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Testi di Vilma Torselli su "Antithesi", giornale online di critica d'architettura.
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American Art 1961-2001 la storia dell'arte moderna negli Stati Uniti tra due momenti decisivi della storia americana, la guerra del Vietnam e l'attacco alle Torri Gemelle.
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Milano, apre il Museo delle Illusioni, con incredibili installazioni, illusioni visive, giochi e rompicapi.

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Concorso artistico Lucca Biennale Cartasia 2022, tema conduttore di questa edizione “The white page” (pagina bianca), le infinite possibilità per gli artisti di raccontarsi tramite le opere in carta.

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I vincitori del Premio Pritzker per l'architettura 2021 sono Anne Lacaton e Jean-Philippe Vassal: talento, visione e impegno per migliorare la vita delle persone.

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Parigi, all’Espace Lafayette-Drouot "The World of Bansky”, su 1200 mq. esposte un centinaio di opere del più famoso street artist del mondo. Fino al 31 dicembre 2021.

Arte visiva e musica
di Vilma Torselli
pubblicato il 10/04/2007
"......il più ricco insegnamento viene dalla musica. Salvo poche eccezioni, la musica è già da alcuni secoli l’arte che non usa i suoi mezzi per imitare i fenomeni naturali, ma per esprimere la vita psichica dell’artista e creare la vita dei suoni".(Vassilij Kandinskij)
L'aspirazione ad una forma d'arte globale, che raggruppi arti visive (pittura, scultura, cinema ecc.), architettura, musica, danza, che fonda organicamente tendenze artistiche varie, è una delle costanti della cultura del '900, presente in tutti i movimenti e nelle opere degli artisti più significativi, da VassiliJ Kandinskij, autore di "Dello spirituale nell'arte", un fondamentale trattato sulla relazione tra suono e pittura ed autore nel 1910 del primo acquerello completamente astratto nell'intenzione di "dipingere" la musica, a "Der Balue Reiter" , all'Orfismo di Delaunay, a "De Stjil" ed altri.
La base originaria sulla quale fondare una nuova visione globale dell'arte vien individuata nella musica perché essa è la forma d'arte astratta per eccellenza ed in quanto tale può emblematicamente venir assunta come modello di ogni forma d'arte, attingendo quindi al significato universale di principio unificatore in grado di assicurare un'esperienza totale.

Determinante per l'avvio di questa ricerca basata sul concetto di ritmo e armonia, caratteristiche fondamentali della musica, o se vogliamo sulla simbiosi di suono e colore, è l'opera di Arnold Schoenberg, rivoluzionario compositore fortemente innovativo, inventore della musica dodecafonica, che introduce nelle sue composizioni "l'assoluta liberazione tonale della dissonanza": la composizione dodecafonica si basa su un dato ordine o serie attribuito ai dodici suoni della scala cromatica, ottenendo in tal modo un altro ordine nella successione di determinati intervalli tra i suoni ed un risultato acustico carico di cromatismo e atonalità, dai contrasti forti e violenti, di marcata tensione espressionista, una musica a forte contenuto psicologico, adatta ad esprimere i moti dell'animo e la vita interiore.
Più modernamente, il concetto della globalità dell'espressione artistica viene ripreso nel concetto di interdisciplinarità di tanti movimenti recenti, come ad esempio Fluxus, e dalle sperimentazioni del musicista John Cage e del suo gruppo (tra cui Robert Rauschenberg), che portano avanti un modello di compartecipazione artistica ad aggregazione paritaria sia tra i membri componenti che tra i vari linguaggi espressivi, per un'arte totale che sintetizzi tutte le arti (arti visive, musica, teatro, letteratura, design e arti minori ecc.) in modo complementare, rispettando di ciascuna la struttura linguistica e la specificità del medium espressivo adottato.
Questo concetto peraltro era già stato enunciato da VassiliJ Kandinskij che, in "Dello spirituale nell'arte" sciveva: “Un’arte deve imparare da un’altra in che modo quest’ultima proceda coi mezzi che le sono propri e deve imparar ciò per usare poi nello stesso modo i propri mezzi secondo il proprio principio, cioè nel principio che a essa sola è peculiare”.

Alla ricerca non solo di un'arte, ma di una cultura globale, lo spazio, il colore, il vuoto, la materia, la musica, la realtà metafisica sono i temi innovativamente concettuali che compaiono nelle opere di Pollock, Mathieu, Klein, Hartung, Rothko, Kline e molti altri artisti moderni appartenenti all'Espressionismo astratto americano che, come accade nella musica di Morton Feldman, cercano di conciliare la singolarità del segno, o del suono, con l'organizzazione narrativa che si svolge "tra tempo e spazio".

Al suo arrivo negli USA negli anni '40, Piet Mondrian, sotto la suggestione dei ritmi musicali di quegli anni, dipinge nel 1941-42 " Victory Boogie Woogie" ed il celebre "Broadway Boogie-woogie", oggi conservato al MOMA di New York, vivacizzando le sue famose griglie ortogonali con una ritmica dinamica di inedita vibrazione cromatica.

Dalla New York degli anni '80 il Graffitismo metropolitano, la Aerosol Culture, dilaga nel mondo con il movimento Hip Hop, di cui rappresenta l'espressione visiva, contaminandosi profondamente con un nuovo tipo di musica creato dal DJ Kool Herk, subito divenuto simbolo di uno stile di vita aperto e permissivo, espressione della cultura di strada del South Bronx.

Oggi Daniel Libeskind, progettista della ricostruzione di Ground Zero a New York, musicista, studente al conservatorio in Israele prima di divenire architetto, particolarmente attento al rapporto tra progettualità delle strutture architettoniche e scrittura musicale, dice di voler creare spazi "sonori", perché la musica è la base di ogni forma creativa, anche dell'architettura, la musica è l'unica arte totale, la Gesamtkunstwerk di Wagner, il denominatore comune cercato da Vassilij Kandinskij, perché, come scrive già nel 1870 Walter Pater, "tutte le arti tendono alla musica".

Piero Dorazio ama ascoltare il jazz (Parker, Monk, Mingus, Miles Davis, Coltrane, Bill Evans) mentre dipinge, scandendo i suoi colori in una orchestazione complessa ed ordinata, con un intrinseco ritmo compositivo prettamente musicale basato su sottili stimolazioni percettive che costruiscono un'affascinante narrazione, "quella del ritmo che si fa colore e del colore che diventa ritmo [.....] La sua pittura, infatti, si basa sul ritmo. Talvolta, anzi, sembra che i colori suggeriscano note rauche, come quelle che Bubber Miley riusciva a strappare alla sua tromba, cui aveva messo la sordina [........ ] Dorazio sviluppa i loro postulati integrandoli con l'esigenza d'una spiritualità contemporanea. Concerto per tele e colori. Suggestioni? Pare di sentire i trilli della Valse oubliée di Listz, eseguiti da Rubinstein. Le taches sembrano muoversi, vibrare, incalzare, stimolare l'occhio e la fantasia. E la musica si muta in architettura. Musica jazz e pittura astratta: il concerto è servito. Il mondo si può scandagliare e conoscere anche così." (Sebastiano Grasso, da una recensione sul 'Corriere della sera' ).

Alle relazioni tra musica e immagini si interessano molti artisti contemporanei, da Enzo Cucchi a Michelangelo Pistoletto, Umberto Mariani, Thorsten Kirkhhoff, Alex Pinna, Maggie Cardelus, Alessandro Bazane ("Time in Jazz 2003"), mentre la collaborazione tra artisti visivi e sonori è da tempo istituzionalizzata nella performance e nell'happening, nella poesia visiva, nella video-art ed in tutti i casi in cui si vogliano sondare le possibilità di intersezioni tra linguaggi diversi, strutturando un comune livello di fruizione ed amplificando l'esperienza estetica oltre ogni limite categorico, in un processo in fieri che promette interessanti sviluppi futuri di quella che viene oggi definita "arte sinestetica" o "arte plurisensoriale".


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