"Throughout all of human exploration, art
has always been our first vehicle". (B.E.Johnson, 1970)
Dall'alba dei tempi gli esseri umani hanno guardato il cielo sopra le loro teste con curiosità, stupore, timore,
chiedendosi che cosa avrebbero potuto trovare in quell'universo
sconosciuto, e non appare strano che da sempre abbiano aspirato
a rappresentare in immagini fantastiche queste loro congetture.
Già dai primi del '900 esisteva una forma di arte spaziale ad indirizzo prettamente fantascientifico, rappresentante
scene di pianeti e stelle, di mondi possibili, di astronavi
fantastiche ed improbabili stazioni orbitali, prodotti puramente
fantastici o rappresentazioni più o meno accettabili
di progetti spaziali concreti.
I nomi più noti degli
artisti di questa corrente sono quelli dell'Abate Theophile
Moreaux (1867-1954), astronomo, e di Lucien Rudaux (1874-1947),
illustratore ed astronomo, personaggi che rappresentano il parallelo di ciò
che in narrativa è il contemporaneo Jules Verne
(1828 - 1905), un po' romanziere ed un po' scrittore di fantascienza,
autore fra l'altro di "Dalla terra alla luna" (1863),
"Viaggio al centro della terra" (1864), "Ventimila
leghe sotto i mari"(1870), racconti di viaggi impossibili,
percorsi non geografici ma cognitivi, metafora della ricerca
interiore di uno scrittore visionario.
La Space Art moderna nasce negli anni 50, affermandosi
definitivamente nel decennio '50/'60 soprattutto grazie alla
passione ed allintuizione di un originale personaggio,
Chesley Bonestell, americano di San Francisco, appassionato
di astronomia, di disegno e di fantascienza, che nellintenzione
di unificare i suoi interessi in unattività che
si sarebbe rivelata anche molto produttiva, si dedicò
allillustrazione scientifica nel settore delle imprese
spaziali.
Era il periodo delle grandi scoperte tecnologiche, delle prime
navigazioni spaziali, della conquista delletere, gli
astri, la luna, Saturno, il sole, mercurio, lo Sputnik , Explorer
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.. sono questi i temi degli artisti spaziali, che,
soprattutto negli USA, costituiscono dopo Bonestell un nutrito
drappello di "artists- pionieers", pittori, illustratori,
designer e che nell 81 danno ufficialmente vita
alla International Association of Astronomical Artists (IAAA)
.
Il fenomeno è soprattutto americano, esteso anche allAustralia,
ma ben presto coinvolge lEuropa, soprattutto Inghilterra
e Germania, poi anche Francia ed Italia, dove è oggi
in essere un Movimento, Astroarte, fondato nel 91.
Si tratta in genere di una pittura vagamente surreale permeata
di luce, come si conviene alle rappresentazioni siderali,
in cui forme fantastiche frutto della fervida immaginazione
degli autori popolano gli spazi rarefatti di paesaggi irreali,
evolvendosi sia nello stile che nel contenuto con la tecnologia
e con le mutazioni dellimmaginario collettivo, sollecitato
ed orientato dai progressi della scienza spaziale .
Negli ultimi 30 anni la NASA ha incaricato oltre 200 artisti
di documentare attraverso le loro opere di Space Art le varie
fasi dell'esplorazione dello spazio, come ad esempio ha fatto
recentemente Barbara Ernst Prey, autrice di un dipinto commemorativo
dell'esplosione dello shuttle Columbia, costato la vita ai
sette astronauti a bordo: attualmente l'archivio della NASA
include oltre 800 opere, mentre altre 2000 sono state donate
al Smithsonian Air & Space Museum.
Tra i più noti space artists dell'epoca moderna si
annoverano, oltre a Chesley Bonestell, Fred Freeman, Frank
R. Paul, Rolf Klep, Ron Miller, Frederick C. Durant, Joe Tucciarone,
Dan Durda, Don Davis, Robert Johnston, Brian Smallwood per
citarne solo alcuni tra gli americani, che sono in numero
maggiore.
La Space Art nasce come forma ad indirizzo illustrativo e
quindi con esigenze di "veridicità" di immagini
sì fantastiche, ma pur tuttavia formalmente credibili
(il che la differenzia dalla Fantasy Art), richiedendo quindi
conoscenze tecniche specifiche, nozioni delle leggi della
prospettiva ecc., come raccomanda Ron Miller in un suo libro
dedicato alla Space Art, scritto nel 1978.
Oggi, al passo con l'evoluzione della scienza e della tecnica,
essa tende a contaminarsi con la computer art poichè
gli attuali mezzi tecnologici offrono straordinarie possibilità
grafiche e sollecitano la creatività degli space artists verso soluzioni più marcatamente arbitrarie e libere
da ogni aggancio con una realtà anche se immaginaria:
l'utilizzo del computer per le creazioni di Space Art è
infatti oggi d'uso comune, al punto che parecchi artisti lavorano
ormai interamente in digitale o elaborano i loro bozzetti
con programmi di grafica (3D, Photoshop o altro).
Comunque venga realizzata, questa forma d'arte conserva nel
tempo un suo fascino favolistico e primigenio, in grado di
mettersi in contatto empatico con quel "fanciullino"
che sta dentro ognuno di noi e che, con immutata ingenuità,
continua a chiederci di sognare.
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