Il movimento Agra o Movimento Agravitazionale,
che oggi raggruppa 36 artisti europei, deriva il suo nome dal
termine "agravitazionalità", mancanza di forza
di gravità, corrispondente alla condizione dell'uomo
che esplora lo spazio sottraendosi alla forza gravitazionale
e scoprendo insospettate condizioni di libertà assoluta.
Anima del movimento è, nel 1962, Sante Monachesi (1910
- 1991), artista maceratese di provenienza futurista, aeropittore
e aeroscultore che converge poi verso un linguaggio espressionista
ed in seguito neo-cubista, contaminando le sue radici italiane
attraverso il contatto con l'ambiente parigino: nasce così
il primo Manifesto dell'Arte Agravitazionale (1965), firmato
da Spinozzi, Bormann, Vergata, Bernardi, Avila Pinto, Mascia,
Donatucci, D'Agostino, Fiorillo, Aprile Ronda, De Santis, Galeano,
documento che avrà tre stesure, sulla scia dell'entusiasmo
per i primi voli spaziali, nei quali pare rinverdire lo spirito
d'avventura del Futurismo con le sue aspirazioni al movimento,
alla conquista del cielo, all'audacia del volo.
"le nostre opere fondano il vuoto e popolano gli spazi
cosmici dell'universo in espansione" recita il Manifesto
di Agra: in un clima di libertà mai provata prima,
nel quale l'utopia acquisisce nuova credibilità, grazie
alle scoperte della chimica e della fisica, grazie al dominio
sulla materia ed alle nuove fonti di energia, l'artista è
in grado di produrre un'arte anch'essa libera, in grado di
viaggiare "su onde elettromagnetiche", identificandosi
nel puro pensiero, smaterializzata nel vuoto, sottratta ad
ogni costrizione sia fisica, in tal senso è definibile
agravitazionale, sia intellettualistica e dogmatica: "l'arte
ha attraversato la tela e il marmo, il metallo ed il legno,
la terra e l'acqua, l'aria e il fuoco, il corpo e la parola
per arrivare ad una pura immagine: il vuoto", nel superamento
della materialità dell'opera, nel vuoto agravitazionale,
si attua l'identificazione tra opera e pensiero artistico,
tra arte e scienza, tra nuove dimensioni spaziali e nuove
modalità percettive.
"Gli spazi cosmici dell'universo in espansione"
affascinano da sempre l'essere umano e nel periodo pionieristico
delle prime missioni spaziali l'immaginario degli artisti
si è orientato verso questa tematica nuova e tutta
da inventare, con il supporto di studi ed invenzioni scientifiche
che la rendevano sempre più possibile e sempre più
adatta ad esprimere lo spirito dei tempi.
Nel periodo delle grandi scoperte tecnologiche, delle prime
navigazioni interplanetarie, della conquista delletere,
degli astri, della luna, nell'epoca dello Sputnik, di Explorer
1, della missione Apollo, non a caso si consolida soprattutto
in America, siamo negli anni '50/'60, una corrente ed una
teoria della Space Art per un'arte che interpreta lo spazio
in chiave fantascientifica, mentre i prodromi europei in questa
direzione sono rintracciabili, negli anni '50, nello Spazialismo,
per la ricerca sullo spazio in quanto non semplice ambientazione
dell'opera, ma sua parte integrante, e nella Pittura Nucleare,
che aspira ad integrare l'arte allo spazio cosmico impregnato
di energia.
Attraverso l'uso di tecniche innovative, quali ad esempio
le vernici luminescenti, Agra sperimenta le possibilità
della luce come fonte di energia e come mezzo per liberare
la materia in una dimensione spazio-temporale più ampia
e completa, dotandola di una doppia vita, alla luce ed al
buio, diurna e notturna, ciclica e dinamica, in una forma
libera dalle costrizioni delle leggi fisiche, conquistando
lo spazio e la libertà, sconfiggendo la forza di gravità.
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