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La asimmetria
di Vilma Torselli
pubblicato il 9/04/2007
Coincidenza di simmetria ed armonia nella cultura classica per una visione del mondo ad impostazione antropocentrica, la asimmetria come mezzo per esprimere il mutamento, il movimento, la spontaneità e l'unicità dell'opera.
Il concetto di simmetria è per l'uomo istintivo e connaturato al fatto che il suo stesso corpo, come per gli altri esseri organici del mondo animale e vegetale, si sviluppa nello spazio simmetricamente secondo un asse principale (asse di simmetria): da ciò deriva l'idea di simmetria bilaterale, quando ogni metà di un insieme riflette perfettamente l'altra, e di simmetria rotatoria o rotazionale, quando un oggetto ruota in un piano attorno ad un punto (centro di rotazione) o nello spazio attorno ad un asse, dando origine ad una forma più complessa di quella generata dalla singola rilflessione (o specularità).
E' un concetto familiare, intuitivo, che ha finito per identificarsi con quello di armonia e di gradevolezza, anche se il discorso sulla simmetria in natura non è così rigido e rigoroso come quello geometrico o matematico, perchè, specie nell'uomo, la prevalenza di uno dei due emisferi cerebrali implica delle asimmetrie del corpo, che però generalmente non cogliamo, almeno coscientemente e macroscopicamente.
Nell'arte visiva di tutte le antiche civiltà compare il concetto della simmetria bilaterale, quella del corpo umano, utilizzata per esprimere il senso dell'equilibrio, della stabilità e, in architettura, della verticalità e della corretta adesione alla base di appoggio: la simmetria assiale è quindi sempre stata simbolo di ordine, di forza, di organizzazione, di sicurezza, acquistando maggior importanza nei periodi in cui prevaleva una visione antropocentrica, come nel Rinascimento italiano, in cui il corpo umano era considerato il massimo della perfezione (si vedano gli studi di Leonardo e la sua elaborazione dell'uomo vitruviano).

In oriente, nell'antica Cina, avviene un vero e proprio ribaltamento con l'avvento del taoismo, nel V sec. a.C., un sistema filosofico eminentemente naturalistico fondato sulla dottrina del tao (la via): il tao è l’universale, l’indeterminato e l’ineffabile da cui tutto deriva e al quale poi tutto ritorna in un processo evolutivo continuo, norma etica a cui tutti gli uomini devono adeguarsi ed in cui il singolo, in quanto osservatore facente parte dell’intero sistema cosmologico, non può che dare giudizi autoreferenziali, immerso in un continuum spazio-temporale in incessante mutamento, indefinibile, perennemente in fieri, nel quale non ci sono regole ripetitive, simmetrie, ordini precostituiti.

Ciò determina una rielaborazione dell’estetica orientale basata sull’introduzione del concetto di mutamento e di diversità come elemento disequilibrante, dinamico, espresso attraverso l’asimmetria, concetto che esprime, prima di tutto, una nuova visione del mondo e che viene trasferito dagli artisti orientali nelle loro opere dando origine a risultati estetici del tutto nuovi nella storia dell'arte di tutta l'umanità.

Quando, alla fine dell' '800, con il potenziamento dei mezzi di comunicazione quali la fotografia e la riproduzione tipografica, la grafica orientale soprattutto giapponese si diffonde al di fuori dei confini territoriali, il pensiero occidentale ne risulta talmente influenzato da cominciare ad identificare nell'asimmetrico, nel diverso dalla norma, il linguaggio preferenziale per esprimere quelle esigenze di rinnovamento e di rottura con la tradizione classica che saranno poi alla base dei movimenti avanguardisti del '900.

In verità già il Barocco aveva introdotto l'elemento asimmetrico nel proprio lessico, ma per esiti diversi, volendo esprimere attraverso il disequilibrio della forma il concetto di movimento inteso come opposto della ripetitività statica, come dinamismo legato al cambiamento, mentre l'avanguardismo punta decisamente a farne strumento per acquisire la massima libertà espressiva, svincolata da ogni canone, nella quale l'artista possa esprimersi in modo soggettivo e perciò unico, diverso da tutti gli altri.
Ciò in pittura significa la fine dell'Impressionismo, o per lo meno delle sue correnti più classiciste (Georges Seurat, per esempio), ed in architettura la nascita della corrente organica, che privilegia le esigenze dell'uomo anzichè predefinite esigenze estetiche e formali, espressa nella sua forma più alta dal suo capostipite, Frank Lloyd Wright.
Toulouse-Lautrec, Klimt, Gauguin, Degas, Masson, Dudovich, il Liberty, l'Art Nouveau, sono innumerevoli, per restare solo in Europa, gli artisti ed i movimenti nel campo delle arti visive che hanno recepito l'importanza e la carica innovativa dell'arte orientale, affascinati dalla purezza delle linee e dalla raffinezza degli accostamenti cromatici, dalla elegante stilizzazione della silhouette bidimensionale di straordinaria leggerezza.

E' quindi in diretta discendenza dall'arte orientale che l'arte moderna, sia europea che americana, introduce tematiche e concetti nuovi: oltre che l'asimmetria, compare anche l'idea del mutamento, del vuoto come spazio della rappresentazione, non meno importante di essa, della velocità dell'esecuzione, della spontaneità del gesto, tutti concetti in qualche modo correlati, perché asimmetria vuol dire anche movimento rispetto alla stasi, espressione della deformazione continua di ciò che continuamente muta, vuol dire spazio e ritmo dell'azione del divenire, vuol dire provvisorietà dei rapporti tra le cose nello scorrere della temporalità.

Si può dunque generalizzare il concetto che tutta l'arte moderna, in tutte le sue forme (arti visive, musica, architettura ecc,) tenda alla disarmonia, al contrasto, alla dissonanza, allo squilibrio, alla peculiare bellezza dell'essenziale non più irretito nella perfezione della regolarità e della simmetrica precisione.

L'asimmetria è una forma di trasgressione alla norma che tiene desta l'attenzione dell'osservatore, è un continuo attentato ai nessi logici tradizionali, è sollecitazione ad andare oltre, è destrutturazione della banalità, è il modo per vedere con occhi nuovi verità scontate, ma è anche, per quanto paradossale possa sembrare, ricerca di equilibrio nell’irregolarità, il che, dopo tutto, è il destino della vita di ognuno di noi.

link:
La simmetria
Introduzione all'arte del '900
Villa imperiale di Katsura

DE ARCHITECTURA
di Pietro Pagliardini


blog di Efrem Raimondi


blog di Nicola Perchiazzi
 







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