Il Situazionismo, che più che un preciso episodio
storico indica una generalizzata impostazione programmatica
a coloritura politica, nasce alla fine degli anni '50 e trova
il suo guru in Guy Debord, esponente più in vista del
movimento, filosofo in contatto e sintonia con il Lettrismo di Isidore Isou, autore di "La società dello spettacolo",
testo-culto della corrente situazionista, e di "I situazionisti
e le nuove forme d'azione nella politica e nell'arte",
fondatore dell'Internazionale Situazionista (1957 - 1972),
morto suicida nel '94.
Critico della società delle immagini e delle informazioni,
autore di opere letterarie e cinematografiche di rottura,
Debord denuncia la stasi culturale della fine degli anni '50
come uno scivolamento verso una generalizzata banalizzazione
della cultura, che così rinuncia alle istanze rivoluzionarie
espresse dai grandi movimenti avanguardisti del '90: con ciò si ricollega
idealmente al progetto dadaista e surrealista con l'idea di
ripristinare un concetto di arte come attività sociale
rivoluzionaria, come strumento indispensabile per una prassi
rivoluzionaria che demolisca l'ordine vigente e superi il
concetto stesso di arte, che sussiste anche in mancanza totale
dell'opera.
Debord ipotizza infatti che la rivoluzione riformista totale
di cui si proclama profeta travolga anche l'arte stessa, uno
dei tanti elementi da superare e togliere di mezzo se sia
necessario chiudere definitivamente con il passato per rendere
possibile il passaggio al futuro, denunciando in ciò
un idealismo tanto estremo quanto irrealizzabile.
Il Situazionismo non conta, per la verità, un gran
numero di seguaci, tuttavia la componente eversiva trova terreno
fertile in quel disagio giovanile che esiterà nei movimenti
studenteschi del '68, ma è proprio in quell'occasione
che emerge la sostanziale fragilità, sia sul piano
teorico che su quello attuattivo, della posizione di Debord
e del Situazionismo in genere: un testo, "De la misère
en milieu ètudiant", che viene distribuito, durante
i moti studenteschi agli studenti dell'Università
di Strasburgo, cade nella quasi indifferenza generale, incapace di trovare
nelle realtà pratica un efficace aggancio con il mondo
giovanile, cosicché il movimento, messo alla prova
con deludenti risultati di cui prende atto, finisce per sciogliersi.
Tra i personaggi che animano il movimento e ne raccolgono
lo spirito, seppure con linguaggi espressivi diversi, il danese
Asger Jorn e Pinot Gallizio, tra i fondatori anche di un Laboratorio
sperimentale del Movimento internazionale per una Bauhaus immaginista, innovativa "comune" in cui gli artisti
abitavano e si confrontavano in un clima di grande fervore
creativo e provocazioni culturali e politiche, l'urbanista
Constant e Gil J. Wolman.
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