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Le gallerie della vanità, pagare per
esporre
di Andros
pubblicato il 11/06/2007 |
Il guadagno di un gallerista,
in teoria, dovrebbe venire dalla vendita delle opere darte
e quindi dalla percentuale, che in genere varia dal 30 al 70%,
che la galleria trattiene sul prezzo dellopera. Ma non
sempre è così, sempre più spesso le gallerie
si fanno pagare per il solo affitto dello spazio
espositivo. |
Qualè il problema principale che
pone una vanity gallery?
Se un gallerista si fa pagare dallartista in anticipo,
che venda o meno, solo per concedergli lonore
di esporre nella sua galleria, chi glielo fa fare poi di affannarsi
per vendere le opere esposte? Nessuno.
Infatti, il punto, oltre quello etico che ha il suo bel peso,
è proprio questo: le gallerie che si fanno pagare per
esporre in genere non fanno NULLA per portare gente alle inaugurazioni
(ovvero non mandano inviti o ne mandano pochissimi), non fanno
NULLA per vendere le opere (non contattano collezionisti e magari
non ne conoscono neanche).
In poche parole, visto che il loro
guadagno cè già stato sullaffitto
dello spazio, a loro poco importa che si venda o meno. Questo
è talmente vero che alcune di queste gallerie si fanno
vanto di non chiedere alcuna percentuale sul venduto! Solo perché
sanno benissimo che, sia che ad esporre sia un calzolaio sia
che si tratti di un novello Michelangelo, non si venderà
un fico secco.
Altro problema fondamentale è che se un gallerista si
fa pagare, perde tutti i diritti di fare una cernita decorosa
degli artisti che espone: dal pittore del sabato (perché
solo la domenica?), allarchitetto che si scopre improvvisamente
artista, dal pensionato annoiato allo studente fin troppo acerbo;
tutti vanno bene, purché paghino. Con conseguente perdita
di credibilità della galleria e di chi vi espone.
Non sempre è risaputo che tale galleria si fa pagare,
perché a volte è un segreto molto ben tenuto,
ma, se la cosa è risaputa, cè anche il
rischio che la galleria venga disertata, proprio perché
si ritiene che in quel posto espongano cani e porci.
Spesso i critici affermano di disinteressarsi delle gallerie
che fanno pagare, frequentando solo quelle che spingono gli
artisti per puro amore dell'arte (mio Dio, quanto amore!);
devo però dire che negli spazi cosiddetti liberi, di
quei critici non ho mai visto neanche l'ombra.
Il sistema dellarte è talmente contorto però,
che una lancia a favore delle gallerie a pagamento, sono costretto
a spezzarla (anche se preferirei piantarla nel corpo di un
critico darte). Spesso, e devo dire purtroppo, queste
gallerie rappresentano LUNICA possibilità per
un giovane artista per iniziare ad esporre e capire cosa significa
fare una mostra; questo perché nessuna galleria che
vive sulle vendite rischia su un giovane che probabilmente
non venderà perché sconosciuto. È vero
anche che di spazi gratuiti a disposizione ce ne sono (pochi,
ma ci sono), ma non sempre sono così limpidi nelle
scelte e a volte falliscono nel volgere di una stagione.
Certo, nessuna legge dice che un artista debba esporre a tutti
i costi; eppure, credo che esporre, affrontare un pubblico
che può amare o odiare quello che si propone, sia di
fondamentale importanza, per la crescita artistica e personale
di un artista.
Sito personale di Andros
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