"Era un cammino che si doveva percorrere,
diritti e soli.....L'immaginazione, liberata dalle catene della
paura e della legge, diventava allora tutt'uno con la visione...."(Clyfford
Still)
Alcuni processi mentali che vengono chiamati in causa nell'analisi
della rappresentazione artistica sono particolarmente evidenti
quando si tratta di arte astratta, nella quale si effettua
un approccio fenomenologico alla realtà con l'intenzione
di coglierne l'essenza attraverso l'analisi dei suoi molteplici
profili possibili, non cristalizzata in una rappresentazione
definitiva statica, ma passibile di continue variazioni conoscibili
solo nella loro fenomenologia (si vedano le teorie di Edmund Husserl sull'argomento).
Tra i numerosi i punti di contatto tra l'arte, specie quella astratta
ed informale,
e la filosofia fenomenologica, si può rilevare come
entrambe tendano ad una rappresentazione simbolica della realtà,
ricercandone la molteplicità dei significati derivabili
da una scansione logica e psicologica dell'oggetto per costruirne
un'immagine mentale ed esplorare da più punti di vista
un concetto in tutte le sue ripetute variazioni: è
significativa, sotto questo profilo, l'opera dei divisionisti,
dei futuristi come Balla e Boccioni, degli spazialisti, di
Fontana, per citare solo alcuni artisti del '900.
La capacità di visualizzare realtà non concrete,
l'attivazione dell'immaginazione attraverso la quale si possono
"vedere" e materializzare ad esempio numeri, facce
nascoste di figure, pezzi mancanti di connessioni con le regole
del reale, scenari travalicanti il mondo sensoriale, sono
peculiari degli artisti in genere ed anche degli scienziati,
in quanto tutti e due si sforzano di superare le immagini
mentali frutto della memoria sensoriale e trasposizione delle
sensazioni, cercando di raffigurare in termini concreti e
leggibili concetti astratti e sfuggenti.
Tra i molti esempi di pittori moderni che, partendo dall'osservazione
del reale, hanno compiuto questo tentativo di rappresentazione
astratta, si può citare come antesignano William
Turner, che, in anticipo su quello che faranno poi gli
Impressionisti, cercò di rappresentare il non-rappresentabile,
la luce, attraverso atmosfere sempre più irreali, rarefatte
e trasfigurate.
Oggi, dopo la rivoluzione espressionista, è concetto
comunemente diffuso che l'arte nasca non tanto da una interpretazione
del reale quanto da un distanziamento da esso, ed è
proprio l'arte moderna ad aver sancito definitivamente il
distacco dell'arte dagli eventi naturali, facendo di questo
distanziamento una delle sue caratteristiche principali.
Questo concetto di arte intesa come fuga dalla realtà,
come rifugio mentale dove ciò che viene psicologicamente
censurato viene estromesso dalla rappresentazione, è
ribadito da Paul Klee quando afferma: "Quanto più
è orrendo questo mondo, proprio come avviene oggi,
tanto più è astratta larte, mentre un
mondo felice produce soltanto unarte immanente".
Analogamente, per Wilhelm Worringer la ricerca delleterno,
dellassoluto, secondo lui fine ultimo di ogni forma
d'arte, è più chiaramente leggibile nella tendenza
astratta, proprio perchè essa opera una rigorosa selezione
delle forme rappresentate conservando solo ciò che
è essenziale alla comunicazione.
In arte, il discorso astratto, inteso come tentativo di esprimere
puri concetti, non più legati alla sintesi, seppure
estrema, della raffigurazione, lontani da ogni comunicazione
descrittiva, viene intrapreso da vari artisti informali, ciascuno
secondo personali caratteristiche, con il fine di dare visibilità
a concetti astratti altrimenti intraducibili se non attraverso
la costruzione di un modello mentale non sensoriale.
Più genericamente, si intende quindi per Astrattismo
la mancanza di qualunque riferimento alla realtà, con
un comportamento creativo totalmente autonomo rispetto alle
forme reali, alla ricerca di forme ed immagini del tutto inedite
e diverse da quelle esistenti per addivenire alla pura invenzione:
il primo pittore ad eseguire un acquerello totalmente astratto
fu Vassilj Kandinskij.
Illuminante una frase del prof. Alberto Oliverio, studioso
delle basi biologiche del comportamento, professore di psicobiologia
della Sapienza, presente in numerosi istituti di ricerca in
tutto il mondo:"....le immagini mentali, parte essenziale
dei modelli interiori della nostra mente ..... esse vanno
"oltre" la capacità sensoriale, danno forma
a concetti che l'artista traduce in forme e allestimenti che
comunicano agli altri l'essenza di un mondo celato, dischiudendone
le dimensioni spazio-temporali nascoste."
La possibilità di dare vita ad una realtà mentale inesistente per i sensi, artificialmente ricostruita dal cervello,
ha aperto ampi dibattiti tra filosofi, scienziati, neurologi
ecc. non sempre d'accordo sul concetto di conoscenza, per
alcuni poggiante su percezioni reali successivamente elaborate,
per altri del tutto slegata dall'esperienza sensoriale ed
integralmente rimaneggiata già a livello della visione
e dei primi recettori sensoriali.
E' interessante notare come il concetto di spazio, secondo
le ultime conoscenze, sembri incorporarsi nel cervello secondo
un sistema di corrispondenze fra spazio reale e spazio neuronico,
in modo che ogni punto dello spazio esterno coincida con un
punto dello spazio cerebrale, e come punti vicini nello spazio
corrispondano a neuroni vicini nel cervello.
La visione binoculare risolve e compone l'adeguamento tra
la tridimensionalità dello spazio esterno e la bidimensionalità
dello spazio visivo, attraverso l'analisi di due immagini
bidimensionali leggermente sfalsate (raccolte dai due occhi
da due punti di vista diversi), che concorrono a realizzare
la visione stereoscopica.
E', questo, un altro elemento che mette in evidenza come possa
cambiare da un soggetto ad un altro la visione o la produzione
di un'opera d'arte visiva, strettamente legata alla percezione
spaziale che ha per ciascuno di noi caratteristiche del tutto
personali, legate alla struttura neurologica soggettiva.
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