E' Max Jacob o forse André
Salmon a battezzare con il soprannome di "Bateau Lavoir",
nel 1889, la casa al civico numero 13 di Rue Ravignan, nei pressi
di Place Emile Goudeau, in realtà un cadente agglomerato
di piccoli edifici artigianali dismessi, in precedenza occupato
da una fabbrica di pianoforti, poi ceduto in uso dal Municipio
di Parigi a lavandaie che utilizzavano l'acqua della vicina
Senna.
Previa ristrutturazione ad opera dell'architetto Paul Vasseur,
il Bateau Lavoir diviene in seguito punto di riferimento di
tutti i giovani artisti della zona di Montmartre, offrendo
promiscua e precaria ospitalità al gruppo che sarà
appunto detto del "Bateau Lavoir".
L'idea di una "comune", nella quale artisti diversi
lavorano gomito a gomito in un proficuo scambio di idee, stimolati
dalla vicinanza e dalla diversità, è molto diffusa
nell'arte moderna, dal sodalizio umano ed artistico degli
espressionisti di "Der Blaue Reiter" alla celebre
Factory di Andy Warhol.
Nel 1904 il Bateau Lavoir è abitato da Picasso, che
proprio lì dipinge "Les Demoiselles dAvignon",
ma il gruppo più consistente vi si stabilisce nel 1908
e comprende una eterogenea combriccola di artisti dai nomi
allora sconosciuti, ma destinati a divenire protagonisti dell'arte
del '900, come Braque, Max Jacob, Marie Laurencin, Guillaume
Apollinaire, André Salmon, Maurice Raynal, Juan Gris,
Gertrude e Leo Stein, e poi Fernand Léger, Robert Delaunay,
Albert Gleizes, Andre Lhote, Jean Metzinger, Francis Picabia,
Alexander Archipenko e Paul Gauguin di ritorno dal suo primo
viaggio a Thaiti.
Attirati a Parigi dagli ultimi fuochi dell'Impressionismo,
tutti questi artisti finiscono per ruotare attorno alla personalità
magnetica di Picasso, un giovane e sconosciuto artista catalano
che traghetterà l'arte postimpressionista verso un
avanguardismo di rottura dal quale scaturirà il movimento
cubista.
Quella che in futuro verrà ritenuta la culla del
Cubismo viene così descriita da Fernande Olivier,
amica di Picasso: "le "bateau" abrita
des peintres, des sculpteurs, des littérateurs, des
humoristes, des acteurs, des blanchisseuses, des couturières
et des marchandes des quatre saisons. Glacière l'hiver,
étuve l'été, les locataires s'y rencontraient
à l'unique fontaine, un broc à la main."
L'ambiente eufemisticamente definibile come spartano mette
a dura prova la perseveranza degli abitanti, "Nous
vivions tous mal - scrive André Salmon nei suoi
"souvenirs sans fin"- le merveilleux c'était
de vivre quand mème", ma è sufficiente
vivere comunque, l'arte non ha certo paura del freddo o
della calura o della mancanza di comodità, tant'è
vero che, pur divenuti in seguito abbastanza famosi, i membri
del guppo del Bateau Lavoir rimasero sempre nostalgicamente
attaccati a quel luogo scomodo e modesto.
Testimonianza di una stagione creativa entusiasta e ricca
di fermenti innovativi che avrebbe avuto determinanti ripercussioni
sull'arte del '900, il piccolo complesso del Bateau Lavoir
resta in piedi fino al 12 maggio 1970, giorno in cui un incendio
ne distrugge completamente la vecchia struttura lignea.
Viene ricostruito tre anni dopo, con moderne tecnologie e
con l'impiego del calcestruzzo, cancellando le tracce di un
passato glorioso irrimediabilmente .... andato in fumo.
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