Con il nome di Nuova Oggettività, o Neue
Sachlichkeit, dal nome della mostra che questa corrente tenne
alla Kunsthalle di Mannheim nel 1925, si definisce un movimento
affermatosi in Germania negli anni '20, nel clima culturale
della Repubblica di Weimar, costituitasi nel luglio del 1919,
esperienza democratica in una Germania guglielmina appena uscita
dalla guerra, che neanche seppe apprezzare pienamente questo
particolare momento storico: la Repubblica di Weimar terminò
nel '33, con l'avvento del nazismo hitleriano, sostituendo una
dittatura ad una repubblica, nell'indifferenza di un popolo
che non l'aveva né cercata né meritata, dando
ragione a Wolfgang Goethe quando disse che "merita la libertà
soltanto colui che la conquista giorno dopo giorno".
Furono quindici anni di grande fervore intellettuale, di
scontri e dialettiche accese, di confronti vivaci, di novità
e di sconvolgimenti, in una sostanziale libertà di
espressione, che videro l'affermarsi di numerosi movimenti
artistici, dall'Espressionismo al Dadaismo al Cubismo al Suprematismo
alla Nuova Oggettività, che più di altri sente
gli effetti della crisi economico-sociale in chiave nazionalistica,
seppure nel filone di una cultura fondamentalmente europeista,
e fa della ricerca del realismo il tema centrale della propria
poetica.
Contro l'eccesso di emotività dell'Espressionismo,
contro il travisamento della realtà attuato con soggettività
esasperata, contro lo spiritualismo dell'arte espressionista,
la Nuova Oggettività rappresenta un brusco ritorno
al realismo oggettivo, alla descrizione del mondo nei suoi
termini più crudi, senza filtri né elaborazioni,
anche se il linguaggio degli artisti di questo movimento,
lungi dall'essere descrittivo ed impersonale, nonostante una
chiara presa di distanza da ogni sentimentalismo resta sostanzialmente
espressionista e, come l'Espressionismo, "urla"
la sua condanna morale per un mondo corrotto che sta correndo
verso la propria rovina.
Otto Dix, Georg Grosz, Max Beckmann, Otto Griebel, Ludwig
Meidner, Käthe Kollwitz, Christian Schad sono i nomi
più famosi nel campo delle arti visive, ma tutti i
campi delle attività intellettuali sono coinvolti in
questa sterzata in senso realistico, il teatro di Bertold
Brecht, la musica di Paul Hindemith, la fotografia di Karl
Blossfeldt, tradizionalmente considerato uno dei massimi esponenti
nel genere in Germania, la Bauhaus, scuola fondata da Walter
Gropius che divenne la culla della moderna cultura architettonica.
Fonti di ispirazione della Nuova Oggettività sono
gli eventi della vita, la cronaca delle tragedie quotidiane,
la narrazione cruda e senza riflessioni empatiche di una realtà
che, così com'è, ha già in sé
l'angoscia che l'Espressionismo va a scovare nelle pieghe
dell'anima con una sofferta introspezione, proprio ciò
che la Nuova Oggettività rifiuta, esasperando il suo
linguaggio nel grottesco e nel caricaturale per mettere in
ridicolo ogni superfluo cedimento sentimentale.
Formalmente, gli artisti di questa corrente si avvalgono di
un segno forte e deformato come gli espressionisti, di una
versione cromatica molto accesa, di derivazione fauve ed espressionista,
manca il delirio visionario di un Munch, manca la sensibile
osservazione della natura di un Van Gogh, il lirismo di un
Kandinskij o l'inquietudine di un Kirchner, tuttavia è
una pittura che nasce come derivazione di quello stesso Espressionismo
che vuole negare e di cui conserva i germi: non a caso, negli anni
immediatamente precedenti l'instaurarsi del nazismo e con l'acutizzarsi
del disagio sociale, vi si riaffacciano con rinnovato vigore
proprio le componenti più marcatamente espressioniste.
Il concetto di oggettività, intesa come freddezza
dell'analisi, atteggiamento di distanza da ciò che
è troppo umano, romantico, sentimentale, sforzo di
andare "incontro alle cose in tutta la loro freddezza
e durezza, facendo tacere l'anima e non avendo occhio che
per ciò che è reale" (Julius Evola), è
quindi il punto cardine di un movimento che morirà
senza aver apportato cambiamenti radicali nell'arte del proprio
tempo, mancando anche di precisi canoni stilistici propri,
testimoniando tuttavia che è sempre possibile, attraverso
l'arte, proporre una nuova visione del mondo, scoprendo sempre
qualcosa di nuovo sull'uomo e sulla sua vita su questa terra.
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