Valori Plastici è il titolo
di una rivista che esce con il suo primo numero il 15 novembre
1918 per proseguire le sue pubblicazioni fino al 22. Anima
della rivista è Mario Broglio, pittore, collezionista
e uomo di cultura, organizzatore di mostre e di edizioni darte,
un intellettuale aperto allEuropa, dove si va diffondendo
un movimento detto Nuova Oggettività, che ha notevoli
assonanze con le teorie di Broglio per ciò che riguarda
il ritorno alla cultura figurativa rivisitata alla luce della
tradizione classica (specie del 300 e del 400 italiani).
Scrivono sulla rivista Savinio, de Pisis, Melli, de Chirico,
vengono pubblicate opere di Gris, Severini, Picasso, Braque,
in un clima di internazionalismo che apre all "LEsprit
Nouveau" e a De Stijl , in una volontà
di dialogo entro il quale trovano posto sia posizioni moderate
che reflussi avanguardisti.
Col tempo la rivista ed il movimento ruotante attorno ad essa
finiscono per spostarsi sempre più decisamente verso
una tendenza al recupero di valori nazionali ed italici sostenuta
dalla politica culturale del regime fascista e condivisa da
molte altre correnti artistiche, come Novecento, forse la più
autorevole e strutturata, Realismo Magico e Strapaese, sia per
reazione agli eccessi avanguardisti, sia per un reale desiderio
di recuperare le radici di una delle più straordinarie
tradizioni culturali del mondo, quella del Rinascimento italiano,
sia per inserirsi nellattualità storica che il
nascente regime fascista stava costruendo anche con una efficace
propaganda pseudo-culturale.
Nellambito di una reale volontà di rinnovamento
si attua paradossalmente un ritorno al passato, il che farà
dire a Margherita Sarfatti, teorica di Novecento, che gli
artisti italiani di quel periodo si possono definire dei "rivoluzionari
della moderna restaurazione: non solo pittori, ma anche
scultori, critici, storici, operatori dellarte italiani
si riconoscono in quel concetto di ritorno allordine
che molte riviste del settore, non solo Valori Plastici,
eleggono a proprio indirizzo, tuttavia, pur collocandosi in
questambito, Valori Plastici riuscì
a mantenere uno sguardo di più ampio respiro verso
la cultura europea ed una maggior libertà espressiva,
animata da una vivace dialettica interna tra i vari aderenti.
Non è sempre facile tracciare precise demarcazioni
fra i movimenti di questo periodo a cavallo tra gli anni 20
e 30, molti artisti fecero parte di più correnti,
almeno per un certo tempo, essendo comunque tutti orientati
verso un ritorno a quegli ideali di armonia e compostezza che la rivoluzione avanguardista aveva spazzato via, lasciando
nel mondo delle arti figurative il vuoto di ogni teoria e
le macerie di unestetica contestata e rinnegata.
I nomi più famosi che, con varie e personali sfumature,
esprimono questa poetica restaurativa sono Casorati,
con una sua rilettura della pittura quattrocentesca coniugata
con la lezione pre-cubista di Cezanne, de Pisis con le sue
nature morte talvolta vagamente surreali, Rosai ed i suoi
interni con figure, Carrà ed i suoi tipici paesaggi
italiani, Sironi, caratterizzato da una severa ricerca plastica
per un risultato di sintetica monumentalità, Arturo
Martini e la sua rivisitazione della scultura trecentesca,
Marino Marini ed altri ancora.
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