Notturno
nel Golfo dei Poeti
Tramonto
nel Golfo dei Poeti
Incontro
Clochard
- disegno
Clochard
- disegno
Clochard
Letti
matrimoniali | La linea dell'orizzonte, archetipo
naturalmente onnipresente nella mia concezione dello spazio formatasi nel mare,
è costantemente sezione aurea delle opere dedicate al mio golfo dove sia
nel notturno che nel tramonto del 2005, "Notturno nel Golfo dei Poeti"
(olio su tela,2004,cm.107x107) e "Tramonto nel Golfo dei Poeti"
(olio su tela,2004,cm.107x107), mi sono accorto che i contorni delle forme
umane di miei "antichi" incontri del 1973 "Incontro"
(olio su tela,1973,cm.100x100), vanno a definire le tracce che l'uomo lascia
sul mare solcandolo. Sono tracce antropomorfiche e metaforiche nel senso che possiamo
attribuire alla traccia che lascia ogni nostro comportamento nel nostro vivere
nel mondo.
Tracce, forme, brandelli di forme che ritrovo in un altro mio ciclo
di lavori degli anni '70 che sono i "clochards". Raccontarne rapidamente
la genesi può essere utile per osservare come anche nella creatività
si presentino "ritorni" di emozioni e di esiti formali. Da ragazzo,
avevo poco più di 17 anni, a Londra ed a Parigi, è proprio nelle
metrò che, per la prima volta, ho visto i barboni, i clochards. Per
me che venivo da una piccola provincia, dove i poveri erano allora in qualche
modo adottati dalla comunità, incontrare tanti giovani e meno giovani che
vivevano ai margini della società trovando riparo nelle metrò fu
un'esperienza forte.
Realizzai sia a Londra che a Parigi molti disegni sul
mondo dei clochard, disegni che conservo ancora, datati appunto 1957 e di cui
vi mostro ora due soggetti, due disegni sul tema dei Clochard,1957,cm 28x20. Molti
anni dopo, nel 1972, vidi alla televisione un servizio molto toccante sul fenomeno
dei clochard in Europa che stava assumendo proporzioni considerevoli. Ritornai
con la memoria alle forti emozioni delle mie lontane esperienze. Ripresi
in mano la cartella con quei disegni e realizzai nuovi disegni, bozzetti, acqueforti
e dipinti su questi temi dove in uno scenario apparentemente razionale fatto di
muri e corridoi vivono queste forme fisicamente e mentalmente destrutturate.
All'inizio
erano ispirate a forme greche cadute, poi, mano a mano che lavoravo su questo
tema, a brandelli di forme umane che tentano di riaggregarsi, di ristrutturarsi:
"Clochard" (olio su tela,1975,cm.70x50) Ogni dipinto
è un'autobiografia anche se mascherata. E questo cicli di dipinti ha segnato
per me, l'ho compreso col tempo, la metafora di un'identificazione mentale con
il personaggio del clochard di cui ho sempre avvertito, accanto alla disperazione
ed alla reale emarginazione, il fascino di una scelta di vita anarchica che rifiuta
non di rado deliberatamente la tecnica dei rapporti umani, sociali, culturali
della nostra civiltà che si nutre appunto di aggressività e di reciproche
emarginazioni. |
Di pochi anni dopo,
fine anni '70 inizi anni '80, i "Letti matrimoniali", 1977, (olio
su tela,cm.130x160), simboli di una dimensione in cui le figure sono compresse,
in cui i corpi e le loro emozioni possono drammaticamente usurarsi fino a rendere
questo spazio così arido ed ibernato da divenire memoria di un rapporto
che sempre più spesso appare esistere soltanto nella sua apparenza convenzionale.
I tagli, le ferite dei clochards, andavano ad abitare i letti matrimoniali.
Una lettura tutta maschile di questo spazio esistenziale come mi sono accorto
alcuni anni dopo, rendendomi conto che questi letti avevano la forma di falli
recisi nella parte alta, nascosta, mascherata, occultata dalla parvenza dei guanciali. |