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Testi di Vilma Torselli su "Antithesi", giornale online di critica d'architettura.
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Parigi, all’Espace Lafayette-Drouot "The World of Bansky”, su 1200 mq. esposte un centinaio di opere del più famoso street artist del mondo. Fino al 31 dicembre 2021.

Le regole dell'attività percettiva
di Vilma Torselli
pubblicato il 25/04/2007
La funzione dei due emisferi cerebrali nella produzione e nella fruizione dell'opera d'arte, tecniche e strumenti dell'esecuzione pittorica.
"Quel riflesso sarà di più spedita evidenza, il quale è veduto in campo di maggior oscurità e quel fia meno sensibile, che si vedrà in campo più chiaro." (Leonardo da Vinci)

Il problema della percezione visiva si pone sia per i fruitori dell'opera d'arte che per gli artisti che la realizzano, essendo fondamentale il modo in cui l'artista percepisce il messaggio visivo che poi rappresenterà ed il modo in cui il percepito può venire influenzato da elementi contingenti, di carattere fisico, psicologico, neurobiologico (si osservi come Claude Monet operi una significativa reinterpretazione dei dettagli e dei colori nei suoi quadri prima e dopo la cataratta che lo afflisse negli ultimi anni di vita, esempio di come la funzionalità fisica possa influire sul risultato artistico).

Esistono regole e procedimenti che condizionano l'attività percettiva che sono:

- l'effetto di contrasto, che dipende dai rapporti tra chiaro e scuro, poichè i neuroni retinici rispondono di meno in presenza di luce omogenea (si pensi all'uso che del contrasto fa Paul Klee, o a Leonardo da Vinci che elabora una teoria sul chiaroscuro): questo effetto viene sfruttato per creare l'illusione di una sorgente luminosa, mentre le zone d'ombra definiscono la forma e il volume (come si può bene osservare, ad esempio, nelle opere di Caravaggio , Rembrandt, La Tour).

- l'accostamento dei colori, basato su precise regole percettive: colori complementari (come ad esempio arancione-blu) generano contrasto caldo-freddo, colori caldi su fondo freddo suggeriscono profondità (il caldo si avvicina, il freddo si allontana), la diversa lunghezza d'onda di colori accostati può provocare un effetto stereoscopico dovuto alla diversa rifrazione delle onde luminose (effetti variamente sfruttati dal divisionismo e dal pointillisme).

- il filtraggio delle immagini attraverso l'occhio umano che, come qualsiasi altro sistema ottico, opera effetti di sgranatura in funzione del suo potere risolutivo (del suo numero di pixel), come già osservato a proposito della differente visione di Monet.

- l'astrazione, la semplificazione del messaggio nei suoi caratteri essenziali, legata alla capacità delle cellule visive di reagire in determinati modi a specifiche conformazioni (barre, macchie ecc.), attuando semplificazioni o integrazioni.

Un aspetto di fondamentale importanza nell'arte figurativa è la rappresentazione dello spazio, basata sui concetti di distanza, profondità, prospettiva e su due leggi diverse per l'osservazione da lontano e da vicino, la legge "della costanza dell'angolo" e quella "della costanza della grandezza".
Mentre in natura la profondità è legata alla visione bioculare, in pittura la lontananza e la vicinanza dipendono da vari fattori quali grandezza relativa, convergenza prospettica, gradienti, sovrapposizioni, trasparenza, luci ed ombre e tanti altri accorgimenti della rappresentazione pittorica utilizzati dall'artista per trasmettere determinati effetti.

Va infine sottolineato il diverso ruolo esercitato dai due emisferi cerebrali nella creazione artistica, visto che l'emisfero sinistro, che controlla i movimenti della parte destra del corpo, è deputato a funzioni di logica sequenziale e, in generale, alle procedure razionali ed astratte, mentre l'emisfero destro, che controlla la parte sinistra del corpo, governa le forme di intelligenza emotiva ed artistica, le visioni d'insieme, le attività "gestaltiche", le analogie.
Ciò fa sì che, per esempio, nell'osservazione di un quadro (ed anche nella realizzazione da parte dell'artista), la maggior parte delle persone, che sono destrimani, comincino la loro analisi dalla parte sinistra della raffigurazione, poichè è la parte destra del cervello che entra in gioco più massicciamente nell'analisi delle immagini.
I soggetti destrimani, inoltre, preferiscono scene fortemente asimmetriche, con centro di interesse spostato verso destra, dove si preferisce situare il primo piano, in modo che il maggior campo del quadro si trovi a sinistra della direzione dello sguardo (gli emicampi visivi destri, che ricevono immagini situate a sinistra dello spettatore, proiettano in direzione dell'emisfero destro, mentre quelli sinistri, che ricevono immagini a destra, proiettano in direzione dell'emisfero sinistro).
Queste particolari competenze dei due emisferi si riflettono anche nelle caratteristiche della scrittura utilizzata dalle varie culture, che può andare da destra a sinistra o viceversa, in senso orizzontale o verticale, può utilizzare caratteri alfabetici o ideogrammi ecc.

In definitiva va osservato che le immagini mentali che vanno oltre la capacità sensoriale e che, soprattutto per le loro caratteristiche spaziali, si sottraggono ai preadattamenti operati solitamente dal cervello, danno vita a concetti che l'artista materializza nella sua opera, permettendo così all'osservatore di accedere ad una comunicazione al di fuori dalle consuete regole ed attingere a dimensioni spazio-temporali altrimenti non accessibili: è, questo, uno dei "miracoli" operati dall'arte.

Le manifestazioni artistiche, quantomeno per tutto il periodo che ricade sotto la definizione di Arte Moderna, cioè sino alle Avanguardie storiche del '900, hanno spesso un senso ed un significato variabili a seconda dei modi in cui avviene la comunicazione, se non addirittura per le diverse condizioni di spazio, di luce, di ambiente, che facevano di quell’oggetto, al momento della sua realizzazione, un’opera diversa da quella che oggi noi vediamo.
Esiste, insomma, una distanza tra la nostra percezione attuale e quella contemporanea alle stesse opere d'arte, quindi una corretta fruizione richiederebbe di ricostruire il percorso storico della percezione delle forme artistiche in funzione delle mutate condizioni percettive dello spazio e del tempo.
I motivi di questa diversa percezione possono essere di natura culturale, ma anche, banalmente, di tipo pratico e contingente, come il danneggiamento indotto dal tempo e dall'usura, le mutate condizioni del contesto, i restauri (che prima degli anni '50 sono stati condotti scorrettamente), le trasformazioni e le integrazioni che in varia misura possano alterare la lettura finale.(leggi "I colori di Vincent")

Appare quindi molto importante l'analisi dell'opera d'arte come un sistema comunicativo che, da un tempo zero coincidente con il momento della realizzazione dell'opera, ad un tempo successivo indefinito in cui viene fruita, viene a trovarsi in condizioni mutevoli che inducono variazioni nella percezione e nella decodificazione del messaggio.


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