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Test di Luscher e psicologia del colore
di Vilma Torselli
pubblicato il 20/04/2007
Percezione del colore e risposta psicofisica, comportamentale ed emotiva, uso del colore come rivelatore di una dinamica emozionale.
"Ho cercato di esprimere le terribili passioni umane attraverso il rosso e il verde". (Vincent Van Gogh)

Lo psicologo, psichiatra e filosofo svizzero Max Luscher ha steso un interessante il “test dei colori “(1949), che trovò rapida diffusione negli anni '60 in tutta Europa e negli Stati Uniti, basato sull’assunto che una particolare attrazione o repulsione nei confronti di un determinato colore siano riconducibili a particolari stati psicofisici ed emozionali che ogni colore ed ogni combinazione cromatica generano nell'osservatore (postulato che è alla base, fra l'altro, della cromoterapia).
Quindi, secondo Luscher, alla visione dei colori e delle combinazioni cromatiche si genera una precisa risposta comportamentale, emotiva, fisica, cosicchè la predilezione o il rifiuto per un determinato colore possono rivelare ben definiti aspetti caratteriali e tendenze emotive nei confronti della vita affettiva e di relazione, tenendo conto anche che la preferenza mostrata verso ciascun colore e le reazioni che provoca nel soggetto cambiano a seconda degli individui e dei vari momenti nello stesso individuo: in breve, i colori parlano di noi, dando precise informazioni su bisogni, desideri, rifiuti, paure, basta saper decifrare il messaggio.
Si tratta di un linguaggio piuttosto complesso, in parte influenzato dal retroterra culturale di ciascuno, in parte condizionato dalla nostra individualità psicologica, sempre rivelatore di una componente inconscia e soggettiva della quale il colore rappresenta la chiave d'accesso.

Il test di Luscher si avvale di otto colori, 4 colori base (rosso, giallo, verde e blu) e 4 colori ausiliari (viola, marrone, grigio e nero), che concorrono a descrivere diversi sentimenti di sé.
Il rosso che provoca eccitazione e spinge verso l'attività, denota un senso di forza e di sicurezza, per cui la scelta orientata al rosso corrisponde ad uno stato di attivazione nella direzione di una conquista, ad un desiderio espansivo, all'aspirazione alla mobilitazione di tutte le energie (sessuali ed aggressive): esprime fiducia e sicurezza di sé.
Il blu è la calma, la soddisfazione, la pace interiore, la quiete, l'armonia.
Il verde esprime stabilità, forza, tenacia, costanza, perseveranza, equilibrio psicologico, autostima, riferimento saldo a valori forti.
Il giallo, caldo, irradiante, luminoso suggerisce espansione e movimento, libertà e autonomia, è colore del cambiamento e della ricerca del nuovo.
Il viola, ottenuto mescolando rosso e blu, è il colore della trasformazione, della metamorfosi, del passaggio da uno stato ad un altro, magico, mistico, spirituale.
Il marrone è un colore solido, corporeo, materiale, corrisponde alla sensazione della propria fisicità.
Il grigio è il colore neutro di chi prende le distanze dai sentimenti e dalla vita, optando per il non coinvolgimento.
Il nero è il 'non colore', la negazione, l'opposizione dietro la quale può nascondersi un desiderio di rivendicazione di potere.

In linea di massima, si può concludere che i colori caldi (giallo, arancione e rosso) esprimono aggressività, irrequietezza o stimoli positivi, mentre quelli freddi (violetti, blu e verdi) hanno una valenza negativa, sono pacati, riservati, tranquilli.
Dice il Prof. Ruggero Sicurelli: "La percezione del colore va intesa come un evento rivelatore di una dinamica emozionale profonda, che dipende dalle caratteristiche personologiche del percepiente. In altri termini, la tavolozza cromatica interna dipende non solo dal nostro modo di percepire i colori esterni, ma anche dalla nostra specifica modalità di rivisitare emozionalmente gli stessi. Questo in relazione ad un approccio psicologico che mette in primo piano la biografia personale piuttosto che gli accadimenti culturali. Ciò non toglie che la libertà di elaborazione personale dei percetti non sia totale......."

Particolare importanza va data alle dinamiche cromatiche, poichè i colori si caricano del loro contenuto emotivo anche in forza delle relazioni in cui vengono rappresentati, relazioni che possono avere valenza pesantemente soggettiva, come si può facilmente verificare analizzando un quadro di un artista espressionista, dato che l'Espressionismo fu il primo movimento che utilizzò il colore in chiave strettamente emozionale e personale (pensiamo al ritratto della madre eseguito da Van Gogh): per Wassilij Kandinsky, ad esempio, fondatore del 'Der Blaue Reiter', l'armonia del colore è un mezzo per arrivare direttamente a contatto dell'anima, ogni colore ha in sè uno specifico valore espressivo e spirituale ed è quindi in grado di rappresentare la realtà spirituale senza bisogno di alcun tramite oggettivo, mentre per Yves Klein il colore, in particolare il IKB, l'International Klein Blue che volle addirittura brevettare, è l'unico modo di esprimere l' infinità energetica del cielo, sublime astrazione del vuoto e dell'infinito.
"La pittura è l'arte che rappresenta su di un piano un fenomeno sensibile. Il mezzo della pittura è il colore, come fondo e linea. Il pittore trasforma in opera d'arte la concezione sensibile della sua esperienza. Non ci sono regole per questo. Le regole per l'opera singola si formano durante il lavoro."
Questo afferma Kirchner, a cui si deve la costituzione di 'Die Brucke', attraverso il quale l'Espressionismo tedesco ha raggiunto probabilmente la sua punta più alta: la sua pittura si avvale di viola e verdi violenti, gialli saturi o del teso contrasto del bianco e nero (proprio in bianco e nero sono molti degli ultimi lavori), colori attraverso i quali l'artista urla quel travaglio interiore che lo porterà prima alla follia e poi al suicidio.


* articolo aggiornato il 16/07/2014

link:
E se Luscher avesse torto?


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