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A tre passi dall’assoluto
Lost on you [Live session], 2016 – LP

di Roberto Grandicelli
pubblicato il 29/11/2016
A tre passi dall’assoluta purezza formale, ma stiamo parlando di perfezione.
A tre passi dall’assoluto
Lost on you [Live session], 2016 – LP
Il brano “Lost on you”, proposto nella versione Live session rappresenta un esempio quanto mai prossimo all’assoluta purezza formale e vedremo perché.
Nella nostra analisi utilizzeremo, per raffronto, il medesimo brano inciso da studio al fine di rendere più comprensibili le tesi formulate.
Ovviamente una recensione è, per antonomasia, un’espressione soggettiva del pensiero, pur suffragato da evidenze oggettive addotte.
Aggiungiamo che la perfezione porta in seno sempre una componente aleatoria, non prevista e non pianificabile a priori. Diversamente sarebbe sufficiente reiterare un processo per generare un’opera perfetta.


Figura 1, Laura Pergolizzi
Laura Pergolizzi - Nata a Huntington (comune dell'area metropolitana di New York, situato nella parte centrale dell'isola di Long Island) nel 1981, il suo nome tradisce le indubbie origini italiane, sia paterne che materne (Fig.1).
Nel 1996 si laurea alla Walt Whitman High School e nel 2001, con lo pseudonimo di LP (Fig.2), pubblica il suo primo album in studio, “Heart-Shaped Scar”. Nel 2004 esce il suo secondo album intitolato “Suburban Sprawl & Alcohol”, dove collabora con la cantautrice e produttrice Linda Perry.
Ma il successo passa attraverso la collaborazione con artisti quali Rihanna, Rita Ora e Christina Aguilera. L’album che la fa conoscere in Italia al grande pubblico è il quarto, “Death valley”, il quale contiene il singolo “Lost on you”.
Il brano, fortemente intimista, narra dei suoi desideri più profondi e lo fa attraverso una voce schietta e graffiante che arriva a toccare le corde più profonde dell’animo.
La sua voce è spesso accompagnata dalle note del suo inseparabile ukulele, prodotto per lei dalla Martin Guitar, caso unico per un’artista femminile. Dal carattere forte e deciso, LP ha dichiarato la sua omosessualità ed è fidanzata con Tamzin Brown.
Lost on you
Intro

Partiamo dall’attacco. Il brano da studio inizia con lo scroscio dell’acqua di una doccia, poi, a seguire, la musica, con una parte di basso (chitarra baritonale?) che, in un passaggio sincopato, sembra segnare un passaggio a vuoto, quasi a simulare l’effetto del salto della traccia della puntina sul vinile (passaggio di basso peraltro non più ripetuto nel brano). La chitarra ritmica fa il suo ingresso ed il missaggio dei volumi riporta il basso al ruolo di base ritmica. Poi seguono alcuni effetti sonori che precedono l’attacco della voce. Prima però il basso ne preannuncia l’attacco, modificando la propria parte con un giro ridondante e molto grave. L’ingresso della voce risulta dunque atteso, quasi ineluttabile, scontato, perdendo forse l’effetto prorompente che, come vedremo, è nelle prerogative di LP.

Figura 2, Laura Pergolizzi
Scevri dall’esprimere un giudizio di gradimento, sicuramente gli elementi sopra caratterizzati si prestano a moltissime valutazioni il cui il gusto personale può differire.
Veniamo ora alla “Live session”. Il pezzo inizia subito con la parte di basso (Fig.3), questa volta aria melodica del brano, accompagnata da riff di chitarra e shaker. Tutto perfetto: dal minuto 0:00 al minuto 0:20 non modifichereste nulla!
Dal punto di vista musicale l’intro non si presta ad alcuna valutazione soggettiva. Perfetto il volume, perfetto il missaggio, la pulizia del suono, perfette le impercettibili sbavature necessarie a conferire il fascino dell’effetto live. Una regia impeccabile coglie ciò che l’orecchio percepisce nell’esatto momento in cui lo percepisce: raggiunta la purezza formale.
Questa versione utilizza toni più caldi rispetto alla versione da studio, forse dovuto all’impiego di una chitarra classica elettrificata piuttosto che elettrica, come nella versione da studio.
LP inizia con bocca socchiusa (Fig.4), poi la schiude, quasi a sussurrare nella mente le strofe del brano, e prosegue l’ascolto, d’intanto modificando l’espressione del viso, comunque sempre serio, immedesimato.
Nel secondo giro si percepisce che l’immedesimazione lascia il posto alla concentrazione, necessaria per non sbagliare l’attacco.
La mano destra, compiendo un movimento ritmico, con una nacchera asseconda le battute del tempo, accentuandone l’effetto (Fig.5).
Gli altri musicisti condividono esattamente il medesimo status mentale: sono un tutt’uno.
Un esempio, se pur impercettibile, di distonia lo si può apprezzare in quest’altro brano, sempre di LP e artisticamente forse anche più pregevole dal titolo “Don’t Let Me Down”.
Se guardate il musicista che suona la chitarra di accompagnamento, al minuto 0:34 perde il contatto con il contesto diventandone avulso (Fig.6). Ebbene questo in “Lost on you” non accade mai.

Il fischio
Parte il brano e LP incomincia la prima strofa al termine della quale colma una pausa con un fischio.
Una delle peculiari prerogative di LP, utilizzato spesso nelle sue canzoni, il fischio merita qui, al minuto 0:29, una menzione speciale: semplicemente perfetto.
Non sostituibile altrimenti, pena il peggioramento della performance.
Un altro suono, pur armonico ed in sintonia, non otterrebbe l’effetto desiderato, la cui esecuzione peraltro coglie appieno tonalità, volume e gestualità (Fig.7).
L'articolo nella versione integrale in pdf

DE ARCHITECTURA
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