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Testi di Vilma Torselli su "Antithesi", giornale online di critica d'architettura.
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American Art 1961-2001 la storia dell'arte moderna negli Stati Uniti tra due momenti decisivi della storia americana, la guerra del Vietnam e l'attacco alle Torri Gemelle.
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Milano, apre il Museo delle Illusioni, con incredibili installazioni, illusioni visive, giochi e rompicapi.

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Concorso artistico Lucca Biennale Cartasia 2022, tema conduttore di questa edizione “The white page” (pagina bianca), le infinite possibilità per gli artisti di raccontarsi tramite le opere in carta.

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I vincitori del Premio Pritzker per l'architettura 2021 sono Anne Lacaton e Jean-Philippe Vassal: talento, visione e impegno per migliorare la vita delle persone.

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Al Palazzo Ducale di Genova, dal 9 settembre 2021 al 20 febbraio 2022 grande mostra di Maurits Cornelis Escher.

All'estero
Parigi, all’Espace Lafayette-Drouot "The World of Bansky”, su 1200 mq. esposte un centinaio di opere del più famoso street artist del mondo. Fino al 31 dicembre 2021.

Occultare e disvelare con l'immagine
di Francesco Vaccarone, in occasione del convegno tenutosi a Pisa il 3 giugno 2006 sul tema "Trascrivere l'inconscio - Psicoanalisi e Arte"
pubblicato il 27/06/2006

Notturno nel Golfo dei Poeti

Tramonto nel Golfo dei Poeti

Incontro

Clochard - disegno

Clochard - disegno

Clochard

Letti matrimoniali

La linea dell'orizzonte, archetipo naturalmente onnipresente nella mia concezione dello spazio formatasi nel mare, è costantemente sezione aurea delle opere dedicate al mio golfo dove sia nel notturno che nel tramonto del 2005, "Notturno nel Golfo dei Poeti" (olio su tela,2004,cm.107x107) e "Tramonto nel Golfo dei Poeti" (olio su tela,2004,cm.107x107), mi sono accorto che i contorni delle forme umane di miei "antichi" incontri del 1973 "Incontro" (olio su tela,1973,cm.100x100), vanno a definire le tracce che l'uomo lascia sul mare solcandolo. Sono tracce antropomorfiche e metaforiche nel senso che possiamo attribuire alla traccia che lascia ogni nostro comportamento nel nostro vivere nel mondo.

Tracce, forme, brandelli di forme che ritrovo in un altro mio ciclo di lavori degli anni '70 che sono i "clochards".
Raccontarne rapidamente la genesi può essere utile per osservare come anche nella creatività si presentino "ritorni" di emozioni e di esiti formali.
Da ragazzo, avevo poco più di 17 anni, a Londra ed a Parigi, è proprio nelle metrò che, per la prima volta, ho visto i barboni, i clochards.
Per me che venivo da una piccola provincia, dove i poveri erano allora in qualche modo adottati dalla comunità, incontrare tanti giovani e meno giovani che vivevano ai margini della società trovando riparo nelle metrò fu un'esperienza forte.

Realizzai sia a Londra che a Parigi molti disegni sul mondo dei clochard, disegni che conservo ancora, datati appunto 1957 e di cui vi mostro ora due soggetti, due disegni sul tema dei Clochard,1957,cm 28x20.

Molti anni dopo, nel 1972, vidi alla televisione un servizio molto toccante sul fenomeno dei clochard in Europa che stava assumendo proporzioni considerevoli.
Ritornai con la memoria alle forti emozioni delle mie lontane esperienze.

Ripresi in mano la cartella con quei disegni e realizzai nuovi disegni, bozzetti, acqueforti e dipinti su questi temi dove in uno scenario apparentemente razionale fatto di muri e corridoi vivono queste forme fisicamente e mentalmente destrutturate.

All'inizio erano ispirate a forme greche cadute, poi, mano a mano che lavoravo su questo tema, a brandelli di forme umane che tentano di riaggregarsi, di ristrutturarsi: "Clochard" (olio su tela,1975,cm.70x50)
Ogni dipinto è un'autobiografia anche se mascherata. E questo cicli di dipinti ha segnato per me, l'ho compreso col tempo, la metafora di un'identificazione mentale con il personaggio del clochard di cui ho sempre avvertito, accanto alla disperazione ed alla reale emarginazione, il fascino di una scelta di vita anarchica che rifiuta non di rado deliberatamente la tecnica dei rapporti umani, sociali, culturali della nostra civiltà che si nutre appunto di aggressività e di reciproche emarginazioni.

Di pochi anni dopo, fine anni '70 inizi anni '80, i "Letti matrimoniali", 1977, (olio su tela,cm.130x160), simboli di una dimensione in cui le figure sono compresse, in cui i corpi e le loro emozioni possono drammaticamente usurarsi fino a rendere questo spazio così arido ed ibernato da divenire memoria di un rapporto che sempre più spesso appare esistere soltanto nella sua apparenza convenzionale.
I tagli, le ferite dei clochards, andavano ad abitare i letti matrimoniali. Una lettura tutta maschile di questo spazio esistenziale come mi sono accorto alcuni anni dopo, rendendomi conto che questi letti avevano la forma di falli recisi nella parte alta, nascosta, mascherata, occultata dalla parvenza dei guanciali.
pagine 1-2

DE ARCHITECTURA
di Pietro Pagliardini


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