Negli anni '60 la regione di Nizza intraprende
alcune iniziative volte ad incentivare i movimenti artistici
contemporanei sul suo territorio, favorendo in tal modo il costituirsi
di correnti divenute poi celebri, come il Nouveau Réalisme,
Fluxus, Supports/Surfaces, il Gruppo 70, nei quali ogni singolo
artista conserva autonomia di linguaggio pur all'interno di
una sostanziale comunione spirituale con gli altri appartenenti
al gruppo.
Alla fine di una entusiasmante stagione culturale che raggiunge
il culmine neli anni '70, il raggruppamento di questi artisti
molto diversi tra loro viene genericamente definito "Ecole
de Nice", termine fabbricato a posteriori per esigenze
di volgarizzazione e commercializzazione e comparso per la prima
volta, in forma interrogativa , sul giornale "Combat"
nel 1960, per indicare non tanto una vera e propria scuola in
senso classico con unità di tendenza e con un caposcuola,
quanto piuttosto un clima creativo particolarmente esaltante
e produttivo che caratterizza un'epoca e che ebbe come elemento
catalizzatore Yves Klein, assieme a Arman, che lo sostituì
nel ruolo di leader alla sua morte, e Martial Raysse.
I tre sono i riconosciuti, maggiori esponenti di quello che
Pierre Restany definì Nouveau Réalisme, affiancati
nella loro avventura artistica in quel periodo ed in quel luogo,
da molte altre personalità di spicco, come Jacques Lapage,
instancabile organizzatore di dibattiti sull'arte, Ben, Arman,
Farhi e Gilli, animatori del "Centre d'art total"
con i loro happening e le loro esposizioni, ed inoltre Dolla,
Viallat, Cane, Pages, provenienti da Supports/Surfaces, tutto
un mondo in fermento immerso in un crogiuolo di idee sotto il
sole di una delle più belle regioni del Mediterraneo.
Dichiara Yves Klein; "Bien que nous, c'est à
dire artistes de Nice, soyons toujours en vacances, nous ne
sommes pas des touristes. C'est là le point essentiel.
Les touristes viennent chez nous pour les vacances, nous,
nous vivons sur cette terre de vacances, ce qui nous donne
cet esprit de folie. Nous nous amusons sans penser ni à
la religion, ni à l'art, ni à la science."
Proprio sulla spiaggia di Nizza Klein è folgorato dalla
consapevolezza dell' "infinità energetica del
cielo"sopra di lui, definendo poi proprio il colore di
quel cielo nel suo celebre International Klein Blue (IKB).
Scrive in quegli anni il critico J.J. Levêque :"S'il
fallait définir l'esprit de l'Ecole de Nice, on dirait
qu'elle est l'adolescence de l'art actuel. De l'art qui se
cherche, qui édifie ses critères, ses bornes,
ses repères dans le temps et dans l'espace. Notre réalité
a ses beautés spécifiques : les machines
sous, les juke-boxes, les autoroutes, les couleurs joyeuses
des matières plastiques, les néons, les nickelages
étincelants des voitures, que sais-je? L'Ecole de Nice
tend à définir le merveilleux moderne."("Opus International", n°1, aprile 1967)
Nasce un nuovo concetto allargato di arte intesa come capacità
di rintracciare la bellezza nel quotidiano e nella realtà
intrinseca ed intesa soprattutto come modo di "appropriazione
del mondo esterno" (così dichiara nel '66 Ben
Vautier , gallerista proprietario del Laboratoire 32, sede
espositiva storica dell'Ecole ed artista dal particolare stile
graffitista), nello spirito di due semplici e fondamentali
principii: la disattesa sistematica di tutta la tradizione,
passata o recente, in campo artistico ed estetico, l'attribuzione
all'oggetto di qualità intrinseche o espletabili estrinsecamente
(così scrive Michel Gaudet su "Le Patriote").
La consacrazione ufficiale del movimento, che suscitò
l'interesse anche di Marcel Duchamp ormai vecchio, avviene
nel '77 quando a Parigi il Centre National d'Art Contemporain Georges
Pompidou organizza la prima grande collettiva dal titolo "A
propos de Nice", dedicata a 30 artisti che vissero ed
operarono all'interno dell'Ecole de Nice, consegnando alla
storia il racconto di una avventura entusiasmante che contribuì
alla nascita di una moderna arte europea.
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