva di carattere
cosmico, accessibile solo attraverso l'arte in un dialogo
tra l'artista e il suo pubblico, un dialogo a-logico, a-temporale,
basato sul "sentire" al di là della razionalità.
Queste le parole di Achille Bonito Oliva che meglio
sintetizzano lo spirito di questo movimento:"Transavanguardia
significa apertura verso lintenzionale scacco del logocentrismo
della cultura occidentale, verso un pragmatismo che restituisce
spazio allistinto dellopera".
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