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Oskar Kokoschka, "Adolph Loos"
di Vilma Torselli
pubblicato il 12/05/2007
Il 'ritratto sintomatico', dove irrompono l'inquietudine, i turbamenti, la sessualità, le passioni, la morte, senza veli e senza consolatorii edonismi.
Espressionismo significa dare forma al vissuto, in modo che sia comunicazione e messaggio da un Io a un Tu. Come per l’amore bisogna essere in due. L’Espressionismo non vive in una torre d’avorio, ma si rivolge all’Altro che intende risvegliare.”(Oskar Kokoschka)

Oskar Kokoschka (1886-1980) contribuisce, con Klimt e Schiele, tutti partendo dalla rivoluzione della figura già iniziata da Van Gogh, alla definizione di una nuova ritrattistica nella quale si evidenziano clamorosamente la psiche del soggetto rappresentato e le sue tensioni interne attraverso i tic e gli atteggiamenti fisici sintomatici dei suoi disturbi psicosessuali (a questo proposito alcuna critica parla infatti di 'ritratto sintomatico'): determinante l'influenza diretta dell'opera di Freud, che pubblica in quegli anni la sua "Interpretazione dei sogni" ed apre la via all'estrinsecazione liberatoria degli istinti repressi e dei desideri dell'inconscio.

Nel 1908 Kokoschka conosce l’architetto austriaco Adolf Loos, che diviene suo amico e protettore e lo introduce negli ambienti letterari, dove stringe amicizia, in particolare, con il poeta Peter Altenberg e con Karl Kraus, editore del "Die Facket".
Anche in campo letterario, Kokoschka si rivela protagonista di grande talento con il dramma "Mörder, Hoffnung der Frauen" che, messo in scena nel 1908, è considerato la prima opera del teatro espressionista.
La frequentazione di questi ambienti procura a Kokoschka la commissione di alcuni ritratti, tra cui quello dello scrittore Karl Kraus e di altri noti personaggi viennesi, nel 1909 l'artista esegue questo celebre ritratto di Adolf Loos, uno dei più interessanti ed innovativi architetti moderni, ribelle incompreso ed esteta raffinato, una delle personalità originali che davano vita, in quel tempo, ai caffè letterari. Anch'egli in difficoltà nell'imporre il suo lavoro in patria, nel 1922 si trasferirà in Francia, dove eserciterà grande influenza sulla definizione dell'architettura moderna, specialmente del purismo di Le Corbusier.

Anche grazie all'influenza di Loos, che l'anno prima aveva pubblicato "Ornamento e delitto", un testo fortemente critico nei confronti degli sviluppi della Secessione che "si rivelava come l'ostinato maquillage di un mondo al tramonto", Kokoschka si allinea alla formula espressionista, rivelando una forza cromatica ed una volontà di penetrazione psicologica che lo allontanano definitivamente dall'elegante decorativismo e dall'accentuato linearismo di Klimt e lo spingono al linguaggio crudo, nervoso e tormentato che va sviluppando anche Egon Schiele.

In questo "Adolph Loos", del 1909, un olio su tela di 29 1/8 x 35 7/8 inches, custodito al Staatliche Museen Preussischer Kultlurbesitz, Neue Nationalgalerie, a Berlino, l'architetto, seduto, vestito in modo convenzionale, guarda lontano, ma più esatto sarebbe dire che guarda dentro di sé, gli occhi infossati ed assenti, il corpo ed il volto definiti da linee agitate, graffianti, contorte, segno dell'affiorare di un impetuoso conflitto interiore, la posa composta, ma non rilassata, la figura com-pressa e trattenuta più che es-pressa, segno di una energia faticosamente controllata che culmina nelle mani nodose, nervosamente aggrovigliate e deformate nello sforzo del trattenere (l'angoscia? la rabbia? l'ansia?).
E' evidente come la somiglianza puramente fisica del ritratto al soggetto reale passi in secondo piano rispetto all'analisi profonda e quasi crudele della sua interiorità, scavata con segno penetrante, spigoloso e duro prodotto da un pennello molto simile ad uno scalpello, in una composizione lineare dove l'importanza del colore non è seconda a quella del disegno.
Lo strappo con il passato e con il sereno appagamento delle languide figure di Klimt si compie, l'inquietudine, i turbamenti, la sessualità, le passioni, la morte, senza veli e senza consolatorii edonismi irrompono sulla scena nei modi di un nuovo linguaggio che anticipa la deformazione espressionista e dà forma ai contenuti angosciosi della coscienza individuale e collettiva.

link:
La sposa del vento


DE ARCHITECTURA
di Pietro Pagliardini


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Lucian Freud,
"Reflection" (self portrait)

 

 
 

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