Nel 1913 Guillaume Apollinaire scrive un testo, "Peintres cubistes", che è in pratica il manifesto del
Cubismo, un movimento artistico che si sviluppa contemporaneamente
ad altri, quali il Dadaismo ed il Surrealismo, con i quali ha
in comune l'atteggiamento critico nei confronti dell'Impressionismo:
ma le analogie finiscono qui.
Il Cubismo, infatti, critica, sì, il tranquillo naturalismo,
il sereno positivismo, la pura registrazione degli elementi
naturali degli Impressionisti, ma non nega la possibilità
che anche dall'osservazione del reale si possa giungere ad
una visione superiore, di sintesi, che organizzi e selezioni,
con l'opera dell'intelletto, i dati di partenza, passando da
un lavoro di rétina ad un lavoro di cervello.
Certamente è notevole, nel Cubismo, l'influenza delle
teorie scientifiche e matematiche sviluppatesi all'epoca,
anche se, com'è naturale, esse vengono recepite in
modo sommario ed approssimativo nei testi teorici del movimento:
ciò che colpisce i Cubisti è soprattutto la
possibilità di un superamento della tradizionale geometria
euclidea, per attingere a quella che la scienza chiama quarta
dimensione.
In un certo senso siamo davanti ad un superamento della realtà
apparente, ad una sua interpretazione soggettiva, profondamente
diversa, però, da quella espressionista o surrealista,
frutto dell'emotività dell'artista: è un soggettivismo
di natura mentale ed intellettuale, che libera l'oggettivo
dal superfluo, da ciò che non è essenziale,
estraendone o astraendone con rigida razionalità ciò
che serve per produrre l'opera d'arte.
Vale la pena di citare George Seurat ed il suo divisionismo quale straordinario precursore di questo atteggiamento dell'artista
cubista che, con la sua opera, "conferisce alla natura,
stanca della sua realtà precaria, una realtà
autentica [.....] una verità al di là del
realismo".
Tra gli anticipatori del Cubismo va inoltre menzionato in
modo particolare Paul Cezanne , che, seppure di radice impressionista,
fu capace di una pittura innovativa, solida, concreta, che,
in una sua grande retrospettiva del 1907, rivelò la
sua natura di cubista ante litteram, intento a "trattare
la natura per mezzo del cilindro, della sfera, del cono",
a creare la forma-colore.
La preoccupazione fondamentale del Cubismo è il rigore,
la costruzione della forma, il volume, mentre passa, almeno
inizialmente, in secondo piano il colore, così importante
nella spontaneità impressionista, che qui si utilizza
preferibilmente nei toni neutri, più adatti a mettere
in rilievo l'essenzialità strutturale degli oggetti.
All'interno del movimento cubista, resta comunque una duplicità
più o meno dichiarata tra un'impostazione di tipo scientifico
ed una di tipo istintivo, che prevalgono alternativamente
nelle varie personalità artistiche degli aderenti al
movimento, segnando in modo caratteristico l'opera di ognuno.
Dal 1909, il movimento cubista si sviluppa secondo fasi successive
caratterizzate da precise peculiarità.
Inizialmente si parla di Cubismo analitico, che compie, appunto,
un'analisi dell'oggetto, lo destruttura, lo sfaccetta, lo
rompe, lo sminuzza, secondo un ritmo minuto e denso, spesso
monocromo, in seguito si passa al Cubismo sintetico, consequenziale
al precedente, che riassume in una libera sintesi l'oggetto
smembrato e lo ricostruisce senza preoccupazione alcuna per
le leggi oggettive della prospettiva o del realismo, rappresentandolo
contemporaneamente da più punti di vista, quasi a raffigurarne
l'essenza ideale.
Ancora una volta va sottolineato il generale clima culturale
entro il quale si colloca il fenomeno cubista, un clima di
grande fermento per la scienza matematica, la geometria, il
pensiero speculativo, del quale il Cubismo rappresenta un
significativo momento estetico, e non solo.
Ha ragione Juan Gris quando dice: "Per me il Cubismo
non è un procedimento, ma un'estetica, se non addirittura
una condizione dello spirito. E se è così, il
Cubismo deve avere una relazione con tutte le manifestazioni
del pensiero contemporaneo. Si può inventare isolatamente
una tecnica, un procedimento, non una condizione spirituale".
Nella sua aspirazione ad una sintesi ideale, il Cubismo finisce
poi per superare il reale stesso, che viene rappresentato
come una sintesi a priori di un insieme di caratteri essenziali
puri, nitidi, ordinati, lontani dalle passioni, dalla quotidianità,
dalla storia: si gettano così le basi di un astrattismo
razionalistico e metafisico che non è evasione dalla
realtà, spinta mistica di tipo kandinskiano, ma lucido
atto intellettuale con il quale l'artista ricompone la realtà
secondo un suo ordine interiore e secondo un utopico modello
di purezza formale.
Significativa, nel 1918, l'adesione di Le Courbusier, architetto
razionalista, a questo atteggiamento purista del Cubismo,
che sfocerà poi nel neoplasticismo (De Stijl) di Piet
Mondrian.
Gli artisti più noti ed importanti di questo movimento,
tra i tanti che vi aderirono, sono Pablo Picasso , George
Braque , Fernand Léger , Constantin Brancusi , che
svilupparono il discorso cubista con caratteristiche del tutto
peculiari e personali.
link:
Cubismo analitico e Cubismo sintetico
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