| Il termine Nazareni designa, inizialmente con 
                  intenzione derisoria, un gruppo di artisti allievi dell'Accademia 
                  di Vienna, tra i quali i principali sono Peter Cornelius, Joseph 
                  Anton Koch, Franz Pforr e Johann Friedrich Overbeck (1789-1869), 
                  il più autorevole rappresentante di quella che nel luglio 
                  del 1809 diviene la confraternita di San Luca. Siamo all'inizio dell' '800, nel pieno del convenzionalismo 
                  accademico di un'arte spesso manieristica ed emotivamente svuotata 
                  che genererà per reazione il Romanticismo europeo (1800-1850), 
                  ed i Nazareni si volgono agli antichi maestri, Giotto, Beato 
                  Angelico, Luca Signorelli, Filippo Lippi, il Perugino, Dürer 
                  e soprattutto Raffaello, sulla scorta della lezione classicista 
                  di Winckelmann, per recuperare il senso religioso, il sentimento 
                  del divino che animava quei grandi e che anche per loro rappresenta 
                  l'unico modo di ridare all'arte il potere di esprimere significati, 
                  valori ed emozioni.
 
 Tacciato da alcuni pensatori (fra cui Schopenhauer) di bigottismo, 
                  il movimento ha la sua radice nel romanticismo tedesco di Caspar 
                  David Friedrich, Karl Blechen, Moritz von Schwind, Carl Spitzweg 
                  ed in una tradizione religiosa a forte componente conservatrice 
                  che si riallaccia al fanatismo medioevale venato dell'ascetismo 
                  religioso-patriottico di una cultura  ancor oggi di matrice sostanzialmente gotica.
 
 Nel 1810 il gruppo dei Nazareni si trasferisce a Roma, grazie 
                  al favore del principe Luigi di Baviera, prendendo sede nell'ex-convento 
                  di Sant'Isidoro al Pincio, adottando regole di vita monastiche 
                  ed assumendo atteggiamenti esteriori eccentrici, con lunghe 
                  chiome fluenti, ampi mantelli, divenendo oggetto di curiosità 
                  per un pubblico piuttosto vasto di estimatori delle loro opere, 
                  consistenti soprattutto negli affreschi di Villa Giustiniani, 
                  di casa Bartholdy, della villa del principe Massimo presso il 
                  Laterano, eseguiti collettivamente in un arco di circa vent'anni 
                  di attività (il gruppo si scioglierà alla fine 
                  del 1830).
 In un linguaggio accurato ed elegante, di grande armonia 
                    compositiva, quietamente monumentale e di sublime compostezza 
                    formale, l'ideale perseguito dai Nazareni è un mondo 
                    perfetto basato sulla fede, sulla solidarietà fra gli 
                    uomini, sull'universalità del sentire artistico, in 
                    una visione nostalgica del passato e dell'innocenza di una 
                    società permeata dal senso religioso che deve essere 
                    la base dell'arte moderna: questi principi sono contenuti negli scritti dell'ispiratore 
                    del movimento, lo scrittore Wilhelm Heinrich Wackenroder ("Her 
                    zensergiessungen eines kunstliebenden Klosterbruders", 
                    1797), teorico del 'sublime umano' e di un concetto dell'arte come ineffabile 
                    dono divino, ponte tra cielo e terra. I Nazareni sono i diretti ispiratori del purismo italiano, 
                    nato a Roma, anch'esso centrato sul primato del sentimento 
                    religioso con decisa preminenza dell'arte sacra: il termine 
                    purismo viene usato per la prima volta nel 1833 per indicare 
                    un fenomeno che, in anticipo sulla pittura, già coinvolgeva 
                    la letteratura ed aveva risvegliato l'interesse verso i modelli 
                    letterari del '300 (non a caso lo stesso Overbeck firma il 
                    manifesto del purismo, redatto nel 1842 per dare basi organizzative 
                    e teoriche al movimento già ampiamente sviluppato e 
                    diffuso).All'influenza dei Nazareni si fa risalire anche il movimento 
                    dei preraffaelliti, costituitosi ufficialmente nel 1848 in 
                    Inghilterra, anch'esso sorto come reazione al decadimento 
                    delle arti con l'intenzione di recuperare nel mondo classico 
                    e nella pittura italiana precedente Raffaello, specie di Filippo 
                    Lippi e Sandro Botticelli, i significati più profondi, 
                    in senso morale ed estetico, dell'operare artistico.
 Pur non avendo forse espresso capolavori eccezionali nè 
                    personalità straordinarie, i Nazareni hanno il merito 
                    di aver innescato una riflessione sul significato del fare 
                    arte all'interno della loro realtà sociale, come testimonia 
                    l'impulso dato alla formazione di nuove correnti, esprimendo 
                    così un'interna forza propulsiva che costituisce il 
                    loro merito più importante: anche se Nazareni, Puristi 
                    e Preraffaelliti non hanno segnato in modo decisivo il 
                    corso della storia dell'arte post-ottocentesca, sono comunque 
                    espressioni della indomita vivacità dello spirito creativo, 
                    della sua continua capacità di mettersi in discussione, 
                    di reagire alla stagnazione intellettuale, sempre cercando 
                    di rinnovarsi e di parlare linguaggi nuovi. |