"Quel riflesso sarà di più
spedita evidenza, il quale è veduto in campo di maggior
oscurità e quel fia meno sensibile, che si vedrà
in campo più chiaro." (Leonardo da Vinci)
Il problema della percezione visiva si pone sia per i fruitori
dell'opera d'arte che per gli artisti che la realizzano, essendo
fondamentale il modo in cui l'artista percepisce il messaggio
visivo che poi rappresenterà ed il modo in cui il percepito
può venire influenzato da elementi contingenti, di
carattere fisico, psicologico, neurobiologico (si osservi
come Claude Monet operi una significativa reinterpretazione
dei dettagli e dei colori nei suoi quadri prima e dopo la
cataratta che lo afflisse negli ultimi anni di vita, esempio
di come la funzionalità fisica possa influire sul risultato
artistico).
Esistono regole e procedimenti che condizionano l'attività
percettiva che sono:
- l'effetto di contrasto, che dipende dai rapporti
tra chiaro e scuro, poichè i neuroni retinici rispondono
di meno in presenza di luce omogenea (si pensi all'uso che
del contrasto fa Paul Klee, o a Leonardo da Vinci che elabora
una teoria sul chiaroscuro): questo effetto viene sfruttato
per creare l'illusione di una sorgente luminosa, mentre le
zone d'ombra definiscono la forma e il volume (come si può
bene osservare, ad esempio, nelle opere di Caravaggio , Rembrandt,
La Tour).
- l'accostamento dei colori, basato su precise regole
percettive: colori complementari (come ad esempio arancione-blu)
generano contrasto caldo-freddo, colori caldi su fondo freddo
suggeriscono profondità (il caldo si avvicina, il freddo
si allontana), la diversa lunghezza d'onda di colori accostati
può provocare un effetto stereoscopico dovuto alla
diversa rifrazione delle onde luminose (effetti variamente
sfruttati dal divisionismo e dal pointillisme).
- il filtraggio delle immagini attraverso
l'occhio umano che, come qualsiasi altro sistema ottico, opera
effetti di sgranatura in funzione del suo potere risolutivo
(del suo numero di pixel), come già osservato a proposito
della differente visione di Monet.
- l'astrazione, la semplificazione
del messaggio nei suoi caratteri essenziali, legata alla capacità
delle cellule visive di reagire in determinati modi a specifiche
conformazioni (barre, macchie ecc.), attuando semplificazioni
o integrazioni.
Un aspetto di fondamentale importanza nell'arte figurativa
è la rappresentazione dello spazio, basata sui concetti
di distanza, profondità, prospettiva e su due leggi
diverse per l'osservazione da lontano e da vicino, la legge
"della costanza dell'angolo" e quella "della
costanza della grandezza".
Mentre in natura la profondità è legata alla
visione bioculare, in pittura la lontananza e la vicinanza
dipendono da vari fattori quali grandezza relativa, convergenza
prospettica, gradienti, sovrapposizioni, trasparenza, luci
ed ombre e tanti altri accorgimenti della rappresentazione
pittorica utilizzati dall'artista per trasmettere determinati
effetti.
Va infine sottolineato il diverso ruolo esercitato dai due
emisferi cerebrali nella creazione artistica, visto che l'emisfero
sinistro, che controlla i movimenti della parte destra del
corpo, è deputato a funzioni di logica sequenziale
e, in generale, alle procedure razionali ed astratte, mentre
l'emisfero destro, che controlla la parte sinistra del corpo,
governa le forme di intelligenza emotiva ed artistica, le
visioni d'insieme, le attività "gestaltiche",
le analogie.
Ciò fa sì che, per esempio, nell'osservazione
di un quadro (ed anche nella realizzazione da parte dell'artista),
la maggior parte delle persone, che sono destrimani, comincino
la loro analisi dalla parte sinistra della raffigurazione,
poichè è la parte destra del cervello che entra
in gioco più massicciamente nell'analisi delle immagini.
I soggetti destrimani, inoltre, preferiscono scene fortemente
asimmetriche, con centro di interesse spostato verso destra,
dove si preferisce situare il primo piano, in modo che il
maggior campo del quadro si trovi a sinistra della direzione
dello sguardo (gli emicampi visivi destri, che ricevono immagini
situate a sinistra dello spettatore, proiettano in direzione
dell'emisfero destro, mentre quelli sinistri, che ricevono
immagini a destra, proiettano in direzione dell'emisfero sinistro).
Queste particolari competenze dei due emisferi si riflettono
anche nelle caratteristiche della scrittura utilizzata dalle
varie culture, che può andare da destra a sinistra
o viceversa, in senso orizzontale o verticale, può
utilizzare caratteri alfabetici o ideogrammi ecc.
In definitiva va osservato che le immagini mentali che vanno
oltre la capacità sensoriale e che, soprattutto per
le loro caratteristiche spaziali, si sottraggono ai preadattamenti
operati solitamente dal cervello, danno vita a concetti che
l'artista materializza nella sua opera, permettendo così
all'osservatore di accedere ad una comunicazione al di fuori
dalle consuete regole ed attingere a dimensioni spazio-temporali
altrimenti non accessibili: è, questo, uno dei "miracoli"
operati dall'arte.
Le manifestazioni artistiche, quantomeno per tutto il periodo
che ricade sotto la definizione di Arte Moderna, cioè
sino alle Avanguardie storiche del '900, hanno spesso un senso ed un
significato variabili a seconda dei modi in cui avviene la
comunicazione, se non addirittura per le diverse condizioni
di spazio, di luce, di ambiente, che facevano di quelloggetto,
al momento della sua realizzazione, unopera diversa
da quella che oggi noi vediamo.
Esiste, insomma, una distanza tra la nostra percezione
attuale e quella contemporanea alle stesse opere d'arte, quindi
una corretta fruizione richiederebbe di ricostruire il percorso
storico della percezione delle forme artistiche in funzione
delle mutate condizioni percettive dello spazio e del tempo.
I motivi di questa diversa percezione possono essere di natura
culturale, ma anche, banalmente, di tipo pratico e contingente,
come il danneggiamento indotto dal tempo e dall'usura, le
mutate condizioni del contesto, i restauri (che prima degli
anni '50 sono stati condotti scorrettamente), le trasformazioni
e le integrazioni che in varia misura possano alterare la
lettura finale.(leggi "I colori di Vincent")
Appare quindi molto importante l'analisi dell'opera d'arte
come un sistema comunicativo che, da un tempo zero coincidente
con il momento della realizzazione dell'opera, ad un tempo
successivo indefinito in cui viene fruita, viene a trovarsi
in condizioni mutevoli che inducono variazioni nella percezione
e nella decodificazione del messaggio.
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