"....Io non credo veramente che esistano
modi sbagliati di godere un quadro o una statua...." (Ernst
H. Gombrich)
Parlando in particolare di arti visive, di un fenomeno che
ha la sua ragione di esistere in quanto realizzabile e fruibile
attraverso l'attività di "guardare", si capisce
come sia determinante il meccanismo complessivo attraverso
il quale si perviene alla visione, sia delle forme che dei
colori, e di come il problema della interpretazione della
visione sia importante nello sviluppo della creatività
e non solo di quella artistica.
Molto sommariamente, si può ricordare che il colore
è una sensazione indotta nel cervello attraverso la
retina, sede di reazioni fotochimiche generate da onde elettromagnetiche
di particolare lunghezza, ciascuna in grado di attivare la
sensazione di un determinato colore, tutte insieme percepibili
come luce bianca.
Oltre alla presenza delle onde elettromagnetiche, la percezione
del colore è influenzata da altri fenomeni, quali la
diffrazione, l'interferenza, la rifrazione, l'assorbimento
e la riflessione, questi ultimi fenomeni legati alla struttura
ed alla composizione della materia.
Molto sinteticamente: il bulbo oculare riceve determinate informazioni, interagisce
con le onde elettromagnetiche dello spettro visibile tramite
le cellule nervose della retina, trasforma le informazioni
ricevute in impulsi bio-elettrici, le invia al cervello, nelle
aree deputate all'elaborazione dei segnali, dopo di ché,
coinvolgendo varie aree cerebrali, si ottiene un'immagine
visiva.
L'interpretazione della forma e dei colori, la capacità
di costruire visioni e sensazioni è, in definitiva,
peculiare del cervello, per cui soggetto percipiente ed oggetto
percepito paiono le due facce di una stessa medaglia, tra
le quali, talvolta, si inseriscono vari tipi di "illusioni
ottiche", soprattutto per ciò che concerne l'interpretazione
mentale della tridimensionalità del mondo esterno e
la rappresentazione del movimento.
L'ambiguità delle ricostruzioni mentali, la indeterminazione
che si insinua nei processi di catalogazione e memorizzazione,
sono in effetti un utile mezzo a disposizione dell'eco-sistema
biologico dell'uomo per sviluppare e potenziare la propria
capacità creativa, supplendo con essa alla incompletezza
dell'informazione e permettendo quindi l'avviarsi di un processo
evolutivo e di apprendimento che ha come risultato ultimo
lo sviluppo dell'intelligenza: tanto più è profonda
la riflessione creativa, tanto più è ampia la
conoscenza del reale.
Se esiste un nesso importante tra fenomeno percettivo e sviluppo
intellettuale, è evidente che sia l'uno che l'altro
non possano che essere specifici ed unici per ogni individuo,
essendo per ognuno diverse la struttura fisica e l'esperienza
compiuta, e quindi la rappresentazione mentale della realtà:
quest'ultimo aspetto coinvolge in modo diretto sia l'atto
creativo artistico, che in qualche modo propone della realtà
una delle possibili interpretazioni, quella dell'artista,
sia l'attività del fruitore, che osserva l'opera e
ne interiorizza, a livello cerebrale, l'immagine attraverso
processi del tutto suoi, diversi da individuo ad individuo
e validi per ognuno di loro.
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