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Land Art
di Vilma Torselli
pubblicato il 2/04/2007 |
Un'arte provvisoria ed effimera
per sperimentare una nuova percezione della scala di rapporti
tra uomo, spazio e natura. |
Quella di Arte concettuale è una definizione
piuttosto vasta, e perciò indefinita, tanto che raggruppa
in modo generico una molteplicità di correnti artistiche
diverse tra loro, come la Land Art, larte povera, larte comportamentale ecc., nel nome di una certa comune attitudine
alla rappresentazione diretta di idee e contenuti senza passare
attraverso l'opera d'arte tradizionalmente intesa, che può
anche mancare completamente. |
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La Land Art o Earth Art o Arte ecologica sorge negli USA nel
decennio 1960-70, ma è solo nel '69 che per la prima
volta in California Gerry Schum usa questo termine per definire
l'attività di un gruppo di artisti, fra cui Jan Dibbets,
Richard Long, Barry Flanagan, Dennis Oppenheim, Walter De Maria, Christo Javacheff ed altri, che operano interventi sul paesaggio
naturale, sfruttandone i suoi stessi elementi senza alterarlo
in modo permanente ma inducendo solo momentanei cambiamenti. |
Le "opere" così prodotte hanno quindi un carattere
provvisorio e transitorio, non sono stabilmente fissate al luogo
in cui sorgono e, temporaneamente posizionate in base ad una
serie di contrassegni, sono destinate a subire un degrado naturale
che restituisce nel tempo i luoghi al loro originario stato.
Sull'argomento sono particolarmente significative le parole
di Douglas Huebler: "Le parti durevoli esistono solo
nella documentazione del destino dei contrassegni entro un periodo
di tempo predeterminato", che introducono il concetto
di tempo come parametro fondamentale dell'opera.
E' evidente una interesse di carattere ecologico per i ritmi
della natura e per la struttura biologica del paesaggio, volto
al recupero di sensazioni elementari arcaiche prodotte da
un mutamento nella struttura naturale per osservarne sperimentalmente
i risultati, in una modalità di interazione con la
natura contrapposta alla cultura contemporanea sostanzialmente
tecnicistica: è comunque un intervenire sulla natura,
ma come dice Gillo Dorfles,"non in modo edonistico
e ornamentale ma per quello che potremmo definire una presa
di coscienza dell'intervento dell'uomo su elementi che presentano
un ordine naturale e che, da tale intervento, sono sconvolti
ed incrinati".
Come l'Arte comportamentale, la Land Art vuole soprattutto
lanciare un messaggio, e qui sta il suo carattere sostanzialmente
concettuale, non vuole produrre alcunchè, tanto che
come prova della sua esistenza resta solo la documentazione fotografica e cinematografica (foto, filmati, video-tapes)
a testimoniare che qualcosa è avvenuto, mentre, come
la Minimal Art, nutre un sostanziale
disprezzo per la forma, una volontà di rinuncia all'idea
di creare una forma nuova, intesa come costruzione per mano
dell'uomo, a favore di una forma che si confronti direttamente
con la realtà, anzi assuemendo a "forma"
la realtà stessa.
Una delle più famose opere di Land Art è la
"Spiral Jetty", di Robert Smithson, una spirale
che si sviluppa per quattrocentocinquanta metri sulla superficie
del lago Great Sant nellUtah, realizzata con terra e
sassi in una località praticamente inaccessibile, visibile
solo a volo d'uccello e divulgata attraverso fotografie, una
forma aperta che suggerisce l'idea dell'infinito, secondo
le preferenze del suo autore per volumi che implicano una
progressione geometrica, anche se in effetti questa particolare
opera sembra adombrare rapporti con strutture della preistoria,
per esempio Stonehenge o Giza, quasi di tipo esoterico.
In generale ed in sintesi si può dire che il termine
Land Art indica una corrente che, partendo da un progetto
mentale concettuale di rimodellazione del paesaggio, vuol
arrivare ad una esperienza della realtà modificata
che induca una maggior consapevolezza dell'essere uomini nel
contesto naturale, introducendo una traccia di intervento
del tutto umano in un paesaggio rielaborato dall'uomo con
materiali naturali, provocando così una inusuale percezione
della scala di rapporti tra uomo e spazio.
All'insegna dell'effimero, della durata limitata, poiché
di tutto, come nelle performances dell'happening, resterà
solo una traccia documentale.
link:
Dennis Oppenheim
Christo Javacheff
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