Tra gli architetti più noti
dellultima generazione, Calatrava ripropone in chiave
personale un tema che non ha mai smesso di percorrere larchitettura
moderna, quello strutturalismo che, dai primi decenni del 900,
sulla scia di uno sviluppo tecnologico senza precedenti, ha
pervaso a macchia dolio la cultura visiva delloccidente,
instaurando un indissolubile legame tra mezzi espressivi e nuove
performance tecniche sia dei materiali che delle modalità
del loro utilizzo.
La ricerca di una verità strutturale retta su un preciso
sistema di rapporti elementari e su di una sua logica intrinseca,
che informa la progettazione del primo Le Corbusier, di Louis
Khan, Mies van Der Rohe, Pier Luigi Nervi, si lega in genere
ad un concetto di essenzialità che vede coincidere
la struttura con la forma architettonica, eliminato ogni passaggio
intermedio sia di subordinazione che di relazione: si pensi
allimportanza concettuale per esempio dei nodi strutturali
sotto vetro nei grattacieli di Mies van Der Rohe, dello schema
puntiforme indifferenziato dei pilotis di Le Corbusier, allestetica
del calcestruzzo di Pier Luigi Nervi, allanima tecnologica
della Norddeutsche Landesbank di Behnisch.
Ma la storia dellarchitettura, e dellarte in
genere, si sviluppa entro due poli contrari che, come nella
pila di Volta, generano energia proprio grazie alla reciproca
repulsione-attrazione: è così che convivono
ed interagiscono, nellinterminabile vicenda umana, lefficiente
organizzazione della ragione e lirruente emotività
dellespressionismo.
Tra unarchitettura in antagonismo dinamico con le leggi
strutturali, tesa al superamento dei condizionamenti fisici
della materia e della stessa forza di gravità, quella
di Eero Saarinen, Gaudì, Gehry ed unarchitettura
assoggettata neutralmente alle esigenze tecniche, come lhigh tech di Renzo Piano, Norman Foster, Richard Rogers, Calatrava
sembra indicare una terza via, esasperando le possibilità
stilistico-estetiche della struttura ed addivenendo ad un
compromesso tra la complessità formale dellespressionismo
e le necessarie schematizzazioni e standardizzazioni imposte
da un moderno processo costruttivo, o, per usare parole di
Luigi Prestinenza Puglisi, ad un compromesso che rende organiche
strutture ingegneristicamente complesse.
Per fare dello strutturalismo non basta assemblare efficientemente
elementi funzionali alle esigenze statico-costruttive dellinsieme,
ma è necessario adottare, e qui interviene la libertà
creativa del progettista, una logica di sistema in grado di
costituire un peculiare valore aggiunto che, gestalticamente, renda il tutto
qualcosa di più della somma delle singole parti: nellopera
di Calatrava questo accade, clamorosamente. Scrive Antonino
Saggio:se l'ingegneria tradizionale si muove alla
ricerca della soluzione spazialmente ed esteticamente più
ricca, tra le molte tecnicamente equivalenti, per Calatrava
essa è solo strumento per dare forma alla ricerca spaziale
trasformandosi da arte della razionalità in arte della
possibilità.
Certamente esiste il rischio che la verità
strutturale diventi essa stessa un linguaggio formale
avente come unico scopo quello di esplicitare un virtuosismo
costruttivo frutto di scelte marcatamente soggettive, rischio
già presente in Pier Luigi Nervi e moltiplicato esponenzialmente
nellopera di Calatrava: tanto che, spesso, davanti ad
unarchitettura strutturalista sorge la preoccupazione
di ricercare uno stile in base al quale catalogarla,
un riferimento, un precedente, che in Calatrava non esiste,
a fronte di un linguaggio architettonico assolutamente nuovo,
ritmato sulla simmetria e la ripetitività di moduli
identici, che riesce a compiere una serie infinita di variazioni
allinterno di una rete di rapporti strutturali costanti.
Al confronto, il decostruttivismo può apparire smidollato,
casuale ed incerto, privo di quella primigenia struttura informativa
che conferisce alle forme curvilinee di Calatrava una tensione
finalizzata, una sorta di consapevolezza intrinseca.
Calatrava non prescinde dallessere spagnolo, e prima
di tutto dallessere nato in Catalogna, la regione della
Spagna nella quale è più presente una coscienza
fortemente identitaria, lorgoglio di forti radici locali
affondate nei luoghi naturali di superba bellezza, nel gotico
catalano, nel barocco, avendo presente, sempre, Gaudì.
Dallarco a sesto acuto e le forme ogivali di ricordo
islamico al delirio decorativistico delle volte paraboliche
della Colonia Güell che, con i pilastri inclinati secondo
il diagramma di carico, già fanno intravedere come
possibile la sintesi tra un audace strutturalismo e il fantasioso
biomorfismo di unarchitettura violentemente espressionista,
Calatrava distilla unidea progettuale che converte il
contenuto umanistico della tradizione catalana in gigantesche
forme vagamente naturalistiche, strutture di sconosciuta morfologia
che paiono organismi spolpati, scheletri sbiancati dal tempo,
carcasse di un passato prossimo venturo, futuriste e primordiali.
Ciò che resterà del nostro tempo e che già
oggi ha laspetto di un reperto.
Eminentemente scultorea, di forte valenza plastica, giocata
su audaci equilibri strutturali e sulla perfezione di forme
geometriche apparentemente naturalistiche eppure informate
da rigorosi rapporti matematici che ne assicurano la staticità,
larchitettura di Santiago Calatrava, raffinato esercizio
di un poeta della materia, ferma linstabilità
del movimento e ne fa il proprio tema conduttore.
Sta qui la sostanziale differenza con il raggelato strutturalismo
di Pier Luigi Nervi, che punta invece sullalgida eleganza
di masse ferme.
Con le sue leonardesche strutture semoventi, Calatrava ci
insegna invece che larchitettura si può e si
deve muovere, in senso letterale: diversamente dal decostruttivismo,
che induce il senso del movimento manipolando ed influenzando
il sistema percettivo dellosservatore, egli progetta
strutture, derivate da rotazioni e sovrapposizioni di profili
curvilinei, che si aprono, ruotano, cambiano, si modificano,
realmente, meccanicamente, assecondando limprevedibilità
e la mutevolezza di quella che qualcuno ha definito, con felice
espressione, limmagine variabile dellarchitettura
di Santiago Calatrava.
Unarchitettura in movimento e
del movimento, non a caso la tipologia che caratterizza più
incisivamente questo architetto-artista-ingegnere è
il ponte, immagine di forte connotazione simbolica, non-luogo
di connessione, funzione allo stato puro, struttura di tramite
e di transito, proiezione dinamica verso lignoto, metafora
di ciò che mette in relazione le distanze e le diversità,
anche quelle tra ingegneria e fantasia, e soprattutto tra
materia e idea.
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