La crisi ideologica di fine '800 venne in parte coperta ed
in un certo senso rimandata dal positivismo attraverso l'esaltazione
del progresso scientifico e delle promesse di universale felicità
che ne derivavano, ignorando le reali contraddizioni che invece
già covavano in profondità e che sarebbero poi
sfociate nella prima guerra mondiale.
Il mondo intellettuale ed artistico, percependo l'avvicinarsi
della catastrofe, assunse per reazione un atteggiamento anti-positivista,
dando origine a movimenti di opposizione spesso difficilmente
identificabili sotto un'unica etichetta, che, per quel che
riguarda le arti visive ed il loro immediato passato, si schierano
contro: sono movimenti antinaturalisti ed anti-impressionisti,
anche se hanno proprio nell'Impressionismo le loro radici
culturali.
Mentre l'artista naturalista ed impressionista guarda la
realtà dall'esterno, con un senso di edonismo leggero
che dà molto fastidio agli espressionisti, questi ultimi
si calano nella realtà per viverla dall'interno, rappresentandola
quale loro appare, trasponendone la sensazione ricevuta, in
un certo qual modo soggettivando la visione del mondo oggettivo
e reale.
In Francia, i Fauves (1905) sono il primo movimento che organizza
ed ufficializza il concetto secondo cui la pittura è
mezzo scatenante delle emozioni, è espressione, liberazione,
soggettività, il vero fauve è un animale pittorico,
è un anarchico del sentimento, è un ribelle
individualista e antiborghese: i più rappresentativi
personaggi di questa corrente sono Henri Matisse, Maurice
De Vlamink, Georges Rouault.
Il fenomeno dell'Espressionismo, tuttavia, trova la sua più
convincente affermazione in Germania, per contrasto al fatto
che proprio lì è più rigida l'impronta
di un regime imperiale feudale repressivo, corrotto politicamente
e moralmente, che spinge alle estreme conseguenze la protesta
e la reazione degli intellettuali dell'epoca.
Gli intellettuali assumono varie posizioni nei confronti
del dilagante disfacimento socio-culturale, posizioni che
vanno dall'esaltazione delle forze liberatrici della natura
ad un atteggiamento di isolamento dello spirito ad un'opposizione
attiva e polemica con precisi programmi ed obiettivi.
Gli artisti che più significativamente esprimono
queste tendenze sono Emil Nolde, Paul Klee, George Grosz,
nei quali si ritrova quanto teorizzato da Kasimir Edschmid
sulla destoricizzazione del sentimento e sulla concezione
esistenziale dell'arte che, depurata dalle deformazioni storiche
dell'esistenza, diventa un puro sentirsi vivere dell'istinto.
E' una presa di posizione contro l'Impressionismo sempre
più epidermico, in antitesi al quale l'artista espressionista (da ex-premere. spingere fuori)
preme sulla realtà per farne sgorgare l'interiore segreto,
definendo così la tipica deformazione espressionistica
(già di Van Gogh , Munch , Ensor)
E' la stessa deformazione che l'architettura espressionista
applica alle masse plastiche, come fa Antonio Gaudì,
il grande architetteo catalano autore della Sagrada Familia,
tempio espiatorio rimasto incompiuto, un'opera unica nel panorama
dell'architettura europea.
"Il Ponte", o "Die Brücke", fondato nel 1905 e sciolto nel 1913,
contemporaneo ai parigini Fauves, è il primo movimento
artistico organizzato degli espressionisti tedeschi, un ponte
che focalizzi le nuove istanze culturali e gli elementi rivoluzionari
e che, inizialmente, si configura soprattutto come movimento
di protesta e rottura al quale aderiscono Otto Muller , Ernst
L. Kirchner e Emil Nolde (che ne uscirà ben presto per
restare in seguito sostanzialmente un solitario).
Nel 1911 viene fondato un gruppo, "il Cavaliere azzurro" o "Der Blaue
Reiter", ad opera di Vasilij Kandinskij e Franz Marc, del
quale l'esponente di maggior spiccò resta Kandinskij,
gruppo che concorda con il Ponte per ciò che è
negazione della tradizione (no all'impressionismo, no al positivismo,
no alla concezione borghese della società), mentre
se ne discosta per il programma, che non vede più l'arte
come espressione istintuale e sfrenata della realtà
percepita, ma come mezzo per attingere l'intima essenza spirituale
della natura, senza tuttavia escludere che la natura stessa
possa anche essere letta astrattamente separandola dalla sua
banale funzionalità (ciò che, nella letteratura
contemporanea, pare richiamare per esempio Kafka).
Va oltre Paul Klee , proponendo la sua idea di un artista medium, in comunicazione con il grembo della natura, con le
forze naturali stesse che attraverso di lui si esprimono e
si estrinsecano, secondo una famosa similitudine tra l'artista
e l'albero scritta da lui stesso, in contrasto con Kandinskij
che nega la possibilità di contatto tra artista e natura.
Sia Kandinskij che Klee subirono, anche se in misura diversa,
l'influenza di un movimento culturale contemporaneo (che ebbe
come massimi rappresentanti Klimt e Van De Velde ) , chiamato
Liberty o Art nouveau o Jugendstil o Secession, a seconda
delle nazioni in cui si sviluppò, nel quale si ritrovano
elementi di esotismo, richiami all'arte orientale, soprattutto
giapponese, un decorativismo che dimentica le leggi prospettiche
e risolve la pittura in superficie secondo linee libere svincolate
dalla simmetria, sciolte dall'obbligo della raffigurazione,
astratte e, in un certo senso, in grado di proporre una visione
idealizzata del reale.
La guerra del '14, però, porta alla luce con violenza
impensabile problemi politici e sociali di estrema gravità
e durezza, dirigendo su toni fortemente critici e polemici
la riflessione degli intellettuali che, negando che l'arte
possa avere una funzione consolatoria ed elusiva nei confronti
della realtà, si schierano per un concetto di arte
radicata proprio nelle contraddizioni e nelle miserie della
vita, dura e spietata .
Gli intellettuali, insomma, decidono che non devono più
rappresentare una borghesia corrotta e sconfitta, senza valori,
trascinata nella polvere dal crollo di varie monarchie europee,
ma devono farsi voce di una nuova forza emergente, il proletariato,
che sta in quegli anni diventando protagonista della storia:
si parlerà di costruttivismo, di realismo espressionista,
di nuova oggettività, tutti aspetti di questa rinnovata
visione della funzione dell'arte e del suo rapporto con la
realtà.
Tra gli artisti più significativi di questo periodo
si possono citare Otto Dix e Oscar KoKoschka in Germania,
Marc Chagall e Chaim Soutine per l'Est europeo, Amedeo Modigliani, Lorenzo Viani, Ottone Rosai in Italia.
Come si può dedurre, l'Espressionismo, a cavallo della
prima guerra mondiale del '14-'18, è un movimento intellettuale
trasversale che coinvolge, in sintesi, tutte le espressioni
della cultura di quel periodo storico, rappresentando quindi una drammatica trascrizione
della realtà e una fedele rappresentazione della società
contemporanea in trasformazione.
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