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Il Post-moderno
di Vilma Torselli
pubblicato il 1/04/2007 |
La rivalutazione del passato,
non come anacronistico storicismo, ma come recupero di citazioni
stilistiche rivisitate in chiave moderna. |
Alla fine degli anni '70, inizio anni '80, quando
l'arte concettuale, la minimal art, il
Nouveau Réalisme e altre forme artistiche pervase
da un carattere di contingenza e di provvisorietà tipico
del periodo storico-sociale in cui si erano affermate, paiono
aver esaurito ogni possibilità di sviluppo e non corrispondere
più alle istanze contemporanee, si afferma un fenomeno
stilistico definito Post-moderno, dapprima in campo architettonico
e poi esteso alla pittura, alla scultura e a tutte le manifestazioni
di tipo estetico, non solo visive.
Non ha senso dire che il Post-moderno rappresenti un arresto
o un regresso dell'arte, ma rappresenta senz'altro un atteggiamento
di riflessione e di revisione critica nei confronti del concetto di
evoluzione e progresso continuo al quale il clima euforico
ed ottimista degli anni '60 ci aveva abituati, così
come esprime anche una riserva, se non una esplicita sfiducia,
nei confronti della possibilità che l'arte moderna
possa dire qualcosa di veramente nuovo: meglio quindi recuperare
il senso della continuità e della memoria storica e
guardare alla tradizione come ad un importante patrimonio
culturale da rivisitare attraverso citazioni e stilemi da
ricomporre secondo un nuovo schema linguistico.
Decade il
concetto del progresso ad ogni costo, dell'obbligo dell'invenzione,
dell'anticonformismo forzato, tipico dei movimenti della rivolta
sessantottini, obsoleti e percepiti come qualcosa di già visto e già accaduto e che diventa perciò una nuova forma di
conformismo, in favore di una maggior varietà delle
posizioni sia artistiche che critiche.
Questa operazione viene portata avanti in architettura spesso
in modo volutamente manieristico, con una vena ironica che
in genere non si trova nelle arti visive, campo in cui la
tradizione classica viene esplorata con un rispetto maggiore,
traendo spunti e frammenti di citazioni o dalle correnti del
'900, come fa la Transavanguardia, o addirittura dal Neoclassicismo,
specie quello di Poussin e della poetica dell'Arcadia, e dal
Barocco.
E non solo in Europa, dato che guarda all'opera di David, Caravaggio,
Rubens un ecclettico pittore americano, Alfred Leslie, che esordisce come espressionista astratto e si afferma poi come pittore
impegnato e di cui va ricordata una celebre "Uccisione
di Frank O'Hara", chiara parafrasi di una deposizione
caravaggesca, già imitata anche da Rubens.
Pur nell'ottica di un recupero del "già detto",
la libertà creativa dell'artista è salvaguardata
dalla possibilità, e dall'intenzione, di fare ricorso
alla memoria intesa come mezzo per filtrare il ricordo e decodificarlo
in modo del tutto personale: si tratta quindi non di un anacronistico
storicismo, un ipermanierismo di imitazione, un ritorno passivo
a collaudati linguaggi, ma una elaborazione del passato attraverso
la meditazione su di esso e l'astrazione di elementi presenti
nella memoria collettiva e strumentali per esprimere concetti
moderni nelle opere di artisti colti e allusivi, per dimostrare
la perdurante vitalità di valori che il modernismo
pensava di aver cancellato per sempre.
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Si può individuare un antesignano di questa posizione
filoclassicista nella figura di Balthazar Klossowskj de Rola,
nome d'arte Balthus, che già negli anni '30 propone opere di
classicismo rigoroso, ispirato soprattutto all'opera di Piero
della Francesca, nei termini di una ricercata ingenuità
pervasa di erotismo malizioso di grande coinvolgimento. |
In Italia, nell'ambito di questo recuperato classicismo,
si afferma una corrente definita "Pittura colta"
(o anche "Anacronismo" o "Ipermanierismo"),
presentata per la prima volta dal critico Maurizio Calvesi,
dove i richiami al passato hanno spesso un chiaro sapore metafisico
o evidenti accenti surreali, sempre associati ad un contenuto
raffinatamente intellettuale e ad un purismo severo talvolta
alleggerito da una elegante e distaccata ironia.
Gli artisti italiani più significativi di questa corrente
sono Alberto Abate, Piero Pizzi Cannella, Nino Panarello,
Ubaldo Bartolini, il più noto è forse Carlo
Maria Mariani.
* articolo aggiornato il 27/04/2015 |
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