Artonweb: Partiamo dalla domanda, perché ancora una mostra di sole donne inaugurata l'otto marzo? Si tratta forse di un atto celebrativo oppure di un sostegno a favore delle "quote rosa" in arte?
Efthalia Rentetzi: Oggi l'arte della donna non ha bisogno di difesa, considerando l'ampia partecipazione femminile all'interno del mondo dell’arte, sostenuta anche dall'impegno delle donne che occupano posizioni di potere all'interno delle Accademie, delle strutture universitarie, museali ed espositive. Certo resta ancora minoritaria la posizione delle donne all'interno del mercato dell'arte, anche se oggi si incontrano parecchie donne tra gli artisti più quotati. Anche se la presenza femminile a livello manageriale rimane ancora minoritaria, a nostro avviso il problema non si pone sulla quantità ma sulla funzione e sul ruolo della donna artista, dove la priorità consiste nel mantenere la linea alternativa e propositiva tracciata dalle donne nel mondo dell'arte, "politicamente" attiva e antitetica all'autoreferenzialità.
Quindi il presente lavoro espositivo, pur non esaustivo, intende andare oltre qualsiasi vittimismo, aiutare a comprendere la diversità artistica nelle sue sfumature e i punti di contatto tra artiste provenienti da contesti ed esperienze culturali diversi, che si mostrano disposte a comunicare tra di loro e con lo spettatore-fruitore attraverso molteplici linguaggi.
Artonweb: Appare la tua intenzione di includere il pubblico in un’esperienza con le artiste e le loro opere piuttosto emotiva e partecipata.
Efthalia Rentetzi: Infatti, "Incontri di donne: materia forme e mente nell'arte femminile" è un evento inteso come momento di confronto e di evoluzione tra sette artiste provenienti da diverse esperienze artistiche e culturali. L'obbiettivo curatoriale non è di dare delle risposte o di creare schemi predefiniti, ma di mettere in atto un rapporto dialettico tra le artiste sia tra di loro sia con gli spettatori Il progetto invita a indagare e a riflettere sull’importanza della presenza femminile, cercando di darne la visibilità che merita per il ruolo comunque determinante che svolge nel campo delle arti. Proprio il concept della mostra è la riflessione sul ruolo e sull'identità della donna nell'ambito dell'arte contemporanea attraverso il dialogo tra le artiste ed i fruitori. Si tratta di un meccanismo che intende spostare la discussione dall'arte dall’autoreferenzialità e autopromozione al rapporto dialettico e al confronto diretto con lo spettatore.
Artonweb: Quale è il rapporto tra le artiste a livello stilistico e come è strutturata la mostra?
Efthalia Rentetzi: La mostra è strutturata in un percorso di quattro sezioni in base ad un criterio prevalentemente tematico che viene affrontato attraverso una visione creativa e trans-stilistica.
Comunque nella collettiva, pur essendo presente una ricchezza tecnica e stilistica che riguarda le forme e i materiali impiegati, si riconoscono alcune parentele sia a livello stilistico sia tecnico. Domina la presenza di una matrice comune che allude al concetto della maternità, che viene espresso alcune volte in chiave simbolica, altre in chiave surreale. Tutte le artiste evidenziano la preoccupazione di raffigurare insieme fisicità e spiritualità, il corporeo e l’astratto. Le pitture, le sculture e i collage, nel loro complesso, seguono il filo rosso di una ricerca di emozioni e di una riflessione sull'identità artistica e sessuale. Le opere esposte esplorano, secondo vari punti di vista, le grandi problematiche femminili come quelle della sofferenza, della sessualità, della maternità. Le artiste presenti nell'esposizione, dissimili per tecnica e stile, indagano e approfondiscono il mondo femminile da prospettive multietniche e multiculturali. Le sette artiste si confrontano attraverso diverse modalità espressive, a partire dalle pitture di grandi dimensioni di Liliana Iordanova, in cui si riflette sulle attuali questioni etniche e sociali, , dalle suggestive immagini dipinte da Sarah Biolley Garcia, che attivano un discorso creativo intimo attorno all'identità e al ruolo della donna, alle sculture "organiche" di Yixin Lin, tradotte in forme plasmate in maniera originale capaci di trasmettere il proprio calore umano, dalle sculture in bronzo di Helena Björnberg, frutto di un'indagine incentrata sull'essenza della donna, alle pitture ed incisioni di Angelika Stumvoll, cariche di espressività e testimoni di una ricerca interiore, fino alle graziose figure femminili dipinte da Viktroria Hallenius, che si aggirano tra atmosfere oniriche effondendo pensieri e stati d'animo.
Artonweb: Quasi tutte le artiste indagano sull'identità femminile, in maniera pur differenziata, ma sembra che Lauren Mclaughlin indaga a lungo identità di genere e identità artistica.
Efthalia Rentetzi: Effettivamente Lauren sia attraverso il suo operato artistico, sia la sua attività editoriale, e anche in questo caso, si occupa di questioni di identità e in particolare del connubio tra identità di genere e identità artistica. Si tratta di una tematica che sta molto al cuore all'artista che analizza in termini storici, culturali e soprattutto esistenziali ponendo profonde riflessioni e interrogativi. Lauren usa un mix di mezzi e tecniche per creare sculture, installazioni e fotografie ma si distingue in particolare per i suoi collage che usa per suggerire concetti sulla temporalità e sulla realtà. I temi preferiti dall’artista concernono principalmente le nozioni di identità, di genere e di relazioni tra forze interne ed esterne, che comunque ruotano tutte attorno ad una complessa ricerca identitaria.
Artonweb: Le prossime tue mostre?
Efthalia Rentetzi: Sto preparando due rassegne sotto lo stesso titolo alla sala del Portale in campo San Lorenzo sempre a Venezia con la partecipazione di dodici artiste straniere, inclusa Lynda Benglis. La prima verrà in augurata il 15 maggio. |