Il movimento Ecart, che diviene nel '74 Ecart
Performance Group, viene fondato a Ginevra nel 1969 dagli artisti
John M. Armleder, Patrick Lucchini e Claude Rychner, movimento
che svolgerà la sua attività fino al 1980, con
le radici nel più puro spirito dadaista duchampiano per
ciò che concerne l'idea di un'arte non necessariamente
prodotta dall'artista con intenzionalità estetiche, con
evidente ispirazione a Fluxus soprattutto per ciò che
riguarda la contaminazione tra varie forme artistiche e l'internazionalità
dei contatti e degli scambi culturali.
Infatti, grazie soprattutto
all'iniziativa di Armleder, leader del gruppo, Ecart organizza
collettive con artisti come Ben, Spoerri, John Cage, Sol Lewitt,
Lucio Fontana, Helmut Federle, Motherwell, Andy Warhol e tiene
esposizioni in tutto il mondo.
Pittura e scultura, ma anche performances, installazioni,
esibizioni di gruppo, ready-made, opere site-specific,
video art, ironica rivisitazione dell'arte ufficiale, dissacrante
critica alle fumosità del post-concettualismo, forte
componente sperimentalistica, ricerca percettiva ed ottica,
disincantata riflessione sull'arte del XX secolo: tutto questo
è Ecart, punto di riferimento per molti artisti delle
giovani generazioni che sentono il bisogno di riportare l'arte
e lestetica nello spazio della società, ponendo
al centro del dibattito internazionale la riflessione sul
ruolo e sulle competenze dell'arte e dell'artista nel sistema
culturale moderno.
Nel rispetto di tutti i linguaggi e di tutte le personalità,
Ecart non redige manifesti nè teorie, non impone uno
stile, ma, nel nome di una stretta correlazione tra arte e
vita, tra creatività ed oggetto quotidiano, cerca di
sollecitare nello spettatore autonome reazioni, coinvolgendolo
quale co-artefice dell'opera, presenza indispensabile non
solo alla sua fruizione, ma spesso al suo stesso "funzionamento".
In coerenza con la sua matrice sostanzialemnete concettuale,
Ecart attua una profonda analisi sull'arte come linguaggio,
anche attraverso rivisitazioni e citazioni dell'arte del passato,
senza rinunciare alla conquista di un risultato che sia anche
estetico, a dimostrare come si possa conciliare una ricerca
squisitamente intellettualistica con quella della pura bellezza.
Quello di Ecart è un filone comune entro il quale si possono collocare vari
movimenti moderni, basti pensare, oltre che a Fluxus,
a GRAV, al Gruppo Zero, al Gruppo T e al Gruppo N, nello spirito
di una svalorizzazione dell'artista e dell'opera d'arte a
vantaggio della sollecitazione dello spettatore per un nuovo
rapporto tra pubblico e arte, dell'abolizione delle varie
categorie artistiche per una simbiosi linguistica totale,
di un nuovo approccio alla psicologia della visione nella
quale la percezione diviene un fenomeno fluido in un indistinto
continuum spazio-temporale.
E' evidente come l'arte moderna, soprattutto nell'ambito
concettuale, aspiri sempre più ad una funzione etica
che vede l'arte non come prodotto, ma come modello di vita,
un'arte che, perduta la sua aureola di sacralità, diviene
ironia, invenzione, gioco "a-simbolistico, antiespressionistico,
non informale ma libero nella forma" (Fluxus), aperta
alla casualità ed all'improvvisazione, al contributo
non intenzionale dello spettatore, arte come atteggiamento
verso il mondo, un'arte che non "è", ma che
"accade".
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