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Testi di Vilma Torselli su "Antithesi", giornale online di critica d'architettura.
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American Art 1961-2001 la storia dell'arte moderna negli Stati Uniti tra due momenti decisivi della storia americana, la guerra del Vietnam e l'attacco alle Torri Gemelle. |
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Milano, apre il Museo delle Illusioni, con incredibili installazioni, illusioni visive, giochi e rompicapi. |
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Concorso artistico Lucca Biennale Cartasia 2022, tema conduttore di questa edizione “The white page” (pagina bianca), le infinite possibilità per gli artisti di raccontarsi tramite le opere in carta.
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I vincitori del Premio Pritzker per l'architettura 2021 sono Anne Lacaton e Jean-Philippe Vassal: talento, visione e impegno per migliorare la vita delle persone. |
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Al Palazzo Ducale di Genova, dal 9 settembre 2021 al 20 febbraio 2022 grande mostra di Maurits Cornelis Escher. |
All'estero
Parigi, all’Espace Lafayette-Drouot "The World of Bansky”, su 1200 mq. esposte un centinaio di opere del più famoso street artist del mondo. Fino al 31 dicembre 2021.
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Interelazione occhio-cervello
di Vilma Torselli
pubblicato il 11/04/2007 |
L'atto della visione come processo
attivo di carattere neurofisiologico. |
"Non si vede solo con gli occhi".(Heinz
von Foerster)
Da tempo la fisiologia e la neurologia hanno dimostrato che
la visione, intesa come fenomeno fisiologico concernente la
struttura anatomico-funzionale dell'occhio, è molto più
complessa di quanto non lo sia il funzionamento dello strumento
deputato, essendo la visione il risultato di un processo neuro-fisiologico
che coinvolge in maniera massiccia estese strutture cerebrali.
E' noto anche che la realtà che vediamo, o crediamo di
vedere, è in gran parte da noi creata ed inventata, con
un tale margine di autonomia e soggettività da mettere
in dubbio l'esistenza di un confine tra ciò che i sensi
trasmettono al cervello sul mondo esterno e ciò che invece
il cervello autoproduce in una sorta di attività allucinatoria,
diversa per ciascuno di noi in funzione del proprio individuale
vissuto biologico, culturale, storico.
Sono considerazioni che ho già proposto più
volte, per esempio parlando delle "illusioni
ottiche", in grado di provocare veri e propri "cortocircuiti
neurali", esempi significativi di come la visione possa
ritenersi un processo attivo, nel quale si producono costruzioni
mentali collegate alle sensazioni visive anatomiche, estremamente
vicine al campo della pura fantasia allucinatoria.
Questa sintetica premessa sulla complessità del processo
della percezione umana e dei suoi meccanismi neurofisiologici,
permette di riscontrare come, nella storia dell'arte, alcuni
artisti abbiano in qualche modo e più o meno coscientemente
mostrato di conoscere e di saper utilizzare questi complessi
concetti di interelazione tra occhio e cervello, sfruttandoli
in vario modo ed asservendoli alle proprie esigenze espressive. |
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Quando Michelangelo realizza le sue statue non finite (la
'Pietà Rondanini' è una delle più popolari)
e fa del non-finito il tema di alcune opere di grande contenuto
empatico, mostra di conoscere a fondo le teorie della psicologia
della forma (Gestalt), e confida nella capacità dell'osservatore
di ricostruire le parti mancanti facendo ricorso alla propria
capacità immaginativa, sopperendo così a ciò
che in realtà non esiste perchè non è
stato "compiuto".
Davanti all'impossibilità di esprimere un concetto
di bellezza sovra-umana, non realizzabile concretamente,
Michelangelo preferisce lasciare zone vuote ed incompiute,
preferisce lasciare il compito della finitura all'osservatore,
che lo farà nel modo migliore per sè, diverso
per ciascuno. |
Questo perché "la mappa non è
il territorio" e ciascuno
vive in modo personale, secondo la mappa che ha costruito più adatta a sè, lo spazio,
il colore, la forma, la realtà e l'arte, che sono
il territorio.
Un altro esempio di trasparente lettura è rappresentato
dal Cubismo, che scompone la forma secondo piani tridimensionali,
cogliendola da più angolazioni contemporaneamente,
al di fuori delle leggi prospettiche, operazione che Jaun
Gris definisce ".... muoversi attorno ad un oggetto
per misurare diversi aspetti in successione che, fusi in
un'unica immagine, la ricompongono nel tempo":
si tratta di un processo analitico identico a quello che
il cervello compie nell'esame di un volume, secondo una
sequenza di scomposizioni successive sintetizzate poi in
un risultato unitario, che gli artisti cubisti dimostrano
di conoscere bene e di voler riprodurre nelle loro opere.
L'esempio più eclatante di come una approfondita conoscenza
dei meccanismi della visione, in questo caso uniti ad una
cultura matematica sofisticata, possano pilotare l'esito estetico
di un'opera d'arte visiva è rappresentato da Maurits
Cornelis Escher, autore di straordinarie illusioni ottiche,
inganni dei sensi che mettono in risalto come la percezione
visiva sia un fenomeno tutt'altro che semplice, legato da
complesse relazioni a strutture cerebrali che si possono ingannare
e manipolare con espedienti visivi, autorizzandoci lecitamente
a chiederci se quanto percepiamo attraverso la visione esista
in realtà.
Domanda oggi più inquietante che mai, alla luce degli
inganni della realtà virtuale.
link:
Vedere per credere?
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