La parola graffito ha assunto oggi un significato
abbastanza definito e circoscritto a quella che più specificatamente
si chiama anche Aerosol Art, una delle più sorprendenti
e coinvolgenti forme di espressione visiva degli ultimi anni,
una vera e propria arte, con una sua innegabile valenza creativa
e pittorica, che ha ormai invaso i muri di tutte le città
del mondo.
Le scritte murali, i graffiti, i segni, sono ormai divenute
pratiche semio-linguistiche ed il writing rappresenta, per i
giovani di tutto il mondo, il mezzo più idoneo per veicolare
i propri messaggi, il più delle volte cifrati, per manifestare
la propria creatività, le proprie opinioni, le proteste,
l'identità e l'appartenenza ad un gruppo, assumendo un
significato anche simbolico.
La tecnica del graffito nasce in California, a Los Angeles,
dove era pratica diffusa tra i lustrascarpe della città
apporre una sigla sul muro della propria zona di lavoro, per
evitare l'occupazione dello spazio da parte di altri concorrenti.
Le gang di cultura ispanica cominciarono successivamente a
dipingere il loro nome sui muri delimitanti i quartieri di
appartenenza, come dimostrazione di potenza e controllo sul
territorio nei confronti di gang rivali, dando l'avvio ad
un'usanza che ben presto si diffuse a macchia d'olio nel resto
d'America fino a New York: lì per la prima volta un
giovane writer firmò la sua opera grafica con il proprio
nome, senza associarlo a quello della gang di appartenenza,
dimostrando così la propria autonomia in questa attività
che fino ad allora era stata ritenuta al limite del vandalismo e conferendole le caratteristiche di volontario ed individuale
prodotto artistico, non più di semplice sigla identificativa.
Mentre la creatività che sta alla base dell'opera
si avvicina sempre più a una condizione spontanea di
esplosione energetica quasi biologica, i writers tracciano
la propria firma sui muri (ma anche sulle fiancate delle carrozze
del treno o del metro) dapprima in opere monocrome, poi con
l'uso di tre colori spray fino a giungere all'utilizzo di
più colori, perfezionando la grafica, disegnando le
lettere del proprio nome o del gruppo di appartenenza con
effetto tridimensionale, aggiungendo l'effetto sfondo, fino
a raggiungere forme espressive complesse, in molteplici stili,
talvolta di particolare accuratezza esecutiva.
Il graffitismo americano è, per molti aspetti, collegabile
alla Pop Art, ed insieme rappresentano due vicende dell'arte
contemporanea non facilmente liquidabili, vista
la vivacità del dibattito che coinvolge questi due
movimenti programmaticamente e autenticamente sovversivi,
come, in questo secolo, sono state quasi tutte le avanguardie
del '900.
Negli anni ottanta, contaminandosi profondamente con la musica
soprattutto, ma anche con la moda e con la pubblicità,
la Aerosol Culture dilaga nel mondo in concomitanza al diffondersi
del movimento Hip Hop, di cui rappresenta l'espressione visiva,
ed è un fenomeno tutt'oggi in evoluzione, parallelamente
ai movimenti giovanili non necessariamente di protesta.
E' interessante notare come certi atteggiamenti dell'uomo
si ripresentino in epoche e luoghi lontani, senza apparenti
relazioni, quasi che una comune cultura universale, percorrendo
vie sotterranee, tocchi trasversalmente tutta l'umanità.
La pratica di apporre segni sui muri ha radici antichissime,
parte da quando, sulle pareti di una caverna nei pressi di
Altamira, circa 20.000 anni fa, una mano primitiva disegnò
con fanghiglia color ocra rudimentali figure di bisonti,
uomini e cervi, la più antica testimonianza pittografica
che ci sia pervenuta, a cui vanno aggiunti i graffiti di Lascaux,
nel sud della Francia, tracciati con una punta di selce, e
molti altri graffiti murali scoperti nelle caverne d'Italia,
da Trapani a Palermo, dalla Liguria alle grotte camune, ed
anche nella valle del Rodano e nella Spagna centrale e meridionale,
nel continente americano, in Asia ed in molti altri luoghi.
Lo sviluppo della concettualità, l'origine del pensiero
religioso e spirituale, l'evoluzione della cultura hanno avuto
inizio quando l'uomo ha liberato la sua creatività
e, con strumenti umili e semplici, ha inciso le pareti rupestri
della propria caverna, affrescato le mura di chiese e palazzi,
continuando, ancora oggi a dipingere facciate
di condominii e fiancate di treni, tracciando messaggi, talvolta
enigmatici, scritti in una lingua figurata di cui a volte
ignoriamo la chiave di lettura, che però trova la strada
per giungere alla nostra mente ed alla nostra psiche.
L'utilizzo, poi, delle lettere alfabetiche per ottenere risultati
estetici più propriamente consoni al disegno libero,
tipico, come abbiamo visto, del fenomeno del writing, di origine
occidentale ed anzi americana, ha curiosi richiami con una
pratica diffusa nella civiltà islamica.
La religione islamica, che segue norme iconoclaste, vieta
categoricamente l'uso della rappresentazione figurativa, cosicchè
l'essenza e la complessità della composizione, così come la sua componente decorativistica, vengono
espresse mediante quelle che a noi sembrano solo ornamentazioni geometriche, intrecci e sequenze
ripetitive di decori a significato fondamentalmente simbolico,
complessi e tormentati "ghirigori", disegni geometrici stilizzati,
insomma tutto quello che l'occidente ha sostantivato nel termine
"arabesco": tuttavia, tra le varie tipologie di
ornamento, la forma calligrafica risulta predominante.
In particolare, sono stati spesso utilizzati i versetti del
Corano per decorare oggetti, tessuti, arazzi, tappeti e strutture
architettoniche come l'Alcazar della Alhambra a Granada, il palazzo in cui soggiornavano i sultani
al tempo della dominazione araba della Spagna, che presenta complesse
coperture lignee in cedro decorato con intarsi e
versetti del Corano inneggianti ad Allah, così come
intere pagine del Corano percorrono a mo' di fregio la parte
alta delle pareti nelle sale destinate ai visitatori.
In oriente, l'ideogramma costituisce di per sè, prima
che un mezzo per esprimere un concetto, un'opera d'arte grafica
che sottostà a precisi concetti estetici, tanto da aver
dato origine ad una vera e propria arte, l'arte sho, connotata
proprio dal motivo kanji, letteralmente "carattere cinese".
E' quindi molto antico l'uso di lettere in chiave decorativa,
riscoperto dai writers americani in epoca recente ed accolto
dalla moderna cultura visiva come espressione di un patrimonio
culturale comune a tutta l'umanità.
Caratteristica fondamentale del graffitismo é stata
quella di produrre un'arte fuori dagli schemi e realmente
rivoluzionaria, con la peculiarità di essere un'arte
non vendibile (essendo realizzata su supporti non trasportabili quali vagoni
ferroviari o pareti urbane) e quindi anomala, sottratta
al diffuso strapotere delle leggi del mercato, tipiche di
un sistema economico che a suo piacimento crea, celebra e
distrugge singoli artisti e correnti.
In secondo luogo, un'altra caratteristica peculiare è
quella di aver instaurato un dialogo diretto tra l'artista
ed il pubblico, coinvolto anche suo malgrado, in manifestazioni
visive di creatività spontanea, al di fuori degli ambienti
canonici di musei o gallerie ed escludendo i normali canali
di diffusione dell'arte, critici, mercanti collezionisti.
Ciò non ha tuttavia impedito che, in molti casi, il sistema dell'arte, con le sue
lusinghe economiche, abbia finito per assorbire il significato
di questo rito metropolitano, privilegiando gli esiti e le
espressioni individuali di alcuni artisti, trascinandoli nelle
gallerie e nei musei e in qualche modo decretando la conclusione
della parabola artistica del fenomeno, o per lo meno, compromettendola
irrimediabilmente.
* articolo aggiornato il 17/05/2013 |